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Archivio - gennaio 2007

[mercoledì 31 gennaio 07]

We never know how high we are
Till we are asked to rise
And then if we are true to plan
Our statures touch the skies -

The Heroism we recite
Would be a normal thing
Did not ourselves the Cubits warp
For fear to be a King -


(Emily Dickinson)

Mai sappiamo quanto siamo alti
Fino a quando non ci è chiesto di sorgere
E allora se siamo fedeli al disegno
Giunge al cielo la nostra statura.

L'Eroismo che recitiamo
sarebbe una cosa normale
se non c'incurvassimo di Cubiti
per la paura di essere Re.



[Ardesia, 31/01/2007][p.link][]



[lunedì 29 gennaio 07]

La voce di Virginia Woolf in un intervento radiofonico del 1937.
Qui c'è la trascrizione del testo proposto (da circa metà pagina, fino in fondo: "Words, English words, are full of echoes, of memories, of associations—naturally.") e qui invece è disponibile la traduzione italiana (sempre a partire da metà pagina: "Le parole, le parole inglesi sono per loro stessa natura piene di echi, di ricordi, di associazioni.")


[Ardesia, 29/01/2007][p.link][]



[sabato 27 gennaio 07]

Una volta a notte fonda ho beccato per caso un film in cui una compagnia teatrale metteva in scena uno spettacolo che era sempre sul punto di andare a rotoli per tutta una serie di battibecchi, litigi e malintesi che avvenivano tra le quinte durante lo svolgimento della commedia. Mi piacerebbe rivederlo, ma mi sa tanto di mission impossible visto che non ricordo nemmeno di striscio titolo, regista o chi erano gli attori, sob.
Ho pensato si potesse trattare di Nel bel mezzo di un gelido inverno di Branagh, ma non può essere visto che una delle poche cose che rammento è che non recitavano certamente l'Amleto. E comunque vorri tanto vedere anche Nel bel mezzo di un gelido inverno, ma non trovo il dvd da nessuna parte, sgrunt.


[Ardesia, 27/01/2007][p.link][]



Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
   Considerate se questo è un uomo
   Che lavora nel fango
   Che non conosce pace
   Che lotta per mezzo pane
   Che muore per un sì o per un no.
   Considerate se questa è una donna,
   Senza capelli e senza nome
   Senza più forza di ricordare
   Vuoti gli occhi e freddo il grembo
   Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
   O vi si sfaccia la casa,
   La malattia vi impedisca,
   I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi


[Ardesia, 27/01/2007][p.link][]



[giovedì 25 gennaio 07]

Come al solito capisco fischi per fiaschi. Il Film Rosso a quanto pare dovrebbe essere il film della fraternità, ma quello che ci ho percepito dentro è il palpitare di un amore più passionale.
Forse il termine fraternità fa riferimento alla trama dei destini incrociati di cui l'esistenza sembra non essere mai sazia. Per quanto possiamo affannarci a restare sui nostri passi, con gli occhi fissi sulla punta dei nostri piedi, il semplice fatto di esistere, di essere qui nell'esatto modo in cui siamo e in questo preciso momento, fa sì che le vite di chi ci gravita attorno vengano inevitabilmente modificate. Più che altro si tratta di contatti quasi impercettibili, ma a volte capita di dare o di ricevere scossoni radicali. Comunque sia, anche le più irrilevanti deviazioni dell'ago della bussola, se messe tutte in fila una dietro l'altra alla fine possono portare a grandi dirottamenti.
- Gli voglio bene. Se potessi fare qualcosa...
- Lei può... esistere.
- Che cosa vuol dire?
- Solo questo, esistere.

Grazie al cielo questa volta il vecchietto ingobbito di turno riesce a infilare la bottiglia nella campana del vetro; dopo due film in cui la situazione restava in bilico sull'orlo della raccolta differenziata finalmente qui qualcuno dà una mano e così facendo decide di intervenire in modo attivo, di guardare oltre la punta dei propri piedi.
Davvero sorprendente la scena finale che in meno di un minuto chiude perfettamente sia il cerchio del film che quello di tutta la trilogia.
La vita è finzione - lo scatto fotografico fatto per la pubblicità.
La finzione è vita - il fermo immagine della sciagura visto alla tv.

"Su tutto, lei sbaglia su tutto.
La gente non è cattiva, non è vero.
Forse qualche volta non ha la forza, ma..."


[Ardesia, 25/01/2007][p.link][]



[mercoledì 24 gennaio 07]

"Il bianco è il colore più difficile da filmare.
Non si riesce a fotografare.
Non è un colore fotogenico.
Perché non è un colore, ma la mancanza di esso.
Qui il bianco non è un colore drammaturgico, come in "Film Blu" e in "Film Rosso".
È solo un elemento decorativo, è la neve."

Parola di regista.
Però, però, però... io tutto quel bianco l'ho vissuto diversamente e mi è sembrato molto più sostanziale del blu di ieri.
Rappresentazione materiare di una dicotomia dell'anima: purezza contrapposta ad aridità, risentimento.
Da una parte il candore del velo da sposa, del riso, del mezzobusto dal profilo armonioso e dall'altra la freddezza del wc del tribunale, dell'auto di lei, della carta sminuzzata del passaporto e del cerotto dell'addetto all'anagrafe.
E la neve? La neve racchiude col suo manto entrambe le parti del binomio: la neve è sollievo, è casa, ma al contempo scortica e congela.
La neve è un po' come la vita: a volte scende lieve, altre ci travolge con una bufera.
Tutto è un po' come la vita. È come se le singole cose racchiudessero in sé il tutto, come un riflesso che rimbalza da uno specchio all'altro fino a riconoscersi in se stesso, per quello che è, ma anche in tutto ciò che lo circonda, ovvero per quello che non è.


[Ardesia, 24/01/2007][p.link][]



[martedì 23 gennaio 07]

Ecco, non faccio in tempo a dichiarare che in questo momento per me è meglio evitare come la peste storie tristi e giustamente, da deficente quale sono, mi impantano fino alla punta dei capelli nei colori di Krzysztof Kieślowski - sia resa lode all'inventore del copia/incolla.
Avvolta dalla disperazione del Film Blu, dalla sua musica malinconica e dai cori greci del finale, devo però ammettere di essermi sentita meno sola nella mia tristezza. Sarà anche una meschinità, ma a volte le sfighe altrui si rivelano un toccasana per il morale in quanto ci spingono a ridimensionare la portata dei nostri drammi.
Ammissione ignobile? Probabilmente.
Ma ritengo che un sentimento rivelato, per quanto basso e abietto possa essere, abbia sempre più ragione d'essere di un qualcosa tenuto celato, fosse anche il più nobile dei pensieri.

"Se anche parlassi la lingua degli angeli
se non avessi l'amore
non sarei che un bronzo risonante"


[Ardesia, 23/01/2007][p.link][]



[lunedì 22 gennaio 07]

Sto attraversando uno di quei periodi dell'esistenza in cui si procede perlopiù trainati dalle pagine del libro che si sta leggendo.
Probabilmente è per questo che cerco di iniziare soltanto romanzi pervasi da una certa quantità di allegrezza e ironia: ora come ora, se dovesse capitarmi fra le mani un drammone esistenziale in toni cupi, per me sarebbe la rovina.


"Crescendo, cominciò a divorare libri su libri. O meglio: a farsi divorare dai libri. Leggeva tutto quel che le capitava a tiro, libri per bambini e libri per adulti, serbando un suo segreto: non era una bambina. Era una spia mandata nel mondo da un libro particolarmente amato - ogni volta era protagonista di un racconto diverso - la cui missione consisteva nel vivere una vita normale fra gli altri esseri umani senza farsi scoprire."
(Tratto da Ci sono bambini a zigzag, David Grossman)


[Ardesia, 22/01/2007][p.link][]



[venerdì 19 gennaio 07]



[Ardesia, 19/01/2007][p.link][]



[mercoledì 17 gennaio 07]

Cerca qua, cerca là, ma da dove salta fuori questo componimento ancora non l'ho ben capito.
Nei commenti presenti nel dvd di Sense and Sensibility mi sembrava di ricordare si dicesse che si trattava di una poesia messa in musica appositamente per essere inserita nel film, ma poi mi sono accorta che l'ha cantata anche Sting nel suo ultimo disco Songs from the Labyrinth in cui ripropone brani di John Dowland, un compositore inglese del XVI secolo. E infatti il nome di Dowland, che per chissà quale lapsus freudiano continuo a digitare erroneamente Download, su internet è quasi sempre associato alla canzone in questione. Insomma, non so essere precisa sul chi, sul come e sul dove, ma so di certo che nella versione cantata da Kate Winslet 'sto motivetto tutta vita mi piace proprio.
Sarà che, diciamocelo, una scena così, come quella del film, qual donzella non vorrebbe viverla?
Tu sei lì, con la tua pettinatura improbabile, che cerchi di strimpellare alla meno peggio un piano - o più probabilmente un clavicembalo (o quel che è) - e fai vibrare le tue corde vocali con la leggiadria di un gatto a cui hanno appena pestato la coda e d'un tratto arriva lui, uno sconosciuto sul suo cavallo scoreggione (altro fondamentale particolare appreso scorrendo gli extra del dvd) che, moscone intrappolato dalla mielosità lamentosa della tua voce, giunge fino alla soglia del tuo essere per restarne completamente abbagliato.
E poco importa se lo spasimante in questione si rivelerà poi essere quello stronzone di Piton :p



Weep you no more, sad fountains;
What need you flow so fast?
Look how the snowy mountains
Heav'n's sun doth gently waste.
But my sun's heav'nly eyes
View not your weeping
That now lies sleeping,
Softly, softly, now softly lies sleeping.

Sleep is a reconciling,
A rest that Peace begets.
Doth not the sun rise smiling
When fair at e'en he sets
Rest you then, rest, sad eyes,
Melt not in weeping
while she lies sleeping,
Softly, softly, now softly lies sleeping.


[Ardesia, 17/01/2007][p.link][]



[martedì 16 gennaio 07]


Occhio a possibili spoiler.

"Gerusalemme è facile da trovare: vai fin dove gli uomini parlano italico poi continui finché non parlano qualcos'altro."
Cavolo, mappy a questo gli fa una pippa.

"Come puoi essere all'Inferno... se sei nel mio cuore?"
Perché il tuo cuore straziato è un inferno, pirlotto.

"E vero! Sei il figlio di tuo padre."
E scommettiamo che è anche il nipote di suo nonno?

"Una donna della mia posizione ha due facce: una per il mondo e una che indossa in privato."
Della serie: se mi prometti di non dirlo a nessuno quando siamo soli ti faccio giocare al dottore.

"Se Dio non ti ama come hai potuto fare tutte le cose che hai fatto?"
Hum, dunque, vediamo un po', che ha fatto? Ah, sì, prima ha ammazzato un prete perché gli ha fatto saltare la mosca al naso, è fuggito e ha causato la morte di suo padre e di alcuni suoi compari; poi è andato dall'altra parte del mediterraneo per chiedere perdono a Dio per i peccati commessi, ma per strada ha pensato bene di far fuori uno per un cavallo che nemmeno gli apparteneva; dopodiché, tralasciando qualche altro morto ammazzato per legittima difesa, inizia a pensare in grande e si mette a capo di una vera e propria mattanza in nome della difesa della popolazione di Gerusalemme. Ora, se di tenere la città, come peraltro dichiara apertamente nel discorso che precede l'assedio, non gli importava una beata fava, non poteva semplicemente consegnarla al capo dell'esercito avversario e accordarsi come del resto fa alla fine?


[Ardesia, 16/01/2007][p.link][]



[lunedì 15 gennaio 07]

Le passioni non nascono; si rivelano.
E di certo non muoiono.
Al limite sopiscono, in attesa di una nuova scintilla di consapevolezza.


[Ardesia, 15/01/2007][p.link][]



[venerdì 12 gennaio 07]

Oggi mi sento molto solidale con quanto scrive Silvia.

Niente bambini qui, al momento, ma sono comunque circondata da una combriccola di infaticabili rumoristi.

Dal piano di sotto arrivano a tutte le ore del giorno e della notte i cigolii ritmici e persistenti di una rete ormai ridotta allo stremo da un evidente routine sessuale morbosa. Davvero, quelli del primo piano non fanno altro: tornano dal lavoro, desinano e fanno sesso. Fine dei loro interessi. Oh, magari hanno trovato la strada per raggiungere il nirvana, chi lo sa, ma più probabilmente hanno allestito un set a luci rosse e un sito internet porno a pagamento e si stanno arricchendo dandoci dentro come ricci, ripresi da una web-cam. E non è finita: quando la rete termina il suo straziante lamento, lui, invece di fumarsi una sigaretta, inforca la chitarra e si mette a cantare a squarciagola.

Al piano di sopra invece vive una signora di una certa età che di giorno vince la noia passando l'aspirapolvere per ore e ore, e di notte combatte l'insonnia trascinandosi dietro per tutto l'appartamento un qualcosa che a giudicare dal rumore tonante che fa deve essere veramente ingombrante e pesante. Secondo me si porta a spasso una bara. Probabilmente la sua.

I vicini di pianerottolo sono in piena fase di ristrutturazione dell'appartamento. Basti dire che per risparmiare stanno facendo fare i lavori a degli amici che si presentano ad aprire il "cantiere" nei ritagli di tempo, il che significa che da tre mesi a questa parte non fanno altro che trapanare, sbatacchiare, martellare, sfondare muri (e non soltanto i loro) nei giorni festivi e nelle notti feriali.

Infine c'è un bastardino dal pelo e dall'umore neri come la pece che soffre di solitudine e che quando viene lasciato solo abbaia ininterrottamente... e i suoi bipedi - chetelodicoafare - passano in media dieci ore fuori casa al giorno.

Chi non capisce come si possa perdere la bussola per il casino che fanno i vicini evidentemente non vive in condominio, elementare Watson.
Poi vabbé, spero che nessuno abbia bisogno di una puntualizzazione del genere, ma per sicurezza tanto vale specificare: di fatto un conto è snervarsi, incazzarsi, dannarsi e un altro è uscire completamente di testa e trasformarsi in sadici assassini psicopatici. Anche perché poi in prigione non ti sistemano di certo in una suite privata e insonorizzata.


This is my dance space.
This is your dance space.
I don't go into yours.
You don't go into mine.

(Dirty Dancing)



[Ardesia, 12/01/2007][p.link][]



[mercoledì 10 gennaio 07]

Ho deciso che al prossimo che lascia un commento su incipiterazioni chiedendo un riassunto, una parafrasi et simili, invierò per corriere la mia tremendissima prof. d'italiano del liceo - roba che al confronto Crudelia Demon è la fatina buona di Cenerentola.
Che poi, cari studenti sfaticati pubescenti, se veramente volete scopiazzare un riassunto ingegnatevi un attimino e prendetevi la briga di cercarvelo. Ci fate una figura davvero tapina a perdere tempo elemosinando una parafrasi del Cantico delle creature o il riassunto del Diario di Anne Frank sul blog di un'emerita sconosciuta (che non si sa per quale bizzarro ragionamento riteniate verosimile che possa mettersi a stilare riassunti al posto vostro), sia perché a cercare scorciatoie per evitare di leggere e comprendere testi del genere i primi a restare fregati siete voi (se proprio vi prende il prurito scopiazzatorio ci sono tante altre materie che si prestano meglio a tale pratica e che lasciano meno strascichi di rinsecchimento sinaptico - o forse no, visto che anche i meri sforzi mnemonici a quanto pare nutrono le sinapsi, ma comunque sia penso sia meglio "prendere in prestito" dal quaderno di un compagno di classe una versione di latino o un paio d'equazioni algebriche piuttosto che evitare di ragionare con la propria testa su di un'opera letteraria), sia per il fatto che, se con tutto il web a disposizione, non siete nemmeno capaci di trovare le informazioni che vi servono riguardo ad opere così famose, allora potete lasciare perdere in partenza. Davvero. Meglio rispolverare la vecchia scusa del cane che si è fagocitato il compito - assieme a tutti i vostri neuroni straniti, smarriti, sparuti, spariti.


[Ardesia, 10/01/2007][p.link][]



[martedì 09 gennaio 07]

Le cose grandi e le grandi cose (che non necessariamente sono lo stesso, anzi... ricordate la pubblicità del pennello grande e del grande pennello?) solitamente derivano da cose piccole, dai piccoli accadimenti quotidiani a cui non si fa caso perché appartengono talmente al vissuto di ognuno da diventare insignificanti ai nostri occhi. E invece sta tutto lì. Prendiamo le guerre ad esempio. Perché si combatte una guerra? Interesse di solito. Ma interesse verso cosa? La ricchezza, il potere, il benessere? Sarà, ma di certo c'è dell'altro. C'è la stanchezza di notti insonni, la propria moglie che sorride di sfuggita a un uomo che non sei tu, l'incapacità di concentrarsi a dovere a causa dell'unghia dell'indice della mano sinistra che è rimasta schiacciata nella porta del bagno l'altra sera e che ora non smette di pulsare e fa un male boia. Insomma, c'è la vita vera, quella che tocchiamo con mano e che a sua volta ci tocca, spesso prendendoci a sberle. E questa vita non la affrontiamo soltanto noi comuni mortali, ma anche quelli le cui decisioni hanno ripercussioni a livello planetario. Anche loro possono essere irascibili per un bruciore di stomaco o per una brutta notizia... o magari anche per una notizia non proprio brutta, ma spiazzante perché giunta improvvisamente... o, ancora, per una notizia neutra, né brutta né bella, ma arrivata in un momento in cui si sarebbe desiderata soltanto un po' di stagnante inerzia. Anche loro subiscono gli umori del figlio tredicenne, incacchiato col mondo per quel brufolo che una qualche divinità zuzzerellona gli ha creato ad immagine e somiglianza del Vesuvio nel bel mezzo del mento, proprio il giorno della festa di compleanno della tipa a cui lui fa il filo da mesi o i miagolii notturni dei gatti in amore che in preda a pulsioni sessuali incontrollabili prolungano le loro scorribande lamentevoli per ore e ore, fino alle prime luci dell'alba. La storia, così come ce la raccontano a scuola, è un grande bluff: una serie di fatti, nomi e date. Causa ed effetto, causa ed effetto, ci dicono. Ma le cause che saltano agli occhi agli storici, per quanto reali e documentate, sono a loro volta l'effetto di una serie di piccolissimi accadimenti personali, che è impossibile ricostruire, ma che comunque rappresentano il reale motore del nostro mondo. Un singhiozzo impossibile da far cessare, un bicchiere di vino in più, una sigaretta in meno, una frase letta di sfuggita in un libro, un riflesso dentro a una pozzanghera, una parola di saluto brusca. Ecco dove se ne sta rintanata la nostra storia, quella vera. Credo che il mondo sarebbe un posto migliore se l'infinitamente piccolo fosse tenuto in debita considerazione perché è lì che è racchiuso il respiro della vita, negli accadimenti piccoli e nelle piccole abitudini. Nelle piccolitudini.


La storia siamo noi, nessuno si senta offeso;
siamo noi questo prato di foglie sotto il cielo.
La storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.

(La storia, Francesco De Gregori)


[Ardesia, 09/01/2007][p.link][]



[lunedì 08 gennaio 07]


Ah, ecco.

"Accadono cose che sono come domande. Passano i giorni, oppure gli anni ... e la vita risponde."
(Alessandro Baricco)


La domanda me l'ero posta il primo luglio del 2003 e nella pagina della spiegazione sono casualmente capitata poco fa, quindi la risposta mi è arrivata in 3 anni, 6 mesi e 7 giorni.
Non c'è male.


[Ardesia, 08/01/2007][p.link][]



[mercoledì 03 gennaio 07]

They say when you meet the love of your life, time stops, and that's true. What they don't tell you is that when it starts again, it moves extra fast to catch up.
Ovvero:
Dicono che quando incontri l'amore della tua vita il tempo si ferma, ed è vero. Quello che non ti dicono è che poi va a velocità doppia per recuperare.
Davvero.
Cioè, non so voi, ma a me è successo esattamente così. Letteralmente. Proprio come nella scena di Big fish da cui è tratta la frase.


[Ardesia, 03/01/2007][p.link][]



[martedì 02 gennaio 07]

Perché di certe personalità illustri si festeggia l'anniversario di morte e di altre quello di nascita?
Che esista un criterio decisionale ben preciso?
Forse si va a simpatia o forse a convenienza. Chi lo sa.
Personalmente preferirei essere ricordata nell'anno e/o nel giorno della mia nascita: almeno è una data che mi è nota e che per me significa qualcosa. Non credo sarò tanto magnanima con la mia futura data di morte... e comunque non penso ne avrò mai coscienza, quindi chissene. Ecco, c'è anche questo da dire: perché festeggiare qualcuno in una data che molto probabilmente per lui non ha avuto nessun valore? Quando si sta morendo, sia che venga un colpo, sia che si abbia il tempo di vedersi scorrere davanti agli occhi le immagini di tutta la vita - che già uno si rompe a vedere le diapositive di un matrimonio o di una comunione, quindi figuriamoci la noia di essere obbligati a sorbirsi una proiezione obbligatoria e onnicomprensiva senza nemmeno avere le forze di opporvisi - non penso si abbia testa per farsi passare un calendario.
Ma certe ricorrenze sono per i vivi e non per i morti.
E poi il tempo, scorrendo, mischia le carte, quindi alla fine nascita e morte sembrano la stessa cosa.


"Se il mio dottore mi dicesse che mi rimangono solo sei minuti da vivere, non ci rimuginerei sopra. Batterei a macchina un po' più veloce."
[Isaac Asimov, Petrovichi, 2 gennaio 1920 – New York, 6 aprile 1992]


Gazzetta Ufficiale N. 107 del 10 Maggio 2006
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 3 aprile 2006
Autorizzazione alla emissione integrativa di carte valori postali celebrative, per l'anno 2006, e autorizzazione all'emissione di carte valori postali celebrative e commemorative, per gli anni 2007 e 2008.
Art. 2.
E' autorizzata l'emissione, nell'anno 2007, delle seguenti cartevalori postali:
c) francobolli commemorativi di Giuseppe Garibaldi, nel II centenario della nascita;
d) francobolli commemorativi di Altiero Spinelli, nel centenario della nascita;
e) francobolli commemorativi di San Francesco di Paola, nel V centenario della morte;
h) francobolli commemorativi di Maria Callas, nel 30° anniversario della morte;
i) francobolli commemorativi di Beniamino Gigli, nel 50° anniversario della morte;
l) francobolli commemorativi di Amedeo Nazzari, nel centenario della nascita;
p) francobolli commemorativi di Jacopo Barozzi, detto il «Vignola», nel V centenario della nascita;
q) francobolli commemorativi di Antonio Canova, nel 250° anniversario della nascita;
r) francobolli commemorativi di Giosuè Carducci, nel centenario della morte;
bb) francobolli commemorativi di Duccio Galimberti, in occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita;
cc) francobolli commemorativi di Ferrante Gonzaga, nel V centenario della nascita;
dd) francobolli commemorativi di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel 50° anniversario della morte...


[Ardesia, 02/01/2007][p.link][]



[lunedì 01 gennaio 07]


Giusto per vedere se è vero che chi blogga a capodanno blogga tutto l'anno.

Yeah...
All is quiet on New Year's Day
A world in white gets underway
Oh, I want to be with you
Be with you night and day
Nothing changes on New Year's Day
On New Year's Day


[da New Year's Day - U2]


[Ardesia, 01/01/2007][p.link][]



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