[ HOME ! BLOG ! MAIL ]

Archivio
.Oggi
:: 08/2014
:: 07/2014
:: 02/2013
:: 12/2012
:: 11/2012
:: 08/2012
:: 02/2012
:: 06/2011
:: 02/2011
:: 01/2011
:: 06/2010
:: 05/2010
:: 04/2010
:: 03/2010
:: 02/2010
:: 01/2010
:: 12/2009
:: 11/2009
:: 10/2009
:: 09/2009
:: 08/2009
:: 07/2009
:: 06/2009
:: 05/2009
:: 04/2009
:: 03/2009
:: 01/2009
:: 12/2008
:: 11/2008
:: 10/2008
:: 09/2008
:: 08/2008
:: 07/2008
:: 06/2008
:: 05/2008
:: 04/2008
:: 03/2008
:: 02/2008
:: 01/2008
:: 12/2007
:: 11/2007
:: 10/2007
:: 09/2007
:: 08/2007
:: 07/2007
:: 06/2007
:: 05/2007
:: 04/2007
:: 03/2007
:: 02/2007
:: 01/2007
:: 12/2006
:: 07/2006
:: 05/2006
:: 03/2006
:: 01/2006
:: 12/2005
:: 11/2005
:: 10/2005
:: 08/2005
:: 05/2005
:: 01/2005
:: 12/2004
:: 09/2004
:: 08/2004
:: 07/2004
:: 06/2004
:: 05/2004
:: 04/2004
:: 03/2004
:: 02/2004
:: 01/2004
:: 12/2003
:: 11/2003
:: 10/2003
:: 09/2003

feed rss


Cerca nel blog:




<< indietro - pagina principale - avanti >>

Archivio - agosto 2014

[16 agosto 14]

Alle sei e trenta di un'alba color risciacquatura di piatti, al chiarore della luce elettrica, con l'eco della sveglia ancora nelle orecchie, mi avventurai in bagno a occhi chiusi, guadagnando così sei secondi extra di sonno. Con gli occhi ancora chiusi, mi fermai davanti all'armadietto a specchio, sperando come sempre che durante la notte fosse successo qualcosa, che avrei notato un cambiamento. Ma nulla era cambiato. Non in meglio, comunque.
La solita vecchia faccia non rasata, con l'aria tonta, di un ventinovenne; gli stessi capelli scialbi, lisci, a mezza strada fra castano e rossiccio, che si rizzavano in ogni direzione come una manciata di chiodi arrugginiti; gli stessi occhi iniettati di sangue, stile basset-hound. "Specchio, specchio delle mie brame" dissi "chi è la peggiore schifezza del reame?"
"Oggi nessuna novità" rispose la voce, profonda e familiare. "Ancora un pari merito fra un pecoraio australiano alcolizzato, uno strozzino di Beirut e te. Tutt'al più, tu sei in leggero vantaggio". Una grande mano che sporgeva dalla manica tempestata d'oro di una lunga tunica bianca scese dal soffitto e mi stampiglio la fronte con un enorme timbro di gomma. Lasciò, da tempia a tempia, la parola FALLITO stampata a cubitali lettere nere.

Titolo originale: The Woodrow Wilson Dime (1968)
(Edizioni Marcos y Marcos - traduzione di Vittorio Curtoni)


[Trascritto da Ardesia | 16/08/2014 | p.link | segnala un errore | ]







BlogItalia.it - La directory italiana dei blog