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Archivio - ottobre 2003

[venerdì 31 ottobre 03]

Oggi esce "Harry Potter e l'ordine della fenice".
A me il mondo del piccolo maghetto piace molto; ricordo che i primi 4 volumi della serie me li sono letti uno dopo l'altro, avidamente, senza soste e senza tanta voglia di arrivare all'ultima pagina, talmente mi piaceva viverci dentro.
Ora potrei tornare a Hogwarts, ma... ma il tutto mi costerebbe la bellezza di 24 euro. Eccheccaspita!
Sarebbero quarantaseimilaquattrocentosettanta e qualcosa delle vecchi lire.
Alla faccia!
Lo scrivo anche in cifre che è più immediato -> £ 46.470
Noto però che si tratta di 810 pagine.
Caspita!
Ok, è un romanzo lungo e intenso (a quanto mi dicono), però resta sempre costosetto!
Con 24 euro di solito di libri riesco a comprarmene minimo, minimo tre.
Che fare? Che fare?
Mi ritiro per deliberare.


[Ardesia, 31/10/2003][p.link][]




Qualche anno fa ho svuotato la zucca.
Non la mia.
Magari.
Era la zucca per halloween, di quelle che poi si mettono sul davanzale della finestra, con una candela dentro ed un ghigno satanico inciso su di un improbabile viso.
Svuotare una zucca è un impegno alquanto faticoso e laborioso.
Non tutti sono in grado di ultimarlo.
Serve o una mamma americana che halloween l'ha nel DNA e quindi di zucche ne sa che ne sa, oppure una nonna italiana allettata dall'idea di poter fare, l'indomani, decine e decine di tortelli col dolce ripieno arancione - anche se poi, a quanto pare, le zucche che si dovrebbero utilizzare per i tortelli sono quelle dalla forma più oblunga...
Insomma, io una volta per halloween ho avuto una zucca in piena regola, con lo sguardo stralunato e dentro un macabrissimo cero rosso, che le candele erano troppo lunghe e gli avrebbero bruciato il cervello inesistente.

A diciassette anni sono anche andata ad una festa di halloween.
Eravamo in mezzo al nulla, in una cascina, da qualche parte sull'appennino tosco-romagnolo, tutti travestiti da deficenti.
Beh, in realtà un paio di bei costumi c'erano: un vampiro ed uno zombie si erano dati da fare per apparire credibili.
Io ero una mezza imbucata quindi avevo deciso che i miei soliti jeans rattoppati potevano tranquillamente esser utilizzati per apparire un morto-vivente, perciò mi limitai a truccarmi un po', incipriandomi l'impossibile ed aggiungendo qua e là cicatrici di eyeliner e rivoli di sangue di rossetto.
Durante tutto il viaggio di ritorno convissi con una nausea devastante.
Uno zombie perfetto.
Il rischio era quello di vomitare sul sedile posteriore nuovo della Passat nuova di uno dei belloni del quartiere.
Ma che colpa ne avevo io se quello girava con un puzzosissimo arbre magique alla vaniglia impiccato allo specchietto retrovisore?
Quei malefici alberelli...
Li odio.
E odio il ragionamento che sta alla base della loro esistenza, ovvero il voler nascondere eventuali cattivi odori sovrastandoli con una perenne essenza pungente, più forte ed altamente irritante.
Si può sapere per quale diavolo di motivo l'abitacolo di un'auto deve puzzare di "mango space", "pompelmo lime", "cocco" o "rosa selvatica"?
Ma che ci fate voi nelle vostre macchine per essere costretti a ridurvi così?
Nella mia auto non servono malefiche essenze per avere un odore neutro, perché nelle vostre sì?? Se avete mangiato pesante e non riuscite a trattenere turbolenze imbarazzanti, non potete tranquillamente aprire un finestrino??
Che bisogno c'è di intossicare eventuali passeggeri con quei dannati alberelli??
Comunque quella volta, sul sedile posteriore nuovo della Passat nuova riuscii a trattenermi ed anche se ad ogni curva lo stomaco mi saliva in gola e l'arbre magique mi assaliva l'olfatto, non vomitai.
Applausi, prego.
Ora il bellone è quasi completamente pelato e non è più tanto affascinante, anche perché si ostina a non tagliarsi gli ultimi due ciuffi di malinconiche doppiepunte che gli penzolano sulle spalle solenghe ed esuli. Ogni volta che lo incontro per strada ho la tentazione di fermarlo per dirgli che secondo me la sua strabiliante caduta di capelli è tutta da attribuire all'abuso protratto di arbre magique...
Mi auguro soltanto che dopo i capelli, l'esposizione prolungata agli effluvi vanigliosi di quel maledetto alberello, non gli faccia cadere anche qualcos'altro.

C'è anche un terzo halloween di cui mi rammento in modo particolare, ma di questo è meglio non parlare, perché a volte... ritornano, ed io vorrei sentitamente evitarlo.

Tutto questo per dire che molto probabilmente questa sera me ne starò a casa, senza zucche, arbre magique, zombie, dolcetti, scherzetti o quant'altro...
Al limite, se proprio dovessi sentire la necessità di zucche e zucconi, c'è sempre l'isola dei famosi in tv.
Ieri mia nonna mi ha aggiornata sulla situazione: alla contessina Giada hanno ricucito una ferita con 14 punti. Si è fatta un brutto taglio nelle mangrovie e pare che quando si sia accorta di avere una gamba mezza aperta in due, tra le grida di terrore, abbia blaterato qualcosa tipo "Odddddddio, ma mi rimarrà la cicatrice!?!"
Non so quanto il reportage di mia nonna possa essere attendibile (da una che al fruttivendolo per comprare la "scarola" chiede la "iscariota" c'è da aspettarsi ben altro... tipo un giuda a cena, invece dell'insalata), ma se fosse veramente così ci sarebbe da usare la sua di zucca per halloween: ci si risparmierebbe la fatica di svuotarla.


[Ardesia, 31/10/2003][p.link][]



[giovedì 30 ottobre 03]

"Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull'argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia."
(Umberto Eco)

Questo pensiero farà certamente sorridere, ma la realtà è molto diversa.
I "diecimila titoli" presumibilmente esistevano anche prima dei computer, dei database e di internet, quindi se qualcuno andando a fare una ricerca in biblioteca ne trovava soltanto una decina, di certo o era poco interessato a quello che stava facendo oppure non sapeva fare a cercare.
Ora accade la stessa identica cosa.
Se uno non ha voglia di trovare quel che sta cercando oppure non sa agire secondo determinati criteri di ricerca, si imbatterà sempre i soliti dieci titoli, altro che diecimila!
Non vi è mai capitato di fare riflessioni del tipo: "Se solo avessi avuto a disposizione internet quando andavo a scuola io, avrei fatto la metà della fatica e con risultati migliori!"
Probabilmente è vero, ma questo vale soltanto per chi sa utilizzare il mezzo e la maggior parte degli studenti attuali non intravede nemmeno un millesimo delle potenzialità didattiche che si celano dentro al modem del loro computer.
La maggior parte di loro usa internet soltanto per giocare o per chattare.
Che spreco e che ottusità.
A scuola ci sono corsi che insegnano a ragazzi di 13 anni ad allestire pagine web o a fare inutilissime presentazioni in power point, quando invece sarebbe molto più sensato dargli qualche dritta su come usare i motori di ricerca ed indirizzarli su forum e siti che potrebbero stimolarli ad acquisire nuove metodologie di auto-apprendimento.
Si fa presto a dire internet, e si fa presto anche a fingere di non riuscire a scegliere fra diecimila titoli.
Quello per cui serve tempo è fermarsi un attimo a riflettere per trovare il modo migliore di utlizzare le risorse che può offrirci un computer collegato alla rete.

Non so perché ma la frase di Eco all'inizio di questo post mi ha provocato una certa irritazione...
Sarà che per qualche inspiegabile collegamento sinaptico mi ricorda quella del leone e della gazzella che corrono, corrono, corrono sensza mai arrivare da nessuna parte se non ad avere lo stomaco pieno o a morire...
Sarà che in questi giorni vedo tutto nero perché quel santo felino del mio gatto non sta tanto bene e sono obbligata ad infierire cercando di fargli ingerire delle pastiglie che molto probabilmente gli fanno shifo...
Sarà che è già praticamente Natale/capodanno/Pasqua e che gli anni ultimamente mi sembrano volatilizzarsi...
Vabbè, questo discroso non lo concludo...
Evviva i puntini di sospensione... alla faccia degli avari di punti...
Appunto.
Sarà quel che sarà... anche senza paesi miei sulla collina, che donna di pianura nacqui.


[Ardesia, 30/10/2003][p.link][]



Sacchetti vuoti, fogli accartocciati, buste abbandonate, fiocchi sfioccati e sfiaccati: ho la scrivania che sembra un cumulo di macerie dopo una catastrofe non ben definita.
Ma è semplicemente la vita che si diverte a mostrarci come le cose ieri utili, oggi si siano già trasformate in spazzatura di cui urge liberarsi.
E allora via tutto.
Un bel lavaggio di cervello e avanti così fino alla fine.
Prima o poi qualcuno si libererà di noi.

Credo, se non altro, che a questo serva il riciclaggio: a darci la vana illusione che quando sarà il nostro momento di esser gettati via, in qualche modo si possa tornare ad essere utili, magari sotto qualche altra forma di consistenza emozionale


[Ardesia, 30/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 30/10/2003][p.link][]



[mercoledì 29 ottobre 03]

L'ho visto già migliaia di volte questo giorno che sembra gettato lì, nella mischia dei giorni passati e di quelli a venire, come una bottiglia di vetro fra tante, dritta e vuota, sul rullo di una catena di montaggio.
Ne ho già visto l'inizio ed intravista la fine.
Il mio compito?
Sempre il solito: riempire la bottiglia per non far trascorrere un giorno inutile.


[Ardesia, 29/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 29/10/2003][p.link][]



Dannazione qualcuno mi aiuti. Sono solo qui e inizia a fare un freddo boia. E tu non guardarmi così. Non so che farmene di te. Non è colpa mia se ti trovi qui. Per me è come se nemmeno ci fossi. Non ho idea di come fare a salvare la mia pellaccia, figuriamoci se mi importa di te. Almeno dimmi come ti chiami. Dai, non è difficile. Non hai detto una fottuttissima parola. Sei muta? E almeno fa un cenno col capo. Tra un po' sarà completamente buio ed allora non ti vedrò nemmeno più. Mi ricordi il protagonista di quel film... Il tipo autistico. Ma almeno lui qualcosa diceva. Dai bambina parla. Stai male? E smettila di fissarmi così. Al diavolo, non posso occuparmi di te.
Ma ti trovi qui da tanto tempo? Sembri affamata. Dai dimmi da quanto tempo sei finita in questo inferno. Molto prima che arrivassi io? Ti staranno cercando...
Se trovano te, sarò salvo anch'io.
Bambina forse tu sei la mia unica via di scampo.
Dai dimmi qualcosa.
Sai cos'è questo posto? Una specie di trappola per animali? Sarebbe assurdo, ma non mi vengono in mente alternative.
Una buca del genere in mezzo ad un sentiero frequentato. Maledetti bracconieri.
Quando ci sono scivolato dentro mi è sembrato di scendere giù per un'infinità di tempo.
Devo aver sbattuto la testa in una pietra sporgente.
Ma non possiamo poi essere tanto in profondità se un poco di luce riesce a filtrare.
Hey, bambina, smettila di fissarmi così che mi agiti. Che vuoi? Guarda che se cerchi compassione io non sono la persona giusta. Stammi lontano. I bambini mi hanno sempre messo a disagio. Oddio, non vorrai mica che ti abbracci.
Sembri strana. Fatti vedere un po' meglio.
Ho detto di piantarla di guardarmi a quel modo.
Ma che vuoi farmi?!?


Ecco, questo è più o meno quello che ha detto prima che lo sbranassi.
Era proprio un gran chiaccherone, sempre con quei suoi e dimmi di su e dimmi di giù, ma non è una cosa insolita.
Ho notato che quando si sentono in trappola parlano.
Forse per farsi coraggio, forse per non sentirsi soli.
Comunque prima che morisse gliel'ho detto come mi chiamavo.
Lui l'ha ripetuto.
E' spirato col mio nome sulle labbra.
"Charlotte..."
Era bello e forte.
Se lo avessi sentito prima il modo in cui sapeva pronunciare il mio nome, forse lo avrei risparmiato, ma ormai era troppo tardi.

La trappola del babbo è stata una grande idea.
Ora non soffro più la fame.
Presto ci cadrà qualcun altro.



[Ardesia, 29/10/2003][p.link][]



La casa ora era completamente vuota.
L'ultima volta i facchini della ditta di traslochi avevano portato via tutto in una mezza giornata; d'altronde si trattava soltanto di pochi mobili nemmeno tanto ingombranti e di quanche dozzina di scatoloni di libri, utensili da cucina, vestiti e varie cianfrusaglie.
L'antico orologio a pendolo nel salone però era rimasto al suo posto a scandire la memoria di quelle stanze centenarie, testimone di grandi e piccole tragedie domestiche ed ignara pedina di un disegno già chiaro al momento in cui i suoi ingranaggi erano stati assemblati.
L'alchimia dei rintocchi, l'oscillazione infinita; un richiamo irresistibile per l'eletto.
Colui che riuscirà a percepire il fruscio della magia del tempo sarà il successore.
Ma ora le mura stan cadendo in rovina, gli ampi saloni sono il rifugio di animali selvatici, le crepe trasudano putrefazione e marciume.
Il movimento incessante continua, dentro e fuori; gli animi ribollono, la vene pulsano nelle tempie, ma nessuno risponde al richiamo, nessuno ascolta, nessuno pare sentire.
Il pendolo aspetta.
Il tempo non si ferma, il sussurro è flebile, ma sempre pronto a farsi più nitido quando il momento sarà arrivato.


[Ardesia, 29/10/2003][p.link][]



[martedì 28 ottobre 03]



[Ardesia, 28/10/2003][p.link][]



E' la storia di Jimmy, Sean e Dave, tre undicenni che giocano per strada in un quartiere alla periferia di Boston, a cui succede qualcosa di terribile.
In realtà capita soltanto a Dave, ma il trauma segnerà le vite di tutti loro.
I bambini crescono, si perdono di vista per seguire i loro destini, finché quasi tre decenni più tardi si ritrovano in seguito ad un altro tragico evento, e cioè l'assassinio della primogenita di Jimmy.
Sean, diventato detective, indagherà sul caso; Jimmy, col suo passato da criminale farà lo stesso, ma a modo suo; su Dave ed i suoi strani comportamenti cadranno sospetti infamanti.
La pellicola è lunga (più di due ore), ma non si avverte.
La regia di Clint Eastwood da sola non avrebbe retto la storia, se non fosse stato aiutato nell'impresa dalle straordinarie interpretazioni di Sean Penn (Jimmy), Tim Robbins (Dave) e Kevin Bacon (Sean) e di tutti gli altri attori, nessuno escluso.
E' un film angosciante pieno di dolore, deliri, giustizie sommarie, colpe nascoste, in cui non sembra esistere un modo di fare veramente giustizia e di archiviare le atrocità della vita e che comunica un senso di impotenza ed oppressione crescente.
Stupende le ambientazioni. I colori della fotografia danno un'impronta inconfondibile alle atmosfere, ora cupe, ora volutamente leggere.
Il finale non mi è piaciuto un granché, anzi, a dirla tutta, la scena in cui la moglie di Jimmy blatera immersa nei suoi vaneggiamenti da padrona del mondo, mi ha irritato non poco.
Sarebbe stato splendido se l'epilogo fosse arrivato qualche scena prima, alla considerazione di Sean: "E' come se su quell'auto ci fossimo saliti tutti e tre", e con l'immagine di Jimmy barcollante per strada, ubriaco di dolore e nefandezze.


[Ardesia, 28/10/2003][p.link][]



[lunedì 27 ottobre 03]



[Ardesia, 27/10/2003][p.link][]



Ormai temo sia un dato di fatto: il sabato è il giorno sfortunato del mio computer.
La scorsa settimana aveva dato forfait l'alimentatorea, l'altro giorno invece è stata la volta dell'hard disk.
C'è anche da dire che la ventola dell'alimentatore ingoiava stuzzicadenti, ma almeno il pc funzionava ed anche se rollava come un elicottero impazzito era meglio di nulla.
Invece con la partenza dell'hard disk verso i vasti prati elettronici del desktop celeste il compuer si è spento improvvisamente e non c'è stato più verso di rianimarlo.
E con lui se ne sono andati tutti i dati.
Fortunatamente avevo salvato tutto su cd-rom non più di due settimane fa, quindi perlomeno i danni sono contenuti.
Chissà quale pezzo spirerà sabato prossimo.
Si accettano scommesse.
Scheda madre, video, audio? Processore? Monitor?
Su avanti Ssiore e Ssiori, tentate la s-fortuna del mio pc.
Fate le Vostre previsioni.


[Ardesia, 27/10/2003][p.link][]



[sabato 25 ottobre 03]



[Ardesia, 25/10/2003][p.link][]



[venerdì 24 ottobre 03]

Amazon ha introdotto una nuova, straordinaria modalità di ricerca che permette di analizzare la presenza di un singolo termine all'interno di un dato numero di volumi (per ora sono 120.000), con, tra l'altro, la possibilità di visionare il contesto in cui tale parola è inserita ed il numero della pagina relativa.
Da restare senza fiato!

Fonte -> slashdot.org


[Ardesia, 24/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 24/10/2003][p.link][]



In giugno avevamo lasciato Neo sul punto di squagliarsi dal caldo, alle prese con un avido venditore di ventilatori.
Bene, ora sta per arrivare nelle nostre sale cinematografiche il tanto atteso seguito.
In un mondo in cui tutti gli equilibri si sono spezzati, gli elettromestici delle maggiori catene di discount si stanno coalizzando contro gli umani, rei di aver riposto la loro salvezza nelle mani di uno che gli sbalzi di temperatura proprio non li regge.
I freezer di classe A sono quasi pronti per la battaglia, quelli B stanno cercando di aumentare la loro efficacia portando al limite la propria resistenza ed autoregolandosi la manopola della temperatura al livello massimo di asterischi.
In Matrix Revolution vedremo quindi Neo indossare la sciarpa arcobaleno che Trinity gli ha amorevolemente sferruzzato durante tutto il periodo estivo (non si è fermata mai un attimo, nemmeno sul traghetto per la vacanza all'isola d'Elba); quell'indumento è l'unica arma che Neo avrà a disposizione per combattere la morsa di gelo che attanaglierà il pianeta.
Orde di forni a microonde impazziti, radiosveglie che gracchieranno ininterrottamente le più datate canzoni di Reitano, fon che inseguiranno ostinatamente Morpheus cercando di distrarlo col ricordo della sua chioma perduta, frullatori carnivori, rasoi ingordi ed eserciti di irrefrenabili orsetti duracell.
Prima di andare al cinema sbrinate il frigo e staccate la corrente; sì, perché di Neo non c'è da fidarsi. Quello è uno che per una tunica d'Armani si venderebbe la madre. Figuriamoci che effetto potrà fargli dover indossare una sciarpetta fatta in casa, devastata dagli improbabili accostamenti cromatici di Trinity, che sarà anche la migliore quando c'è da schivare pallottole, gettarsi da grattacieli, fare sesso durante rumorosissimi rave party o scegliere tutine aderenti, ma che per quanto riguarda i capi in lana è una vera... capra.


[Ardesia, 24/10/2003][p.link][]



(dialogo scritto il 15/06/2003)

Neo: Lei chi è?
Venditore di Ventilatori: Io sono l'ultimo venditore di ventilatori; se è un po' di refrigerio che cerchi sono l'unica tua speranza. Alcuni modelli di ventilatori che ti mostrerò potrai permetterteli, altri no. Concordemente malgrado la tua prima domanda possa essere la più pertinente potresti renderti conto o non renderti conto che essa è anche la più irrilevante. [Leggi tutto >>>]


[Ardesia, 24/10/2003][p.link][]



[giovedì 23 ottobre 03]

Fate bene attenzione perché sto per parlarvi di un'iniziativa a cui tengo particolarmente.
Non vi imporrò impopolari posture statiche - tipo "braccia conserte" - ma cercate di venirmi incontro anche voi, magari piantandola di usare le pilot come cerbottane atte a tirarvi addosso a vicenda pallini di carta squallidamente insalivati.
Su che mi servono i vostri consigli!
Da oggi c'è un nuovo blog, collegato ad una interessantissima e specialissima newsletter (e crepi la modestia!)
Forse qualcuno si ricorderà dell'annuncio che è stato affisso in cima alla mia vecchia intercapedine splinderiana per tutto il periodo estivo:
"AAA INFORMATORE LIBRARIO CERCASI"
Beh, un informatore alla fine è saltato fuori! E che informatore!!!!
Niente po' po' di meno che il supermegadisponibile&paziente Monaco Errante!
Mica pizza e fichi.
Ma veniamo al punto.
L'iniziativa di e{qui:libri}*blog è la seguente -> io ed il Monaco stiamo allestendo il primo numero di una newsletter che ad invii periodici sarà mandata a tutti gli iscritti e che parlerà di libri!
I contenuti principali saranno pressoché i seguenti:
- indicazione dell'uscita in libreria dei volumi in formato economico più interessanti;
- lista delle novità più allettanti;
- linkaggio di post pescati in giro per blog, che parlino di libri o di argomenti correlati (recensioni, pensieri, opinioni, etc...)
Naturalmente il tutto prenderà una forma più definita col tempo e, ci auguriamo, con i vostri suggerimenti.
Secondo voi che altro genere di contenuti si potrebbero trattare??
Insomma, cosa vorreste trovarci dentro??

Inoltre se qualcuno volesse collaborare in qualche maniera basta che mi mandi una mail con la sua proposta.

Ma siete ancora qui???
Dovete precipitarvi a sottoscrivere la vostra iscrizione!
Il form apposito lo trovate nella home del progetto.
C'è anche una sezione di spiegazioni più dettagliate che mi auguro sia chiara ed esaustiva.

Per quanto riguarda i vostri indirizzi e-mail, state tranquilli: niente spam o cose del genere.
Dopo che avrete inserito l'indirizzo nel form, per essere effettivamente iscritti dovrete dare una ulteriore conferma attraverso una mail di notifica che arriverà quasi immediatamente nella vostra casella. Questo per evitare che chiunque possa iscrivervi vostro malgrado ad un servizio che non desiderate.
Inoltre potrete annullare l'iscrizione in qualsiasi momento, attraverso un semplice link che sarà presente in ogni mail che vi manderemo.
Più comodo di così!

Un po' di lavaggio del cervello in queste situazioni può rivelarsi utili, quindi:
- fissa attentamente questo punto -> .
- concentrati... di più... ancora più concentrato...
- ora devi andare qui ed iscriverti alla nostra newsletter;
- riflettere un po' sulla faccenda e lasciare un tuo commento pieno di consigli e suggerimenti;
- andare sul tuo blog a linkare questo indirizzo http://www.lintercapedine.net/blog/equilibri.php da qualche parte, magari segnalandolo in un apposito post, farcito di parole piene d'entusiasmo!

Puoi anche linkarci usando l'apposito bottoncino


Che devo fare più di così????? Venirti a lavare la macchina???
Sì?!
Maddai! Tra l'altro sta anche piovendo! Che te la vuoi lavare a fare?!


[Ardesia, 23/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 23/10/2003][p.link][]



Ieri notte ho sognato che una mia amica si sposava con John Travolta. Erano così carini... Peccato che lei un marito già ce l'abbia. Al matrimonio onirico sono arrivata in ritardissimo poiché strada facendo sono finita con l'auto dentro ad un piccolo laghetto artificiale, di quelli in cui tristissimi pesci fanno a spintoni per essere pescati. Entrambi gli sposi erano scalzi ed io indossavo una sorta di tunica arancione molto new age. Grazie al cielo era un solamente un sogno, perché visto l'abbigliamento temo che in quella dimensione la mia occupazione primaria fosse distribuire margherite ai passanti.
Oggi pomeriggio invece ho comprato un vestito per un matrimonio reale. Mi piace per metà - quella sotto. La parte sopra invece non mi soddisfa. Chissenefrega, direte voi. Frega a me, affermerò io. Infatti alla cerimonia sono costretta a recarmici tutta intera e non soltanto con la parte che mi sembra vestita degnamente. In più devo fare anche i conti col fatto che il mio aitante accompagnatore indosserà un abito tremendamente elegante, che lo rende particolarmente fascinoso. Comunque a tutto c'è rimedio -> ho trovato un paio di scarpe con un tacco micidiale; una botta ben assestata in mezzo alla fronte a chi si azzarda a fargli gli occhi dolci non gliela leva nessuno.
Non me lo scordo mica io "L'ultimo bacio"; si aggirano ninfette sciupa-morosi-altrui ai matrimoni.
C'è chi si scambia promesse ed anelli e chi lancia tacchi. Certe domeniche sono fatte così.

Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio

(L'ultimo Bacio - Carmen Consoli)


[Ardesia, 23/10/2003][p.link][]



[mercoledì 22 ottobre 03]



[Ardesia, 22/10/2003][p.link][]



[martedì 21 ottobre 03]

Ovvero: come ti preparo un polpettone straordinario.

Ingredienti principali:
- Allan Quatermain (H. R. Haggard)
- Il Capitano Nemo ("Ventimila leghe sotto i mari" di Jules Verne)
- L'Uomo Invisibile ("L'uomo invisibile" di H. G. Wells)
- Dorian Gray ("Il ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde")
- Nina Harker ("Dracula" di Bram Stoker)
- Tom Sawyer ("Le Avventure di Tom Sawyer" di Mark Twain)
- Dottor Jekyll e Mister Hyde ("Lo Strano Caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde" di Robert Louis Stevenson)

Preparazione:
Mettere in una terrina Sean Connery, il Nautilus ammollato nei canali di Venezia, l'ex-morosa di Dracula, l'uomo invisibile ed amalgamare per bene.
Salare e pepare a volontà con un invincibile Dorian Gray ed un giovane, ma intraprendente Tom Sawyer.
Dare una spolveratina a qualche altro classico letterario di fine '800, infarcendo il tutto di citazioni e ambientazioni sparse.
A questo punto stendere una trama leggermente unta di prevedibilità, adagiarvi sopra il polpettone ed avvolgerlo per bene; metterlo in uno stampo di forma indefinibile ed infornarlo a 220°C.
Lasciare che gli spettatori ad osservare il forno per un paio d'ore.
Nel frattempo mettere un fumetto straordinario - per davvero - come "The League of Extraordinary Gentlemen" di Alan Moore, nel bicchiere del frullatore insieme ai romanzi degli scrittori che per primi han dato vita ai personaggi/ingredienti sopracitati, aggiungervi 4-5 cucchiai di luoghi comuni, l'asprezza degli azzardi mal giostrati, una spruzzata di Worchester (nella speranza di far sbronzare gli spettatori ed evitare così pessime critiche) ed una presa di sale (se è stato girato un film del genere evidentemente di "prese di coscenza" c'era carenza, quindi tanto vale sostituirle col sale).
Frullare il composto fino ad ottenere una salsa fluida.
Tritare un cucchiaio di effetti speciali ed unirli alla salsa, sperando che mascherino almeno un po' il saporaccio di tutto il resto.
Affettare il polpettone ormai freddo con una stroncatura totale del film, sistemare le fette su un post da portata e posare sopra ognuna di esse un cucchiaio della salsa correggi-sapore.
Servire dopo essersi preventivamente accertati di avere nella dispensa una scorta industriale di bicarbonato.



Così imparo a non fidarmi del destino ed a considerarlo avverso soltanto perché sta cercando di evitarmi certe tragiche visioni.


[Ardesia, 21/10/2003][p.link][]



Quante volte poteva dire di essere stato veramente felice?
Forse due... o forse di più, ma erano state soltanto due le occasioni in cui la consapevolezza di essere felice gli aveva pulsato nella mente come una scritta intermittente al neon, rossa come quella dell'insegna del negozio del salumiere sotto casa sua.

La prima volta gli era successo sulle montagne russe.
Inizialmente non ci voleva nemmeno andare; l'altezza e la velocità lo spaventavano ed era anche convinto di soffrire un poco di vertigini. Ci era voluta una mezz'ora buona per persuarderlo, ma poi l'esperienza gli era sembrata a dir poco illuminante. Durante la discesa più scoscesa, mentre l'aria gli sformava i tratti del viso e Ronnie al suo fianco gridava a squarciagola, sentì chiaramente di essere felice, lì, proprio in quel momento, in quell'attimo, in quella corsa artificiale da qualche soldo.

La seconda volta stava leggendo un libro che parlava di due ragazzi che si erano presi per mano ed iniziavano così a vivere.
Gli sembrava che nella storia ci fossero anche un vecchio orso ed una motocicletta, ma ora, a distanza di molti anni, non ne era certo. La cosa di cui era sicuro invece era quella di aver provato una sensazione di leggerezza indescrivibile mentre leggeva di quelle mani intrecciate l'una nell'altra, di quelle due esistenze che si univano e davano un inizio ufficiale alle loro vite. Era felice; se qualcuno aveva scritto una cosa del genere allora esisteva la possibilità che fosse possibile esistere in quel modo, sostenendosi e sostenendo.

Ecco, questo era quindi la felicità per lui: un giro sulle montagne russe in un parco di divertimenti ormai abbandonato e il paragrafo di un libro letto tanto tempo prima.

Pensò che non gli era andata poi tanto male: avrebbe potuto declinare l'invito di Ronnie e Sara per quel pomeriggio al Luna Park, così come avrebbe potuto non comprare mai quel libro, oppure comprarlo, ma non leggerlo o saltare per distrazione proprio quella pagina, quelle righe.

Eh sì; era stato un uomo fortunato.


[Ardesia, 21/10/2003][p.link][]



Morire d'infarto nella confusione di un aeroporto dall'altra parte del mondo, tra voci di sconosciuti che parlano lingue sconosciute, non dev'essere molto confortante.
Ma nemmeno morire in casa propria circondato da voci e parole familiari credo che lo sia.
Però leggendo di Manuel Vasquez Montalban che "è morto, a causa di un attacco cardiaco, quando si trovava all'aeroporto internazionale di Bangkok, proveniente da Sydney, in attesa di imbarcarsi su un volo per Madrid", a colpirmi sono stati proprio luogo e circostanze.
Da qualche parte devo avere un suo romanzo - mai letto. Non ne ricordo il titolo, ma di certo è una storia che ha per protagonista il detective Pepe Carvalho.
Forse ora lo leggerò, e poco importa se in quell'aeroporto io non sarei stata altro che un'ennesima voce sconosciuta che parla una lingua sconosciuta, perchè i libri a certe cose non fanno caso... nemmeno alla morte di chi li ha scritti.


[Ardesia, 21/10/2003][p.link][]



[lunedì 20 ottobre 03]



[Ardesia, 20/10/2003][p.link][]



Prendersela col mondo a volte dà i suoi frutti: ieri, non potendo rassegnarmi all'ipotesi di dover attendere lunedì per avventurarmi in un negozio di computer e non volendo rischiare di ritrovarmi col pc fuso da un momento all'altro, sono miracolosamente riuscita a scovare una fiera campionaria di "aggeggi" informatici non distante da casa mia e lì, fra pile di schede madri, processori e mouse appesi come salami, ho trovato un alimentatore nuovo fiammante che, al modico prezzo di 10 euro, si è poi mostrato all'altezza della situazione.
La ventola gira che è un piacere ed anche se è leggermente più rumorosa della vecchia... oh, quanto mi è dolce il suo fruscio!
Alla fiera mi sembrava di essere immersa in una sorta di stravagante acquario tecnologico, frequentato da anomale specie di natanti... gente quasi muta, dato che per comunicare piuttosto che usare la voce preferisce sguinzagliare i polpastrelli su di una tastiera.
Ed io in quel momento ero una di loro, col mio acquisto nascosto in un sacchetto e tenuto gelosamente in mano, al riparo dagli spintoni della ressa.
Brrrrrrrrrr, brividi.
Ma no, se voglio son capacissima di non accendere il pc.
La cosa che non sopporto è non poterlo usare per cause di forza maggiore, tipo malfunzionamenti o simili.
Comunque ora è tutto risolto... fino al prossimo guasto.


[Ardesia, 20/10/2003][p.link][]



[domenica 19 ottobre 03]

Da oggi c'è una novità: se voglio navigare su internet o semplicemente usare il computer, ad intervalli di tempo variabili (10 secondi / 15 minuti), son obbligata a fermare per qualche istante la ventola dell'alimentatore con uno stuzzicadenti, in modo che che per un po' la smetta fare un frastuono infernale, paragonabile a quello dell'elica di un elicottero in partenza.
Al primo maldestro tentativo lo stuzzicadenti è stato letteralmente ingoiato dal pc.
Le squadre di soccorso, in seguito all'intrattenibile scoppio d'ilarità causato dalla scena, hanno abbandonato le ricerche già prima d'iniziarle.
Che fantastiche sorprese ci riserva la vita!
Mi pare non ci sia altro da aggiungere... a parte una sfilza di improperi misti, ma sono certa che quelli ve li potete immaginare da soli, senza ulteriori specifiche da parte mia.


[Ardesia, 19/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 19/10/2003][p.link][]



[venerdì 17 ottobre 03]



[Ardesia, 17/10/2003][p.link][]



INDICE
- Prefazione - 5
- Mister Brother - 13
- Mister Brother: partitura per ottetto - 33
- Puttana - 41
- Virginia Woolf, una tranquilla rivoluzionaria - 53
- Tutto qui (o del lavoro del traduttore) di Ivan Cotroneo - 105

Dalla quarta di copertina:
"Mr Brother" raccoglie tre testi brevi dell'autore di "Le ore".
Si tratta di due racconti, "Mr Brother" e "Puttana", che esplorano due straordinari momenti di rivelazione nella vita di due ordinari ragazzi, e di un breve saggio, "Virginia Woolf, una tranquilla rivoluzionaria", che racconta le relazioni e le influenze - reciproche, se in letteratura tutto esiste contemporaneamente - fra due scrittori separati dal tempo ma uniti da una comune visione del mondo. A legare e ad attraversare i testi, tre interventi sul significato, la tecnica e l'importanza della traduzione letteraria.


E' un libricino che consiglio spassionatamente. L'ho riletto stamattina e non ho potuto fare a meno di dedicargli un post anche se son quasi certa di averne già parlato mesi fa.
"Mr Brother" è un racconto intriso di una sincerità spiazzante.
L'ovvietà si trasforma in rivelazione letteraria e poche pagine riescono a trasmettere un'esperienza di vita talmente profonda che alla fine va a confondersi anche con i ricordi di chi, come me, fratelli da invidiare non ne ha mai avuti, ma che più di una volta ha provato una sgradevole sensazione di indeguatezza nei confronti di qualcuno o della vita.
L'altro racconto, "Puttana", - brevissimo - invece mi ha trasmesso un senso di vuoto e di incompiutezza.
Il saggio su Virginia Woolf ritengo possa essere di grande interesse per tutti coloro che hanno amato "Le ore" e per chi, leggendolo, si sia chiesto come mai tra tanti scrittori Cunningham prediliga a tal punto la Woolf da riuscire a creare con lei una sorta di alchemica simbiosi letteraria.
I brani riguardo il mestiere del traduttore sono illuminanti.
Tradurre un romanzo penso che sia un vero e proprio viaggio mentale al quale purtroppo spesso non si dà la giusta importanza; purtroppo si sente parlare di un determinato traduttore soltanto quando c'è da recriminare qualcosa in negativo.


[Ardesia, 17/10/2003][p.link][]



[giovedì 16 ottobre 03]

La sua prima esposizione era stata un successo.
L'afflusso massiccio di pubblico, i primi compratori che staccavano assegni, i critici d'arte che gli stringevano la mano entusiasti.
Ma quello per cui decenni dopo avrebbe ricordato la giornata del suo debutto artistico pubblico sarebbe stata una telefonata inaspettata che era andata a toccare le corde più nascoste della sua intimità.

Era rientrato da poco nel suo appartamento/studio, all'ultimo piano di una palazzina dall'aria poco raccomandabile, quando il telefono si mise a squillare.
"Pronto."
"Salve..."
"Chi parla?"
"Ero alla mostra oggi... M'interessa un quadro, vorrei comprarlo."
"Sì, mi dica; quale quadro?"
"Non c'era alla mostra... E' il quadro di una donna. Quella che ti fissa ogni notte."
"Ma cos..", s'interruppe bruscamente, le parole gli si strozzarono in gola ed ebbe l'ineffabile sensazione di essere stato scoperto; fu pervaso da un misto di vergogna e sollievo.
"Ah, sei tu... Non avevo riconosciuto la voce; sarà la stanchezza. Come fai a sapere del quadro?"
"Non lo sapevo. Ma me l'mmaginavo. Ora lo so."
Lui si ricompose e cercò un tono di voce calmo ed apparentemente sereno.
"Perché lo vuoi?"
"Voglio vedermi attraverso i tuoi occhi"
"Ed allora torna da me e potrai farlo ogni volta che vorrai..."
"No, lo sai, non è possibile"
"Ma..."
"Ma niente. Me lo vendi il quadro?"
"Te lo regalo"
"Ne farai un altro?"
"Non lo so... Forse sarebbe meglio di no."
"Lo penso anch'io. Senti, incartalo; lo farò venire a prendere domani sera da qualcuno, se a te sta bene..."
"Sì, certo, perfetto; domani sera va bene."
"Ok. Complimenti per la mostra. Te lo dicevo che prima o poi si sarebbero accorti di te...
"...ed io ci credevo solo perché a dirlo eri tu. Lo sai."
"Lo so. Addio."
"Addio"
Aggiunse rapido "ti amo", ma dall'altra parte la cornetta era già stata riagganciata.
Andò subito in camera e diede un'ultima, malinconica occhiata alla grande tela posta sulla parete di fianco al suo letto.
Negli ultimi due anni aveva tirato avanti vivendo d'espedienti, lavorando come fattorino di giorno e dipingendo la notte, finché esausto non crollava sul letto e si abbandonava allo sguardo della donna del quadro, fantasma di un amore impossibile da dimenticare.
L'immagine della sua amante nuda, stesa su un fianco, lo fissava dalla parete e gli trasmetteva la forza per continuare a dipingere, ma nel contempo gli dava anche l'illusione, la falsa speranza, di poter, un giorno, riavere di nuovo al suo fianco l'unica donna che avesse mai amato.
Ora sapeva che non sarebbe mai successo.
Maledisse il giorno in cui, per una dannata debolezza, l'aveva tradita.
Lei lo aveva perdonato, sì, ma se n'era andata per sempre... ed ora si portava via anche quell'ultimo riflesso, il fantasma del quadro.
Lui lo sapeva: lo stava liberando. Anche lei lo amava ancora e quel suo gesto, apparentemente egoista, era la prova dello sconfinato amore che provava verso quell'uomo che l'aveva ingannata e tradita miserabilmente.
Con un pennello sottile, intinto in un rosso carminio, scrisse in un angolo, sul retro della tela:
"Scusa. Anch'io ti amo ancora. Grazie per lo spiraglio di libertà che mi stai donando."
La sera seguente incartò il quadro e lo sistemò appoggiato al muro fuori dalla porta del suo appartamento; la mattina successiva era sparito, insieme al fantasma di una speranza vana.


[Ardesia, 16/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 16/10/2003][p.link][]



Salta, corri, spara, picchia, lancia, colpisci, ruba, sorridi, volteggia, brummbrummm, domina il tempo, scazzotta, allenati, spacca tutto, parla 3000 lingue, stupisci, sii la più affascinante del mondo, fulmina con lo sguardo, fatti la treccia, disfati la treccia, tiratela come se l'avessi solo tu (e qui non mi riferisco alla treccia), non piegarti, non spezzarti, non far caso al dolore, spendi un fracco di soldi, schiva, stordisci, buttati in mezzo al pericolo, segui l'istinto, striscia, naviga, vola, sorprendi, capisci tutto tu, trova tutto tu, salva tutti tu e sii sempre il massimo della perfezione.

Ecco, in sintesi questa è la trama di "Lara Croft: Tomb Raider", il primo film ispirato al famoso videogioco.
Una sorta di versione tutta al femminile Indiana Jones che però ad i film di Indy non meriterebbe nemmeno di essere lontanamente associata.
Gli eroi sono meravigliosi quando riescono a mostrare anche le proprie debolezze; Lara Croft invece è una sorta di Superman in gonnella a cui non fa effetto nemmeno la criptonite.
A me una che non teme nulla, che tira fuori la roba dal microonde a mani nude, senza scottarsi, che dopo essersi tagliata a sangue una mano con un pugnale prende le redini di una slitta e se la ride di gusto, non può starmi simpatica.
Comunque se non si nutrono aspettative di sorta e si prendono tutte queste esagerazioni per quello che sono e cioè una visione "fumettistica" del personaggio, allora resta un film d'azione passabile, anche se gli sviluppi della trama sono pressoché scontati e prevedibili.
Mi auguro che il secondo film sulla Croft, che dovrebbe arrivare nelle nostre sale la prossima settimana, mostri di più la persona e meno il personaggio.
Qualcosa però mi dice che non sarò accontentata; il seno esplosivo ed il sorriso beffardo di Lara promettono ben altro.


[Ardesia, 16/10/2003][p.link][]



[mercoledì 15 ottobre 03]

Mi son imbattuta soltanto poco fa nel test/gioco dei libri ideato da "Salto del Canale" e "Incipit_Nemo", ma anche se totalmente fuori tempo massimo (almeno credo) ho deciso di rispondere comunque alle tre domande che vengono poste - al limite mi fischiano il fuorigioco:

1. Quale è il libro che rimpiangi di non aver ancora letto e perché?
- "Guerra e Pace" di Tolstoj perché temo che più rimanderò più mi sembreranno preferibili libri meno voluminosi, la cui lettura richiede tempi di lettura più stringati, e così finirò per non leggerlo mai.
2. E' questo il libro più brutto che ho letto, perché...
- "City" di Baricco, perché ogni volta, arrivo a tre quarti e lo abbandono a sé stesso: è più forte di me, non riesco ad arrivare in fondo, anche se mi incuriosisce il finale della vicenda. Anzi, se qualcuno che lo ha letto mi mandasse una mail svelandomi la conclusione della storia, gliene sarei infinitamente grata!)
3. Questo libro non l'ho letto e non lo leggerei mai, per queste ragioni...
- Non mi è ancora capitato di scartare una lettura a priori. Naturalmente prediligo alcuni generi ad altri, ma non ricordo rifiuti mentali espliciti nei confronti di un singolo titolo.

Se avessi partecipato al test, con queste risposte avrei totalizzato 6 punti e il mio profilo sarebbe quello del "topo da biblioteca".
Se avessi, sarei; se fossi, farei; se bla di sù, allora blabla di giù!
Ma la vita non è fatta di "se", quindi attendo serafica il fischio dell'arbitro.
Se solo avesse la decenza d'espellermi da certe frenesie di questa società...
Ne approfitterei per passare il resto della partita nella calma dello spogliatoio, a leggere.
Magari proprio "Guerra e pace".


[Ardesia, 15/10/2003][p.link][]



[martedì 14 ottobre 03]



[Ardesia, 14/10/2003][p.link][]



Il romanzo più famoso di Richard Brautigan è "Pesca alla trota in America", ma dato che questo è dichiaratamente, già a partire dal titolo, un blog di nicchia - ultimamente mi gira così, non fateci caso - oggi parlerò di un paio di suoi libri meno conosciuti.

"Sognando Babilonia" è un romanzo che si stranisce da solo, che si estrania e fa estraniare. La scrittura è quasi elementare; continue ripetizioni di concetti ed azioni, passaggi brevi, capitoli lunghi al massimo qualche facciata. Il primo ad apparire fuori dal mondo è proprio il protagonista, il cui ruolo, e cioè quello di detective, gli imporrebbe invece di avere una certa padronanza della situazione. Ma lui è un sognatore nell'accezione letterale del termine, e combatte quotidianamente per non soccombere all'universo immaginario che da molti anni oramai preferisce a quello reale.
Babilonia è una sorta di dimensione parallela in cui rifugiarsi per apparire migliori di quel che si crede di essere, ma i siparietti immaginari alla lunga sortiscono l'effetto che Brautigan secondo me si è preposto quando li ha scritti e cioè quello di irritare il lettore, che da che mondo è mondo, preferisce storie sfigate, ma che trasmettono un sentore di verità, a tiritere tutte rose e fiori, ma inventate.
[-> incipit]

"La casa dei libri" parla di una misteriosa "biblioteca" nella quale vengono accolti e raccolti tutti i dattiloscritti e manoscritti più strambi della terra. Si tratta di libri che se proposti ad un qualsiasi editore non verrebbero mai pubblicati, ma che invece nell'edificio con la campanella d'argento e la porta a vetrate trovano sempre qualcuno, 24 ore su 24, a dargli un entusiasta benvenuto ed a catalogarli. Ma la casa dei libri rappresenta soltanto la parte iniziale della vicenda; è allo stesso tempo il luogo che fa da sfondo alla nascita di un grande amore ed il punto di partenza per un viaggio in Messico, per porre fine ad una gravidanza imprevista.
Si tratta quindi di un viaggio dentro al viaggio, nella miglior tradizione della cultura beat.
I libri, i sentimenti, lo spostamento fisico; sono tutti modi diversi per compiere un percorso intimo di riflessione e mutamento.
[-> incipit]

La peculiarità di questi due romanzi è quella d'apparire inizialmente sempliciotti e didascalici, per poi svelare, celato fra le righe, un profondo simbolismo che, mano a mano che si procede nella lettura, diviene chiaramente percepibile anche in quello che potrebbe apparire come il più irrilevante dei particolari.


[Ardesia, 14/10/2003][p.link][]



[lunedì 13 ottobre 03]



[Ardesia, 13/10/2003][p.link][]



[domenica 12 ottobre 03]



[Ardesia, 12/10/2003][p.link][]



Mezz'ora e dico MEZZ'ORA di giravolte, precedenze, sensi obbligati, pedoni scansati, tamponamenti evitati, per trovare un misero posto in cui parcheggiare l'auto, per poi approdare affannati ad una biglietteria che pareva una stazione della metropolitana di Parigi l'ultimo dell'anno. Sconcerto. Caldo. Nervosismo crescente.
Quando poi siamo arrivati vicino ai monitor quel tanto che bastava per distinguere qualche carattere ci siam resi conto che la sala in cui proiettavano l'unico film che poteva vagamente interessarci era al completo.
Alternativa uno: bighellonare in giro per un'ora e dieci minuti, in attesa dello spettacolo successivo.
Alternativa due: fanculizzare i multisala, i parcheggi dei multisala, tutti quelli che ci han preceduto alla biglietteria del multisala ed andarcene.
Alternativa tre: andare a vedere "Pimpi, piccolo grande eroe" o "L'apetta Guilia", la cui programmazione resta misteriosamente invariata da molte settimane e che vengono trasmessi nelle uniche due sale quasi sempre deserte - ma questo punto è molto meno misterioso.
Logicamente abbiamo optato per il fanculizzamento globale e ce ne siamo andati.
Ciliegina sulla torta: raggiunta l'auto ci siamo resi conto che nel frattempo si era svuotato mezzo parcheggio.
Misteri del sabato sera.
"La leggenda degli Uomini Straordinari" me la vedrò in tv se e quando capiterà.
Io di certo per loro non mi muoverò più: se vogliono farsi vedere, che vengano loro a cercare un parcheggio sotto casa mia. Sono loro quelli straordinari, mica io.
La cena invece è stata fantastica -> terrazzone di un'enoteca in cima ad una collina = vista panoramica sulla pianura sottostante -> vino novello + crostini di piadina + piadina squacquerone&affettati misti.
C'eran due gatti che ci facevano la posta prima, un tramonto rosato poi e mille luci scintillanti dopo.
La luna era rossa ed immensa stasera.


[Ardesia, 12/10/2003][p.link][]



[sabato 11 ottobre 03]

I particolari lo nauseano.
Per mantenere la situazione sotto controllo si è imposto di distogliere l'attenzione dalle piccole cose e di cercare di cogliere ad ogni sguardo l'insieme e non il dettaglio.
Se finge di non vedere il luccichio composto e sterile nel tavolino di fianco a lui tutto sembra andare per il meglio.
Aspetta.
I passi nel corridoio raccontano storie di urgenza e frenesia; ritmi di tamburi tribali che riecheggiano nella nebbia dei sensi. Lui li ascolta immobile, concentrato nello sforzo di considerare anche sé stesso un membro indistinto di una vasta umanità e non un singolo individuo.
Ma è tutto inutile.
Ha paura.
Sotto le palbebre si consuma un pianto represso; scrosci di pioggia battente che si dissipano in rigagnoli di timori non condivisi... e per questo letali.
Arriva gente.
Alte figure gli si sistemano intorno parlandogli sommessamente, ma lui non gli presta attenzione.
Vorrebbe solo essere da qualche altra parte, lontano.
E' compiaciuto da questo suo pensiero; "lontano" non è un posto preciso, bensì un luogo indefinito, un concetto astratto. Finalmente si è lasciato alle spalle i dettagli.
Proprio come il mondo forse ora sta per lasciarsi alle spalle lui, la sua esistenza, ma non se ne rammarica ...non ha più la lucidità per farlo; l'anestesia sta facendo effetto.
Buio.


[Ardesia, 11/10/2003][p.link][]



Andare qua, andare là, fare questo, comprare quello, decidere abbinamenti, domar sconcerti, ignorare patimenti.
E' tardi, è tardi, è tardissimo. Correre, scattare, velocizzare, ottimizzare!
Tempo, manca tempo, rincorrere ore, minuti, secondi.
Cassa veloce, max 10 pezzi, numeri, codici, carte di credito, resti, bancomat, assegni.
Sconti, rincari, saldi, bancali.
Frenesia dell'ultimo minuto.
Apatia da starnuto.
Sarà meglio giallo o esalta di più il blu?
Etciù!


[Ardesia, 11/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 11/10/2003][p.link][]



[venerdì 10 ottobre 03]

- Skip Pop si è rinnovato&velocizzato. Fra le novità più rilevanti si segnala la sezione relativa ai libri più citati nei blog nelle ultime due settimane. Resta solo da capire su cosa si basa l'indicizzazione... forse ai link a IBS. Attendo conferma.
- Dopo la vittoria di Margherita su Proserpina, la nuova sfida di Blogstar Death Match vedrà opposti Strelnik e livefast. Tema da sviluppare -> 'il perfetto blogger maledetto, filosofie a confronto' (fonte: livefast)
- Aumenta in numero di blogger che utilizzano Necrowave XML per crearsi il proprio feed.


[Ardesia, 10/10/2003][p.link][]



Scattata l'estate scorsa qui.
Qualcuno riesce ad indovinare di cosa si tratta?








[Ardesia, 10/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 10/10/2003][p.link][]



[giovedì 09 ottobre 03]

L'omino chinò lo sguardo appena appena, giusto quel tanto che gli bastava per guardarsi le punte dei piedi.
Non c'era dubbio, erano i suoi piedi, li riconosceva dalle scarpe.
Erano state una pazzia quelle scarpe, non poteva di certo scordarsene così, come avrebbe potuto permettersi di fare se si fosse trattato di un acquisto ordinario.
Ma lui, un omino come tanti, non guadagnava un granché e certi gemiti del conto corrente lo destabilizzavano per giorni.
Non voleva lamentarsi, ma ne avrebbe avute di lagnanze da fare al Padreterno, eccome se ne avrebbe avute.
Innanzitutto per la questione dei piedi. Possibile che per riconoscerli dovesse rifarsi all'irritante ricordo della spesa sostenuta per accaparrarsi quelle dannatissime scarpe? Aveva terrore dei propri piedi. Non sopportava la visione di quelle ditine tozze, dei disordinati ciuffetti di peli che le sormontavano, delle unghie lunghe e spesse.
Era più forte di lui. Prima di cambiarsi i calzini era solito bendarsi. Toccarli invece non lo impressionava. Almeno quello.
"Eppure, eppure, eppure, da qualche parte ci deve essere qualcuno come me" era solito ripetersi l'omino ogni volta che nascondeva sé stesso al mondo, annodandosi una cravatta dietro la nuca.
"Eppure, eppure, eppure, non posso essere l'unico strambo in circolazione".
L'omino un giorno guardò il cielo e decise che era la cosa più bella che avesse mai visto. Pensò che se i suoi piedi si fossero stagliati in quella straordinaria immensità allora forse non sarebbero poi stati tanto brutti da guardare. Si convinse che era proprio così.
"I miei piedi mi fanno stare male soltanto perché sono laggiù, in basso, in terra, a contatto con un mondo tetro e stanco, un mondo che non mi appartiene più", pensò e decise che avrebbe imparato a camminare sulle mani.
Dopo due settimane di allenamento riuscì a fare i primi metri a testa in giù e un anno dopo passava la maggior parte della giornata coi piedi per aria.
Lo stratagemma funzionava; vedere i piedi protendere verso l'azzurro del cielo faceva sparire la sua fobia.
Purtroppo la terza volta che si presentò in ufficio capovolto fu licenziato.
"Eppure, eppure, eppure, piacersi solo a testa in giù non mi sembra poi una pazzia".
"Eppure, eppure, eppure, da qualche parte ci deve essere qualcuno come me".
Così l'omino partì, avanzando una mano dopo l'altra, facendosi strada per i sentieri del mondo, alla ricerca di qualcuno che potesse comprendere la sua nuova visione della vita e dei suoi piedi.
Ne stava facendo di strada su quelle piccole mani.
Ormai era un omino diverso.
Un omino capace di affrontare la vita con dignità e di andare incontro al futuro a testa alta, anche se a dir la verità la sua testa era quasi sempre rasente il suolo.
Un omino con i piedi fra le nuvole.
Un omino fiducioso ed ottimista.
In poche parole un omino sottosopra.


[Ardesia, 09/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 09/10/2003][p.link][]



[mercoledì 08 ottobre 03]

Parrucchiera -> profumo di lacca -> interferenze di fon -> poltrona -> asciugamani colorati -> shampoo -> balsamo sulle punte -> schiuma alla radice -> nodi al pettine -> forbici -> ciocche di capelli sul pavimento -> chiacchere tra tazzine di caffè e bicchieri di spremuta -> veloci risciaqui -> testa in giù -> testa in sù -> diffusore -> ricci -> capricci -> gel azzurro -> signore sorridenti -> bigodini bizzarri -> cartoline sugli specchi -> fuori; sole nel cielo limpido e fresco -> dentro; teste testate al sapore di boccoli in fiore.

Peccato che l'argomento del momento fosse "Beautiful".
Così imparo ad andarmi a tagliare i capelli il giorno dopo la puntata in cui Brooke decide di non sposare Ridge, accusandolo tra l'altro d'amare la figlia che lei ha avuto col padre di lui... che in realtà poi nemmeno è veramente suo padre, anche se lui, il padre, crede di esserlo.
Da quando ho visto la prima ed ultima puntata di "Beautiful" della mia vita, e cioè una decina d'anni fa, pare che Brooke si sia sposata e/o abbia avuto intrallazzi di varia natura con tutti gli uomini della fiction, compreso il marito della figlia. Olé.
Che tristezza.
Però i capelli son venuti tagliati proprio bene.


Per ulteriori aggiornamenti riguardo le vicende della famiglia Forrester & Co. la gentile clientela è pregata di attendere la prossima acconciatura.



Una brutta giornata, chiuso in casa a pensare, una vita sprecata, non c'è niente da fare, non c'è via di scampo, quasi quasi mi faccio uno shampoo.

Uno shampoo?

Una strana giornata, non si muove una foglia, ho la testa ovattata, non ho neanche una voglia,
non c'è via di scampo:
sì, devo farmi per forza uno shampoo.

Uno shampoo? Sì, uno shampoo.
...

(Lo shampoo - Giorgio Gaber)


[Ardesia, 08/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 08/10/2003][p.link][]



[martedì 07 ottobre 03]

Pare che gli sms siano l'ossessione più trend del momento.
Meraviglie dell'evoluzione delle teorie mediche.
E poi non mi si venga a dire che più il tempo passa e più non ci si possano concedere perdizioni senza passare da deficenti.
Quando di messaggi ero io a mandarne decine e decine, non potevo di certo addurre la scusante della sindrome.

Comunque in fondo alla news della messaggistica sms compulsiva c'è un ragionamento che a mio avviso rende assai dubbioso l'attendibilità della questione:
Per questo la clinica ha deciso di specializzarsi anche nel trattamento della messaggistica Sms compulsiva, dall'altra lo psichiatra infantile Mark Berelowitz del Royal Free Hospital avverte che è importante non sopravvalutare la serietà di questa nuova dipendenza. "Sarebbe sbagliato dire che i bambini sono completamente dipendenti da questo tipo di cose - ha commentato - In questo modo rischiamo di minimizzare le vere dipendenze, come quella dall' eroina".

...e allora non diciamolo, va. Lasciamo che i pargoli si sbizzarriscano con gli sms, che così, di certo, tra 10 anni non si faranno di eroina.
Bel ragionamento.
Non fa una piega, ma di pere sì che se ne fa, e neanche poche.

L'articolo a cui fa riferimento questo post si trova qui, ma vi avverto; se aprite il link vi troverete faccia faccia con la tipologia di banner pubblicitari più fastidiosi del web -> una finestrella impossibile da chidere che gironzola insistentemente per tutta la pagina, quasi ad impedirne la lettura.


[Ardesia, 07/10/2003][p.link][]



Ieri mi è capitato di avere delle brevi, ma preoccupanti perplessità riguardo:
- la mia età
- l'anno in cui siamo
- la stagione che sta arrivando
Smarrimenti temporali a quanto pare.
Inizialmente è stato disarmante, ma poi quando ho realizzato che la mia età, tenuto presente l'anno in cui son nata e quello corrente, è proprio quella che dovrebbe essere, e che ogni giorno che passa farà sempre meno caldo perché non sta arrivando l'estate, bensì l'inverno, l'umore mi si è sollevato di parecchio!
Sarebbe stato peggio se agli istanti di tragico disorientamento fosse seguita la consapevolezza di avere un'età sbagliata ed, a breve, anche accaldata.

"Cadono le stelle è buio e non ci vedo
e la primavera è come l'inverno
il tempo non esiste neanche l'acqua del mare
e l'aria io non riesco a respirare.
....
Brilla brilla la scintilla brilla in fondo al mare
venite bambini venite bambine non lasciatela annegare
prendetele la mano e portatela via lontano
e datele i baci e date le carezze e datele tutte le energie
venite bambini venite bambine e ditele
che il mondo può essere diverso
tutto può cambiare la vita può cambiare e
può diventare come la vorrai inventare
ditele che il sole nasce anche d'inverno
che la notte non esiste
guarda la luna
ditele che la notte è una bugia
che il sole c'è anche c'è anche la sera."

(Francesco Tricarico)



[Ardesia, 07/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 07/10/2003][p.link][]




Dorme la notte lontano da ogni dove.
Nulla potrebbe sfondare questo muro di utopie che separa il niente dal tutto.
E viceversa.
O viceversa.
Viceversa?
Non importano le precisazioni.
Tanto poi, da qualunque parte del muro si trovi, l'anima in fin dei conti resta sempre un po' dispersa.


[Ardesia, 07/10/2003][p.link][]



[lunedì 06 ottobre 03]

Più che un film d'animazione è una boccata d'aria fresca.
Le meraviglie della vita, con le sue immense gioie e le profonde malinconie, raccontate attraverso una storia fatta di immagini e di sonorità coinvolgenti.
L'assurdo sembra divenire la regola e niente appare così vero, come nel momento della finzione proiettata sullo schermo cinematografico.

Da evitare di vederlo in un multisala ultra-moderno: meglio il telone un po' ingiallito di un piccolo cinema in centro, magari in una sera di pioggia, di riflessi nelle pozzanghere e di ombrelli attaccati ai braccioli delle poltrone di tessuto rosso, un po' consunto.

>>>sito ufficiale


[Ardesia, 06/10/2003][p.link][]





[Ardesia, 06/10/2003][p.link][]



Jeremy Irons si gira verso la finestra aperta e l'inquadratura segue il suo sguardo dentro la stanza, fino a trovare Lucie che, col walkman a palla sui timpani a tamburo, sta saltando/ballando/starnazzando e gridando le parole di una canzone che, ancora qualche tacchetta in più di volume, poco ci manca le faccia letteralmente esplodere la testa.
Ecco, io, sette - e ribadisco SETTE - anni fa, per sentire interamente quella canzone urlata da Liv Tyler in "Io ballo da sola" di Bertolucci, mi comprai la
colonna sonora del film, ma evidentemente qualcosa è andato storto poiché per qualche arcano motivo - che è meglio che mi sfugga perché se lo acchiappo non rispondo di me - il brano non è incluso nella soundtrack.
In rete ho trovato una breve clip (visionabile con QuickTime) che contiene la scena a cui faccio riferimento sopra, ma dato che non riesco a capire bene le parole del testo mi resta impossibile identificare titolo e autore del pezzo.
Qualche buon'anima espertona di musica mi saprà finalmente svelare l'arcano?

Aggiornamento dell'ora dopo:
Testo decifrato, autore trovato, mistero svelato!
Finalmente!
Ho quasi raggiunto la pace dei sensi grazie a questo insperato ritrovamento.
Ora devo solo concentrarmi un altro po' per capire il senso della vita ed è fatta, poi sto a posto... fino alla prossima volta.



[Ardesia, 06/10/2003][p.link][]



[sabato 04 ottobre 03]

Sono frequenze disturbate quelle che lo spingono ad interagire col mondo esterno nei suoi oramai brevi ed insulsi momenti di lucidità.
Per tutto il resto del tempo se ne sta nascosto dietro l'ombra dell'immagine di una lampadina fittizia riflessa nella sua mente fatalista.
Drammi di carta gettati sul pavimento, tutto intorno al letto, formano un inaccogliente e scivoloso tappeto di banalità.
C'è tutta la sua vita scritta su quelle pagine di diario strappate; le paure, i tormenti, i peccati.
Da qualche parte ci deve essere anche l'elenco delle sue vittime; è un foglio diverso dagli altri quello, scritto con inchiostro rosso scuro.
L'inchiostro rosso fluisce fuori dalle penne a sfera peggio di quello nero o blu.
Probabilmente è più vischioso e solidifica più in fretta. Sangue denso che si raggruma precipitoso e che coagula strazi trascritti.
Se ne sta in piedi, sulla sedia di fianco al giaciglio, ma nemmeno da lassù riesce a vederlo il foglio scritto in rosso.
Forse è finito sotto al letto.
L'orrore alla fine sembra assumere una propria volontà che lo spinge a nascondersi, a celare sé stesso agli occhi degli innocenti.
La corda è ruvida.
Fa caldo anche se fuori è già ottobre.
Nel suo cuore da anni imperversa una gelida bufera, quindi ora vive con stupore questo inaspettato calore dei sensi.
Non è opprimente.
Doveva essere una situazione soffocante, insostenibile, invece tutto pare così semplice e naturale. Ha la fronte imperlata da una miriade di minuscole gocce di sudore che sfuggono il disastro incombente, come topolini di una nave sul punto d'affondare; gli scivolano via di dosso come in un ultimo, estremo tentativo di salvarsi la pelle, precipitano brevemente nel nulla e poi vengono assorbite dai fogli in terra, ne storpiano le lettere, distorcono il senso di ogni ricordo.
Ma che importa... tanto ormai è tutto distrutto e anche l'ultimo spiraglio di coscienza sta per assopirsi.


[Ardesia, 04/10/2003][p.link][]



[venerdì 03 ottobre 03]


L'Ig Nobel Prizez è una manifestazione organizzata già da alcuni anni dalla rivista comico-scientifica "Annals of Improbable Research" che premia le invenzioni e le ricerche più assurde ed improbabili.
Poteva l'Italia mancare l'appuntamento con i premi ignobili 2003?
No di certo!
Quest'anno sono Gian Vittorio Caprara e Claudio Barbaranelli dell'università di Roma - insieme ad un americano - a tener alta la nostra bandiera, aggiudicandosi il premio per la sezione "psicologia", grazie ad una ricerca intitolata "Politicians' Uniquely Simple Personalities".


[Ardesia, 03/10/2003][p.link][]



Ho dei grossi problemi col lenzuolo.
Mi ci arrotolo e ci litigo poi lo appallottolo in fondo al letto, tra il materasso e la coperta.
Il tutto dormendo profondamente.
Riprendo una minima parvenza di coscienza soltanto quando, infastidita dal contatto con la coperta, mi metto a cercarlo, invano.
Trovo insopportabile la coperta senza lenzuolo, ma mi dà noia anche il lenzuolo che non sta al suo posto.
Sono le vicessutidini notturne che determinano l'umore delle giornate e quindi, per estensione, quello di tutta la vita.
Non posso andare avanti così.
Si potrebbe progettare una coperta munita di automatici alle quattro estremità, abbinata a lenzuola a cui poterla abbottonare.
Sarebbe fantastico.
Le federe clik-clak per i cuscini esistono già da un pezzo, non vedo perchè non estendere l'idea anche alla coperta+lenzuolo.
"Se di giorno ti cala la palpebra è perché di notte ti cala il lenzuolo!"
Vabbé, come slogan bisognerebbe escogitare qualcosa di meglio, ma l'idea potrebbe funzionare, no?!


[Ardesia, 03/10/2003][p.link][]



[giovedì 02 ottobre 03]

Lo scrittore sudafricano J.M.Coetzee ha vinto il Premio Nobel 2003 per la Letteratura.
Lo ha gracchiato poco fa la televisione, mentre io cercavo di tenere aperte le palpebre e di non cedere alla tentazione di tornare a letto altri 5 minuti + 5 + 5 + 5 periodico.
Comunque la notizia mi ha fatto l'effetto di una secchiata d'acqua gelida.
Sono così ignorante da non aver mai nemmeno sentito nominare uno scrittore degno del Nobel??
Evidentemente sì.
Allegria.
E non è nemmeno la prima volta che le scelte dell'Accademia Svedese mi fanno riflettere a proposito delle limitazioni che ci autoinfliggiamo rinchiudendoci nel nostro universo pseudo-culturale.

"I romanzi di J.M. Coetzee sono caratterizzati dalla loro buona fattura, dialoghi significativi e brillantezza analitica"


[Ardesia, 02/10/2003][p.link][]



[mercoledì 01 ottobre 03]

Dal blog di steffoz:
"In collaborazione con ohms è stato creato Necrowave XML appunto, un programma in qualche modo rivoluzionario. L'unico software (gratuito tra l'altro) in grado di generare semplicemente ed in pochi secondi un feed per il proprio blog, anche se la piattaforma sulla quale il blog è impiantato non lo consente. Gli utenti di Splinder e Blogger finalmente potranno offrire questo servizio ai propri lettori, anche senza essere delle cime informatiche. Scaricate gratuitamente il programma dal blog ufficiale, http://necrowave.blogspot.com "

Se funzionasse (dico "se" soltanto perché non l'ho sperimentato direttamente, avendo già i feed incorporati al sistema di blog che uso e non perché nutro dubbi a riguardo) finalmente potrebbero usufruire dei feed anche tutti quei blog a cui non funziona il servizio di creazione esterno di feed offerto da blogstreet.
L'unico requisito richiesto per il 'feed fai da te' di necrowave pare sia uno spazio FTP proprio.
Restiamo dunque in attesa dei primi feed creati grazie all'impegno degli smanettoni/ideatori/sviluppatori di questo progetto, augurandoci che il sudore che colerà fin dentro alle tastiere durante gli apici di sforzo etremo, non faccia andare tutto in tilt!

>>> NECROWAVE XML


[Ardesia, 01/10/2003][p.link][]



Non importa quanta sete hai, se non bevi da appena dieci minuti o da un giorno intero.
Quando vorresti bere, ma non puoi farlo, allora tutto il mondo sembra pervaso da una opprimente arsura.
Niente acqua per te che non hai saputo vedere quanto preziosa fosse ogni singola goccia.
Nessun sollievo per il corpo disidratato, nessun rimedio per la gola chiusa in una morsa di siccità.
E si aspetta di poter bere, si attende di riprendere a vivere.
Ho sete stanotte.
È una sete grande come l'universo, profonda come un incubo di quelli da cui ci si sveglia urlando e ci si ritrova disorientati, seduti sul letto a fissare il cuore della notte.
Che spavento.
Fa paura davvero questa sete implacabile.
Ho una bottiglia piena d'acqua, ma non serve a nulla.
Non è una sete d'acqua la mia.
È sete d'altro.
Devo solo aspettare, lo so, è questione di pochi giorni e potrò bere.
Ma il tempo non è un fatto oggettivo e quando ci si convince di essere sperduti e senza via di scampo, un solo misero minuto può diventare eterno... ed essere fatale.
Basterebbe un piccolo sorso e tutto riprenderebbe a scorrere, ma sono sola in mezzo al deserto e per ora non c'è rimedio.
Non ci sono nemmeno miraggi con cui consolarsi.
Soltanto solitudine, sete e disperazione.


[Ardesia, 01/10/2003][p.link][]




October
And the trees are stripped bare
Of all they wear
What do I care?

October
And kingdoms rise
And kingdoms fall
But you go on... and on...

(U2)


Ma tu vai avanti... e avanti...


[Ardesia, 01/10/2003][p.link][]



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