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Archivio - agosto 2007

[27 agosto 07]

1801
Eccomi di ritorno da una visita al mio padrone di casa... il solo vicino che mi toccherà sopportare. Questa è certamente una bella contrada. In tutta l'Inghilterra non mi sarei potuto scegliere un posto più completamente distaccato dal turbinio della vita sociale. È il paradiso del prefetto misantropo e Mr Heathcliff e io siamo fatti apposta per spartirci questa desolazione. Uomo straordinario! Egli era lontano dall'immaginare come il mio cuore s'accendesse di simpatia per lui quando i suoi occhi neri, vedendomi avanzare a cavallo, si mossero pieni di sospetto sotto le sopracciglia e le sue dita, mosse da diffidenza mentre io pronunciavo il mio nome, si rifugiarono, con gesto risoluto, più profondamente nel panciotto.

Titolo originale: Wuthering Heights (1847)
(Edizioni Einaudi - traduzione di Antonio Meo)


[Trascritto da Ardesia | 27/08/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[20 agosto 07]

Non fraintendetemi: io amo il mondo della ristorazione. Diavolo, ne faccio ancora parte - sono chef da una vita, addestrato secondo i canoni della tradizione classica, e nel giro di un'ora starò probabilmente rosolando le ossa per la demi-glace e facendo a pezzi filetti di manzo in una scalcagnata cucina a sud di Park Avenue.
Non sto per vuotare il sacco su tutto quello che ho visto, imparato e fatto nella mia lunga e documentata carriera di lavapiatti, sguattero, addetto alla friggitrice e poi al grill, salsiere, sous-chef e chef solo perché sono furioso contro il sistema o perché voglio sconvolgere i clienti che stanno cenando. E vorrei continuare a fare lo chef anche dopo che questo libro sarà stato pubblicato, perché questa vita è l'unica che conosco davvero.

Titolo originale: Kitchen Confidential (2000)
(Edizioni Feltrinelli - traduzione di Carla Lavelli, Fausto Vitaliano, Cecilia Veronese)


[Trascritto da Ardesia | 20/08/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[13 agosto 07]

Sì, tutto potrebbe iniziare così, qui, in questo modo, una maniera un po' pesante e lenta, nel luogo neutro che appartiene a tutti e a nessuno, dove la gente s'incontra quasi senza vedersi, in cui la vita dell'edificio si ripercuote, lontana e regolare. Di quello che succede dietro le pesanti porte degli appartarnenti, spesso se non sempre si avvertono solo quegli echi esplosi, quei brani, quei brandelli, quegli schizzi, quegli abbozzi, quegl'incidenti o accidenti che si svolgono in quelle che si chiamano le parti comuni, i piccoli rumori felpati che la passatoia di lana rossa attutisce, gli embrioni di vita comunitaria che sempre si fermano sul pianerottolo.

Titolo originale: La vie mode d'emploi (1978)
(Edizioni BUR - traduzione di Dianella Selvatico Estense)


[Trascritto da Ardesia | 13/08/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[06 agosto 07]

Mia madre veniva da una cittadina polacca, mio padre da una cittadina del Maine. Mia madre era un'ebrea non credente, mio padre un cristiano non credente. Si incontrarono a New York al tempo in cui mio padre scriveva, per un giornale di sinistra, un articolo sulle condizioni di vita in schiera di misere case d'affitto in Suffolk Street nel Lower East Side di Manhattan, dove mia madre lavorava. Accadde alla fine degli anni Venti. Si innamorarono, ebbero una breve relazione e si sposarono.

Titolo originale: Davita's Harp (1985)
(Edizioni Garzanti - traduzione di Dario Villa)


[Trascritto da Ardesia | 06/08/2007 | p.link | segnala un errore | ]







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