Frequenze disturbate
Sono frequenze disturbate quelle che lo spingono ad interagire col mondo esterno nei suoi oramai brevi ed insulsi momenti di lucidità.
Per tutto il resto del tempo se ne sta nascosto dietro l'ombra dell'immagine di una lampadina fittizia riflessa nella sua mente fatalista.
Drammi di carta gettati sul pavimento, tutto intorno al letto, formano un inaccogliente e scivoloso tappeto di banalità.
C'è tutta la sua vita scritta su quelle pagine di diario strappate; le paure, i tormenti, i peccati.
Da qualche parte ci deve essere anche l'elenco delle sue vittime; è un foglio diverso dagli altri quello, scritto con inchiostro rosso scuro.
L'inchiostro rosso fluisce fuori dalle penne a sfera peggio di quello nero o blu.
Probabilmente è più vischioso e solidifica più in fretta. Sangue denso che si raggruma precipitoso e che coagula strazi trascritti.
Se ne sta in piedi, sulla sedia di fianco al giaciglio, ma nemmeno da lassù riesce a vederlo il foglio scritto in rosso.
Forse è finito sotto al letto.
L'orrore alla fine sembra assumere una propria volontà che lo spinge a nascondersi, a celare sé stesso agli occhi degli innocenti.
La corda è ruvida.
Fa caldo anche se fuori è già ottobre.
Nel suo cuore da anni imperversa una gelida bufera, quindi ora vive con stupore questo inaspettato calore dei sensi.
Non è opprimente.
Doveva essere una situazione soffocante, insostenibile, invece tutto pare così semplice e naturale. Ha la fronte imperlata da una miriade di minuscole gocce di sudore che sfuggono il disastro incombente, come topolini di una nave sul punto d'affondare; gli scivolano via di dosso come in un ultimo, estremo tentativo di salvarsi la pelle, precipitano brevemente nel nulla e poi vengono assorbite dai fogli in terra, ne storpiano le lettere, distorcono il senso di ogni ricordo.
Ma che importa... tanto ormai è tutto distrutto e anche l'ultimo spiraglio di coscienza sta per assopirsi.
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