[mercoledì 29 ottobre 2003]
LA TRAPPOLA
Dannazione qualcuno mi aiuti. Sono solo qui e inizia a fare un freddo boia. E tu non guardarmi così. Non so che farmene di te. Non è colpa mia se ti trovi qui. Per me è come se nemmeno ci fossi. Non ho idea di come fare a salvare la mia pellaccia, figuriamoci se mi importa di te. Almeno dimmi come ti chiami. Dai, non è difficile. Non hai detto una fottuttissima parola. Sei muta? E almeno fa un cenno col capo. Tra un po' sarà completamente buio ed allora non ti vedrò nemmeno più. Mi ricordi il protagonista di quel film... Il tipo autistico. Ma almeno lui qualcosa diceva. Dai bambina parla. Stai male? E smettila di fissarmi così. Al diavolo, non posso occuparmi di te.
Ma ti trovi qui da tanto tempo? Sembri affamata. Dai dimmi da quanto tempo sei finita in questo inferno. Molto prima che arrivassi io? Ti staranno cercando...
Se trovano te, sarò salvo anch'io.
Bambina forse tu sei la mia unica via di scampo.
Dai dimmi qualcosa.
Sai cos'è questo posto? Una specie di trappola per animali? Sarebbe assurdo, ma non mi vengono in mente alternative.
Una buca del genere in mezzo ad un sentiero frequentato. Maledetti bracconieri.
Quando ci sono scivolato dentro mi è sembrato di scendere giù per un'infinità di tempo.
Devo aver sbattuto la testa in una pietra sporgente.
Ma non possiamo poi essere tanto in profondità se un poco di luce riesce a filtrare.
Hey, bambina, smettila di fissarmi così che mi agiti. Che vuoi? Guarda che se cerchi compassione io non sono la persona giusta. Stammi lontano. I bambini mi hanno sempre messo a disagio. Oddio, non vorrai mica che ti abbracci.
Sembri strana. Fatti vedere un po' meglio.
Ho detto di piantarla di guardarmi a quel modo.
Ma che vuoi farmi?!?
Ecco, questo è più o meno quello che ha detto prima che lo sbranassi.
Era proprio un gran chiaccherone, sempre con quei suoi e dimmi di su e dimmi di giù, ma non è una cosa insolita.
Ho notato che quando si sentono in trappola parlano.
Forse per farsi coraggio, forse per non sentirsi soli.
Comunque prima che morisse gliel'ho detto come mi chiamavo.
Lui l'ha ripetuto.
E' spirato col mio nome sulle labbra.
"Charlotte..."
Era bello e forte.
Se lo avessi sentito prima il modo in cui sapeva pronunciare il mio nome, forse lo avrei risparmiato, ma ormai era troppo tardi.
La trappola del babbo è stata una grande idea.
Ora non soffro più la fame.
Presto ci cadrà qualcun altro.
|