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Archivio - agosto 2012

[29 agosto 12]

C'è una sola stella in cielo, per il resto nuvolaglia. Presto sparirà anche quella sola. Però non dà l'idea di voler piovere o nevicare.
Il Pianista scende dal treno che proviene da Sondrio. Una volta sul marciapiede guarda in su. Soltanto allora si rende conto che c'è una sola stella in cielo e per il resto nuvolaglia. Per lui fa lo stesso. L'importante è che ci sia in giro gente, bordello, confusione. È la sera del 5 gennaio 1966, festa dei Re Magi a Bellano. Fiere, feste di paese sono il suo pane. È lì per quello. Mica per la festa. Per il bordello, la confusione. La possibilità di rubare qualcosa, portafogli, orologi. Magari un motorino, vedrà.

(Edizioni Garzanti, 2009)


[Trascritto da Ardesia | 29/08/2012 | p.link | segnala un errore | ]


[20 agosto 12]

II telefono suonò poco prima della mezzanotte. Il dottor Carlo Lonati e sua moglie Elsa stavano dormendo. Aveva cominciato a soffiare un vento teso, freddo, piovigginava. Le drizze delle barche a vela ormeggiate nel molo tintinnavano. La donna dormiva sdraiata sul fianco sinistro. Ci vollero tre squilli prima che aprisse gli occhi. Scrutò il buio della stanza, i geometrici giochi della luce dei lampioni sul soffitto. Diede un colpetto di gomito al marito. Il dottore russava.

(Edizioni Garzanti, 2008)


[Trascritto da Ardesia | 20/08/2012 | p.link | segnala un errore | ]


[18 agosto 12]

Che cosa si può dire di una ragazza morta a venticinque anni?
Che era bella. E simpatica. Che amava Mozart e Bach. E i Beatles. E me. Una volta che mi aveva messo specificamente nel mucchio con tutti quei tizi musicali, le chiesi l'ordine di preferenza, e lei rispose sorridendo: «Alfabetico.» Sul momento sorrisi anch'io. Ora però mi chiedo se nell'elenco io comparivo con il nome – nel qual caso sarei venuto dopo Mozart – oppure con il cognome, perché mi sarei trovato tra Bach e i Beatles. In ogni modo non venivo per primo, il che sarà idiota ma mi secca terribilmente, essendo cresciuto con l'idea che devo sempre essere il numero uno. Eredità di famiglia, capite?

Titolo originale: Love Story (1970)
(Edizioni Garzanti - traduzione di Maria Gallone)


[Trascritto da Ardesia | 18/08/2012 | p.link | segnala un errore | ]


[16 agosto 12]

Il racconto più lungo della mia vita durò due settimane.
Avevo come palco una sedia di alluminio con i braccioli e la cornice era una piccola ma decorosa camera di ospedale.
Non erano previste domande dal pubblico e mi concedevo una pausa solo la sera, per andare a lavorare in pizzeria.
Quando il personale medico passava per le visite o per cambiare le flebo, ne approfittavo per bere un sorso d'acqua e per fumare una sigaretta.
Non ci fu l'applauso finale, ma il suono continuo di un segnale acustico.
L'unico spettatore era sul letto di fronte a me: il suo cuore aveva appena smesso di battere.
Quell'unico spettatore era mio padre

(Edizioni Marcos y Marcos, 2008)


[Trascritto da Ardesia | 16/08/2012 | p.link | segnala un errore | ]







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