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Archivio - dicembre 2006

[domenica 31 dicembre 06]

Appena visto Eragon, il film... e già spero di dimenticarlo in fretta!
Mai stata così delusa dall'adattamento cinematografico di una storia fantasy.
E lasciando anche perdere il confronto col romanzo resta un film piatto, noioso, inutile.
Tra l'altro la "voce" che hanno appioppato a Saphira è una roba allucinante: invece dei pensieri di un drago sembra di ascoltare una telefonata a una linea erotica.
Per non parlare della frase-tormentone "una parte di prodezza e tre di stoltezza" e dell'espressione beota che compare sulla faccia di chiunque la pronunci.
Quando Brom inizia a dire "Io ho visto cose che..." ho immaginato di vedere una paio di mani gigantesche afferrare Alagaësia, appallottolarla ben bene e catapultata lontano, fino alle porte di Tannhäuser e oltre!
Ma al prossimo giro non mi fregano.
Meglio rileggersi i libri.


[Ardesia, 31/12/2006][p.link][]



[venerdì 29 dicembre 06]

La Milonga station di Lucarelli mi ricorda alquanto il Pickwick di Baricco.


[Ardesia, 29/12/2006][p.link][]



Camera mia è piccola. Non piccolissima, ma diciamo che il rapporto tra aria respirabile e cose stipate è ìmpari e l'ossigeno è nettamente in perdita. Così ecco spuntare un verdissimo bonsai che presumo, nella mente di chi ha avuto l'idea di farmene dono, abbia fatto galoppare un branco di sinapsi fino al capitolo del sussidiario delle elementari relativo alla fotosintesi clorofilliana, o forse, più probabile, in un recente settimanale è apparso un articolo sul feng shui, l'arte di disporre gli oggetti, ovvero il kamasutra da scrivania, chi lo sa. Fatto sta che per far posto a questa rigogliosissima piantina ho dovuto improvvisare dei numeri di sparizione che farebbero impallidire David Copperfield, ma non importa... il punto, il dramma, è che dopo un paio di settimane trascorse in questo antro oscuro il povero alberello si sarà trasformato un ceppo secco e striminzito, e io mi sentirò in colpa perché sapevo che sarebbe successo. I bonsai mi odiano. Anche se ci parlo e seguo alla lettera le istruzioni di annaffiatura/potatura/fetilizzazione loro spirano inesorabilmente e, foglia dopo foglia mi abbandonano, inoltrandosi in un loro infernale autunno perpetuo. Fossi Collodi dalla vicenda magari potrei trarre ispirazione per il seguito di Pinocchio, ma dal mini tronco rinsecchito di un bonsai al limite si riesce a tirare fuori uno stecco del gelato e non di certo un burattino birbante.


[Ardesia, 29/12/2006][p.link][]



[giovedì 28 dicembre 06]

Principe mi ha passato la catena del momento, quindi mi accingo, woman in chains, a sfogliare, contare e riportare.

Istruzioni:
Prendere il libro più vicino.
Sfogliare sino a pagina 123.
Contare le prime 5 frasi della pagina.
Riportare nel blog le 3 frasi seguenti.
Suggerire il gioco ad altri 3.


Sembrerebbe un giochetto del tutto innocuo, ma a ben guardare il conteggio delle frasi non è cosa da poco. A voler fare i fiscali bisognerebbe dire che le istruzioni non sono chiare. Infatti per "frase" cosa si intende? Una frase semplice (proposizione) o una frase complessa (periodo)? Nel dubbio conterò le cinque frasi in modo da arrivare casualissimamente a un punto interessante.

Il libro è "Io sono un gatto" di Natsume Soseki:

Io sono un gatto, Natsume Soseki

Rimbalzo la palla a:
- Marco, nella speranza che ci scappi anche uno dei suo bellissimi scatti fotografici libreschi;
- Brekane, così magari torna a scrivere... che qui si sente parecchio la mancanza dei suoi post;
- Tasso, per rompergli un po' le scatole ^_^


[Ardesia, 28/12/2006][p.link][]



[mercoledì 27 dicembre 06]

Come vado ripetendo a destra e a manca da un paio di settimane a questa parte, per protesta contro l'invasione dei Babbi Natale arrampicatori volevo impiccarne uno fuori dalla finestra della cucina. Espediente un po' cruento, non lo nego, ma diciamocelo chiaro e tondo: questi bambocci scalatori hanno rotto le palle (dell'albero e non). Comunque sia ora c'è qualcuno che ha messo in pratica una risoluzione di fatto nettamente più pacifica: dopo i liberatori dei nani da giardino pare siano arrivati anche quelli di Babbi Natale urticanti rampicanti. E la folla esultò.
Riassumendo: i nani da giardino sono sistemati e i Babbi Natale arrampicatori anche. Contro la piaga degli ibridi nani arrampicatori invece non è stato ancora trovato un rimedio risolutivo.


[Ardesia, 27/12/2006][p.link][]



[martedì 26 dicembre 06]

Tutti a rimbalzarsi il titolo dell'ultimo Harry Potter tra una fetta di panettone e una di pandoro, ma nessuno che sappia che cappero significhi! Da quanto ho letto infatti girano soltanto delle grandi ipotesi che hanno a che vedere con consacrazioni/sacrifici/riti di morte, ma di sicuro non c'è ancora niente… e mi pare giusto, visto che prima di trovare un significato definitivo e una degna traduzione è certamente il caso di vederne la contestualizzazione dentro al romanzo. Puntualizzato questo potrei però esimermi dal dire la mia a riguardo? Certo che no! Anche perché qui non siamo mica dei quaquaraquà qualunque che si fermano alle apparenze e sparano la prima cosa che gli salta in mente; noi ci si prende tutto il tempo che serve per riflettere e confezionare baggianate di prima qualità! Insomma, ho trovato l'unico significato che non può che essere giusto, anche se presumibilmente non sarà quello ufficiale. Dato che il termine hallow può essere usato come hallo/hello e che questo settimo sarà, come si ostina a dichiarare da anni la stessa Rowling, l'ultimo libro della saga di Harry Potter, non vedo perché nessuno abbia pensato al titolo più ovvio, ovvero "Harry Potter e l'estremo saluto"! Traduzione azzardata, affannata e infondata? Probabile, ma se fosse azzeccata e si avesse un titolo con una doppia valenza sarebbe un tocco di classe niente male.


[Ardesia, 26/12/2006][p.link][]



[sabato 23 dicembre 06]

Ecco, lo sapevo che a lasciarsi irretire dalla catena di montaggio cappellettica c'era da perdersi qualcosa di fondamentale. E ora tocca aspettare il prossimo solstizio d'inverno :p


[Ardesia, 23/12/2006][p.link][]



[venerdì 22 dicembre 06]

Oggi qua è tutto un gran smatterellamento: temo che per i prossimi dieci giorni ci saranno da mangiare cappelletti a colazione, pranzo e cena.
Nell'ultima ora ho assistito a un goliardico lancio di farina improvvisato da un'arzilla ottantenne ai danni del mio povero gattone allibito e ho temuto per la vita di una sfoglia volante che però alla fine è atterrata incolume sul tagliere.
Ora torno in cucina a proporre un pranzo di natale alternativo, magari davanti a un bel piatto di spaghetti al dente, e a prendermi della sacrilega.


[Ardesia, 22/12/2006][p.link][]



[giovedì 21 dicembre 06]

Da un paio d'anni a questa parte acquisto e indosso esclusivamente calzini e calzettoni a righe. Mi hanno detto che evidentemente il mio subconscio tenta di comunicarmi che dovrei proprio decidermi a mettermi in riga, ma la mia spiegazione è molto più semplice: quando mi siedo e l'orlo dei jeans sale quel tanto che basta a lasciar sbucare qualche riga colorata, allora è come vedere far capolino un arcobaleno nel grigiore di un temporale.


[Ardesia, 21/12/2006][p.link][]



[mercoledì 20 dicembre 06]

Oggi ho inventato un indovinello, apposto su una busta un sigillo fatto con l'impronta della chiave della bici sulla cera sciolta di una candela alla ciliegia, disegnato un prato dalla prospettiva di uno che ci è steso dentro, ricordato quella volta che non ho detto a nessuno che senza un perché o un percome sono caduta* dalla cima dello scivolo dello stabilimento balneare sentendomi poi stordita per almeno un quarto d'ora, pensato a come, a volte, il verso canticchiato di una canzone riesca a trasmettere un senso nuovo alle cose.

* Tu non sei normale; devi essere caduta da piccola!
Infatti.


[Ardesia, 20/12/2006][p.link][]



A voler identificare tutti i cantanti e i musicisti che sfilano nel video del nuovo singolo degli U2 c'è da perderci il sonno! E comunque che fretta c'è? Basta pazientare un po' e ci sarà sicuramente qualcuno che si prenderà la briga di stilare una bella lista ordinata, come peraltro sta già accadendo qui e nei commenti a questo post. Riuscire a comporre tutto il puzzle però credo sia impossibile visto che alcuni fotogrammi sono davvero indecifrabili. Ad esempio, di chi sarà mai la scarpa senza lacci che appare per un istante verso la fine del trentaseiesimo secondo? Chissà se prima o poi verrà pubblicato l'elenco completo della parata di stelle che si affacciano dalla finestra di questa canzone... Io, nel dubbio, per ora mi accontento di essermi accorta della circolarità racchiusa nel fatto che il video inizia e termina con un Frank.


[Ardesia, 20/12/2006][p.link][]



SpaparangattoDove può andare a ricercare una piccola spintarella energetica chi del caffé non sopporta nemmeno l'odore e quindi figuriamoci il sapore? Se si è gatto-muniti è semplicissimo: invece di preparare la caffettiera si appiccica l'orecchio alla pancia del bestiolo addormentato, in modo che per sentire un gorgoglìo rassicurante non c'è nemmeno bisogno di aspettare che bolla l'acqua perché per far scattare l'interruttore delle fusa in modalità on bastano un paio di secondi di grattini. Dopo di ché una bella sciacquata al viso con acqua corrente gelida e posso assicurare che è come essersi ingollati una moka da sei.


[Ardesia, 20/12/2006][p.link][]



[martedì 19 dicembre 06]

Toglietemi tutto, ma non la mia signo Ø 0,38 mm!Colpo di genio dell'ultima ora: visto che riuscire a reperire la signo Ø 0,38 mm - ovvero l'unica penna al mondo con cui riesco a scrivere in spazi ristretti senza fare sbavature - sembra essere diventata un'impresa più ardua che attirare l'attenzione di un commesso di un megastore nel periodo pre-natalizio, ho avuto la pensata di riutilizzare le punte da 0,38 delle penne s-finite inserendole nelle cannucce d'inchiostro di quelle con la sfera da 0,70 che spopolano in tutte le cartolerie.
Se si considera che ieri ho anche usato il cilindro di cartone di un rotolo di pellicola da cucina come prolunga per il porta-scottex sfigato che franava tutte le santissime volte in cui riuscire ad agguantare rapidamente un foglio di carta assorbente avrebbe significato la salvezza (immaginate scenari apocalittici con vasi di sottòli rovesciati da golpes di cetriolini in rivolta, patate fritte grondanti d'olio bollente alla conquista del piano cottura, padelle sputa-sugo impegnate in lotte all'ultimo schizzo con frullatori scoperchiati), penso di poter pretendere che, almeno per qualche mese, nessuno si azzardi più a darmi dell'incapace ogni qual volta non riuscirò a piantare un un cappero di chiodo al primo tentativo!


[Ardesia, 19/12/2006][p.link][]



[domenica 17 dicembre 06]

Quando alla tv passa lo spot di sky con la Kidman che si siede suadente accanto al bimbo sconsolato e gli mormora con voce da travestito brasiliano "ti facio veddere una cossa", come si fa a non pensare che sia sul punto di tirarsi su la gonna? Secondo me non è altro che un malcelato messaggio subliminale rivolto alla figuara stereotipata del maschio italiano medio, il cui sogno da che mondo è mondo è quello di vedersi cadere dal nulla una figacciona bella, ricca e famosa, pronta a consolarlo con fare materno alla fine dell'ennesima giornata storta facendolo giocare a cucù-settete sotto la sua sottana! E chissà a cosa si riferisce in realtà quel trasognato "questo è maaggico, caattura i sogni" che viene dopo. Viene dopo? Uhm...


[Ardesia, 17/12/2006][p.link][]



[sabato 16 dicembre 06]

Suona il postino. Due volte. Ma non è un cliché cinematografico; è il nostro codice: significa che c'è un pacchetto troppo grande per essere messo al sicuro dentro la buchetta delle lettere. Scendo, prendo il pacchettino, risalgo. Dalla busta esterna ne estraggo una seconda dentro la quale si annida una scatoletta nera decorata da ghirigori argentei e che ai miei occhi appare come un prezioso forziere intarsiato. Apro la scatola e dentro trovo una nevicata di soffice bambagia e adagiato al sicuro in quel nido di candore... niente. Niente? Niente! L'illuminazione arriva fulminea: ma certo, il regalo è la scatola! Sono stata proprio una stupida a non arrivarci subito. Ma poi leggo il biglietto allegato in cui si parla di un amuleto. E non un amuleto qualsiasi: un bracciale portafortuna assemblato con pietre, perle, sfere acquistate al mercato di Ank Morph - per l'occasione stanziato in Irlanda. Un dono giunto fino a me dal Discworld pratchettiano. Un sogno a occhi aperti. Ma la strada che unisce il mondo della fantasia a quello reale purtroppo è sempre più tortuosa e lungo il percorso ci sono i ladroni... che hanno pensato bene di trafugare la mia magica strenna.
Questo amuleto, pur essendosi volatilizzato in una delle tante voragini di avidità che si aprono fra i diversi piani esistenziali e specialmente negli uffici postali nostrani, è uno dei regali più belli che mi siano mai stati fatti. Ne conserverò gelosamente il ricordo e sono sicura che i suoi favolosi poteri taumaturgici opereranno anche a distanza perché quello che si usa dire di solito a proposito dei regali, forse più per abitudine che per convinzione, in questo caso è assolutamente vero: è il pensiero quello che conta.
All'infame impiegato delle poste che ha rubato un oggetto del quale non potrà mai conoscere la storia e comprendere il vero valore, dedico il seguente brano, tratto - casualissimamente (ehm...) - dal libro che sto leggendo:
"Che nessun giorno gli sembri luminoso, che nessun fuoco lo riscaldi, che nessun amore gli sia fedele, fino a quando non avrà espiato il suo crimine!"
Tiè.


[Ardesia, 16/12/2006][p.link][]



Ci sono quelli che quando non hanno niente da fare - o non hanno voglia di far niente - si leggono l'oroscopo su televideo o le barzellette dei giornaletti di enigmistica o roba del genere [su, non fare lo gnorri: ammettilo che nella frazione d'istante in cui lo sguardo ti è rimasto sospeso sulla parola "giornaletti" hai pensato male!] e c'è chi, come la sottoscritta - a cui il televideo ha rotto le scatole da mo' con quel suo modo di scorrere le pagine a soste obbligate e che delle parole crociate più che altro ama le caselle nere - vaga più o meno a casaccio fra le schede di presentazione dei libri su ibs e si diverte a leggere i commenti lasciati dai lettori. Si trovano considerazioni di tutti i tipi: stitiche, che di solito sono puntellate da uno o più punti esclamativi (bello! - brutto!), surreali, offensive, vuote, assolutiste, illuminanti, ecc... Varie così com'è varia l'umanità che gli dà forma.
Visto che ieri mi è capitata fra le mani la mia vecchia copia de La storia infinita mi è presa la curiosità di scoprire se anche le edizioni più recenti hanno il testo rosso/verde, così ho cercato su ibs e mi è caduto l'occhio su questo commento: "Molto bello, ma a dir la verità, l' ho trovato un pò troppo ricco di parole...". Trovo l'idea di "un libro troppo ricco di parole" a dir poco esilarante: potrebbe essere incoronato imperatore - nudo* - di tutti gli ossimori relativi all'universo libresco!


* “But he has nothing on at all,” said a little child at last. (The Emperor’s New Suit by Hans Christian Andersen)


[Ardesia, 16/12/2006][p.link][]



[venerdì 15 dicembre 06]

A volerlo dire come se fossi imparentata con Piero Angela suonerebbe pressapoco così:
'nelle limpide giornate invernali il Carduelis carduelis si sposta in piccoli gruppi cibandosi delle brune infruttescenze della Liquidambar styraciflua'.
Ma formulare una frase del genere non è mica semplice: prima si deve identificare la specie del pennuto attraverso una sgangherata ricerca su google - passeriformi rosse nere gialle bianche - e poi bisogna procurarsi qualche foglia dell'albero in questione e cercare di riconoscerne le forme nelle illustrazioni di un libro sull'argomento - cosa che potrebbe sembrare semplice visto che è una delle attività che in autunno va per la maggiore fin dai primi anni d'asilo, ma la sottoscritta, pur nutrendo un amore smodato per alberi e arbusti (sì, anche per gli arbusti, che son sottovalutati perché la gente si accorge di loro solo quando è ora di mettere i mirtilli o i lamponi sul gelato; mica giusto!) non riesce tuttavia a riconoscerne che una manciata (abete, quercia, salice piangente, magnolia, fico... e poco altro - ok, non sono totalmente detonata: quando hanno i frutti sopra ne riconosco anche altri, ma l'aiutino stagionale non conta!)
Insomma, troppo smatezzo¹. Anche perché in fondo la questione è molto semplice: un piccolo, ma combattivo esercito di uccellini dalla testa rossa/nera/bianca e dalle ali screziate di giallo ha deciso che oggi era la giornata ideale per banchettare con le palline spinose che pendono a mo' di addobbi natalizi dall'albero di fronte a casa mia. Sembra facciano l'altalena sui peduncoli delle palline, ma in realtà il loro scopo è un altro: seppellire l'auto parcheggiata lì sotto con la polverina legnosa che piove giù come fosse neve mentre trivellano col becco la parte esterna dei frutti. Mi diverto molto ad osservare tutto quel flap-flap di alette e sbec-sbec di beccucci, ma per essere lì seduta in prima fila quando il vicino antipatico-rumoroso-maleducato uscirà e troverà l'auto tutta impolverata e pure scagazzata sarei perfino disposta a pagare il biglietto! Sì perché qui, anche se per interposta autovettura, si tratta di un linciaggio in piena regola, con cacca e polveraccia truciolare² invece di catrame e piume.

Note:
1: smatezzo = complicanze
2: truciolare: avrei voluto mettere trucioloso che come aggettivo mi sembrava più adeguato e comprensibile, ma a quanto pare non esiste e ci si deve arrangiare ad usare lo stesso termine sia con valore verbale che aggettivale. Storia pericolosa questa dei neologismi visto che mi sono resa conto di usare come se nulla fosse una media di due parole inesistenti a post.



[Ardesia, 15/12/2006][p.link][]



Momentaneo cambio d'immagine sulla vetta del blog che spero servirà a ricordarmi che sarebbe proprio ora di sfruttare quei 100 e passa punti raccimolati alla 88-07.


[Ardesia, 15/12/2006][p.link][]



[giovedì 14 dicembre 06]

Non mi è per nulla chiara la dinamica della questione, ma fatto sta che è già il secondo dicembre che una sera in prossimità di Natale, senza nessunissimo preavviso, mi prende l'impellenza di vedermi di filato tutti i film di Harry Potter. Alle tentazioni io resisto benissimo, sono le impellenze che mi fregano: quando voglio vedere, fare, sentire, comprare qualcosa non ci sono santi che tengano e se cause di forza maggiore mi sbarrano la strada allora compenso l'attesa forzata diventando totalmente monotematica, così, finché non l'ottengo, non faccio che pensare, scrutare su internet, parlare e spaccare le palle al mondo con il mio blablabla su quella determinata cosa.
Per fortuna, mia e di chi mi gira intorno, questi attacchi acuti di erba voglio non sono frequenti e sono sempre diretti verso praticelli semplici da raggiungere.
Ora metto su HP e la camera dei segreti... e per quest'anno mi va ancora abbastanza liscia visto che i film al momento sono "solo" quattro: non oso calcolare quanto durerà la maratona notturna harrypottiana fra qualche anno.


[Ardesia, 14/12/2006][p.link][]



[mercoledì 13 dicembre 06]

Ieri mi è capitato di comprare l'albo mensile di Dylan Dog nella stessa edicola in cui quindici anni fa lo acquistai per la prima volta. Così mi sono ritrovata a pensare a quel numero 56, letto tre lustri fa, in una mattina di maggio seduta in un corridoio deserto all'ultimo piano dell'ospedale, fuori da un reparto che per me era off-limits.
C'ero, ma forse era come se non ci fossi, oppure - lettura diversa - non ero lì, ma comunque c'ero.
Pochi giorni dopo il funerale.
Pioggia, grigiore; ombre, sulla carta e nel cuore.


[Ardesia, 13/12/2006][p.link][]



A quanto pare tra un po' i preservativi saranno spray... Ecco, non si potrebbe inventare una cosa simile anche per proteggere dalla polvere il taglio dei libri? Una bella spruzzatina prima di metterli sullo scaffale et voilà, niente più pagine ingiallite, e per tornare ad infilare naso e mente nei piaceri della lettura basterebbe tirare via con un rapido gesto la leggera pellicola trasparente.


[Ardesia, 13/12/2006][p.link][]



Il dubbio mi si era insinuato nella mente lo scorso maggio , dopo una settimana in cui ero stata costretta, in seguito alla presunta rottura della scheda della centralina della lavatrice, a fare la bella lavanderina che lava i fazzoletti - e non solo, anche perché se si fosse trattato soltanto di fazzoletti sarebbe andata bene, ma provateci voi a lavare tutto il bucato a mano, chini sulla vasca, dopo una vita passata seduti comodi comodi sul water a guardare il vortice dei panni dietro a un oblò! Mi ero chiesta: ma non è che da qualche parte in questo cappero di scheda è stata programmata a priori la data della morte della lavatrice? Non mi sembrava una pensata fantascientifica, ma poi non sono riuscita a trovare riscontri... fino a poco fa. Infatti, durante questa presentazione del suo libro Lire 26.900 lo scrittore Frédéric Beigbeder lo dice chiaro e tondo: "...e c'è un altro esempio del modo di riflettere di questi industriali: a un mio amico ingegnere è stato chiesto di immaginare una lavatrice che si sarebbe poi rotta definitivamente dopo 5 anni e questa società forniva una garanzia di tre anni..."
Raccapriccio.


[Ardesia, 13/12/2006][p.link][]



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