"Il bianco è il colore più difficile da filmare.
Non si riesce a fotografare.
Non è un colore fotogenico.
Perché non è un colore, ma la mancanza di esso.
Qui il bianco non è un colore drammaturgico, come in "Film Blu" e in "Film Rosso".
È solo un elemento decorativo, è la neve."
Parola di regista.
Però, però, però... io tutto quel bianco l'ho vissuto diversamente e mi è sembrato molto più sostanziale del blu di ieri.
Rappresentazione materiare di una dicotomia dell'anima: purezza contrapposta ad aridità, risentimento.
Da una parte il candore del velo da sposa, del riso, del mezzobusto dal profilo armonioso e dall'altra la freddezza del wc del tribunale, dell'auto di lei, della carta sminuzzata del passaporto e del cerotto dell'addetto all'anagrafe.
E la neve? La neve racchiude col suo manto entrambe le parti del binomio: la neve è sollievo, è casa, ma al contempo scortica e congela.
La neve è un po' come la vita: a volte scende lieve, altre ci travolge con una bufera.
Tutto è un po' come la vita. È come se le singole cose racchiudessero in sé il tutto, come un riflesso che rimbalza da uno specchio all'altro fino a riconoscersi in se stesso, per quello che è, ma anche in tutto ciò che lo circonda, ovvero per quello che non è.