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Archivio - dicembre 2007

[30 dicembre 07]

L'umorismo ebraico in otto lezioni e duecento storielle

Umorismo divino
L'idea del divino che viene attribuita agli ebrei dall'esterno è ben riassunta nella grevità della definizione: "Dio vetero-testamentario".
Questa formula richiama l'immagine di un Dio decrepito, terribile, vendicativo e geloso. Contumelie e riprovazioni iterate con maniacale e sadica insistenza sono state sopportate da generazioni di ebrei accusati di crudeltà per aver concepito un Dio così implacabile. Alcuni ebrei messi alle corde hanno finito per riconoscere la loro grave colpa.

Un lord inglese, al suo ricevimento annuale, ha invitato anche il Vescovo anglicano ed il Rabbino che, con malizioso intento, sono stati sistemati vicini a tavola.
Il Vescovo non resiste alla tentazione di punzecchiare il rabbino e gli dice: "Rabbino carissimo, suvvia! Lo riconosca! Il vostro Dio è così tremendo, tetragono, minaccioso, vendicativo. Il nostro invece è tutto bontà, perdono, indulgenza, sacrificio..."
"Sono totalmente d'accordo con lei, Vescovo", riconosce candidamente il Rabbino, "il vostro Dio ha preso per sé tutte le migliori qualità e non ne ha lasciata alcuna ai suoi devoti".


(Edizioni Einaudi, 1998)


[Trascritto da Ardesia | 30/12/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[20 dicembre 07]

C'era una volta un prigioniero… No: c'era una volta un bambino… Meglio ancora: c'era una volta una Poesia…
Anzi, facciamo così: c'era una volta un bambino che aveva il papà prigioniero.
"E la Poesia?" direte voi "Cosa c'entra?"
La Poesia c'entra perché il bambino l'aveva imparata a memoria per recitarla al suo papà, la sera di Natale. Ma, come abbiamo spiegato, il papà del bambino era prigioniero in un Paese lontano lontano.
Un Paese curioso, dove l'estate durava soltanto un giorno e, spesso, anche quel giorno pioveva o nevicava. Un Paese straordinario, dove tutto si tirava fuori dal carbone: lo zucchero, il burro, la benzina, la gomma. E perfino il miele, perché le api non suggevano corolle di fiori, ma succhiavano pezzi d'antracite.


(1945)
(Edizioni BUR)


[Trascritto da Ardesia | 20/12/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[13 dicembre 07]

La prima volta che incontrai Dean fu poco tempo dopo che mia moglie e io ci separammo. Avevo appena superato una seria malattia della quale non mi prenderò la briga di parlare, sennonché ebbe qualcosa a che fare con la triste e penosa rottura e con la sensazione da parte mia che tutto fosse morto. Con l'arrivo di Dean Moriarty ebbe inizio quella parte della mia vita che si potrebbe chiamare la mia vita lungo la strada.

Titolo originale: On the road (1959)
(Edizioni Mondadori - traduzione di Magda de Cristofaro)


[Trascritto da Ardesia | 13/12/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[07 dicembre 07]

Intorduzione
Un orso di mare ha ventisette vite. Di tredici e mezzo delle mie vite riferirò in questo libro. Sulle altre, invece, tacerò. Anche un orso ha diritto a certi lati oscuri: lo rendono pià interessante e misterioso.
Ci si chiede spesso com'erano un tempo le cose. Io rispondo: un tempo, c'era di tutto molto di più. Sissignori: isole, regni arcani e interi continenti che oggi sono scomparsi, subissati dalle onde e sprofondati nell'eternità degli oceani. Infatti il livello dei mari cresce di continuo, molto lentamente ma inesorabilmente, e verrò il giorno in cui tutto il nostro pianeta sarà coperto dalle acque. Non per niente la mia casa è in cima a uno scoglio e non per niente può fungere, all'occorrenza, anche da robusta imbarcazione.
Vi narrerò di quelle isole e di quei paesi, oltre che degli esseri e dei portenti sprofondati con loro.

Titolo originale: Die 13½ Leben des Käpt’n Blaubär (1999)
(Edizioni Salani - traduzione di Umberto Gandini)


[Trascritto da Ardesia | 07/12/2007 | p.link | segnala un errore | ]







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