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Archivio - ottobre 2008

[10 ottobre 08]

Il commissario di bordo di nome faceva Vincenzo (per gli amici "Cecè") e di cognome Collura. Per la verità, Cecè Collura il commissario di bordo non l'aveva mai fatto, anzi, a parlare papale papale, non aveva mai messo piede su una nave da crociera. E manco mercantile, a voler essere onesti fino in fondo. Come passeggero, a non qualificare come "navigazione" una trentina d'attraversamenti dello Stretto di Messina, aveva al suo attivo qualche viaggio d'andata e ritorno col traghetto Napoli-Palermo. E basta. Non era omo d'acqua, ma di terraferma.

(2002)
(Edizioni Mondadori)


[Trascritto da Ardesia | 10/10/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[06 ottobre 08]

È il 9 aprile del 1991, giorno del mio ventiduesimo compleanno.
Sono arrivato qui a Napoli da solo, dopo un lungo viaggio in treno, per fare il mio primo concerto lontano da casa.
Mentre mi portano in camerino, il mio sguardo cade su un pezzo di carta, appeso con lo scotch sulla porta a vetri della piccola sala da concerto: «Serata jazz. Giovanni Allevi. Pianoforte».
Serata jazz? Suonerò la Partita in Do minore di Bach, diversi brani di Chopin, cinque studi di Scriabine, Ravel e alcune mie composizioni. Serata jazz?
In camerino mi vesto.
Eccomi, sono pronto. La camicia è bianca con il colletto ben stirato, lo smoking è nuovo comprato ap­posta per l'occasione, le scarpe sono nere lucide e ho un po' di gel sui capelli corti. Lavo gli occhiali, come ultima cosa.

(2008)
(Edizioni Rizzoli)




[Trascritto da Ardesia | 06/10/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[01 ottobre 08]

Lunedì, 13 gennaio 1986. Victor Wilcox giace insonne nella stanza buia, in attesa che la sveglia al quarzo si metta a suonare. E' stata predisposta perché suoni alle sei e tre quarti. Lui non sa quanto dovrà aspettare. Potrebbe scoprirlo facilmente, cercando a tastoni l'orologio, sollevandolo a portata di vista e premendo il pulsante che illumina il display digitale. Ma preferisce non saperlo. E se fossero solo le sei? O addirittura le cinque? Potevano essere le cinque. Qualsiasi ora fosse, non ce l'avrebbe fatta a riaddormentarsi. Ultimamente era diventata un'abitudine, quella di restare sdraiato al buio in preda all'apprensione, in attesa della sveglia.

Titolo originale: Nice Work (1988)
(Edizioni Bompiani - traduzione di Mary Buckwell e Rosetta Palazzi)


[Trascritto da Ardesia | 01/10/2008 | p.link | segnala un errore | ]







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