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Archivio - aprile 2008

[27 aprile 08]

   A Windsor quella sera c'era il banchetto ufficiale, e mentre il presidente francese si affiancava a Sua Maestà la famiglia reale si schierò alle loro spalle, e la processione si avviò lentamente verso la sala Waterloo.
   «Adesso che possiamo parlarle a quattrocchi,» disse la regina sorridendo a destra e a sinistra mentre avanzavano fra gli ospiti sfolgoranti «vorremmo tanto chiederle la sua opinione sullo scrittore Jean Genet».
   «Ah» disse il presidente. «Oui».
   La Marsigliese e l'inno nazionale li costrinsero a interrompersi, ma una volta seduti Sua Maestà riprese da dove era rimasta.
   «Omosessuale e avanzo di galera... ma era davvero come l'hanno dipinto? E il suo talento» e sollevò il cucchiaio da consommé «era davvero così straordinario?».
   Non essendo stato ragguagliato sul glabro drammaturgo e romanziere, il presidente si guardò attorno stravolto in cerca del ministro della Cultura. Ma costei era immersa in conversari con l'arcivescovo di Canterbury.
   «Jean Genet,» ripeté premurosa la regina «vous le connaissez?».
   «Bien sûr» disse il presidente.
   «Il nous intéresse» ribadì Sua Maestà.
   «Vraiment?».
   Il presidente posò il cucchiaio. Lo attendeva una lunga serata.

Titolo originale: The Uncommon Reader (2007)
(Edizioni Adelphi - traduzione di Monica Pavani)


[Trascritto da Ardesia | 27/04/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[19 aprile 08]


Racconto di un naufrago
che andò per dieci giorni
alla deriva in una zattera
senza né mangiare né bere,
che fu proclamato eroe della patria,
baciato dalle reginette di bellezza
e reso ricco dalla pubblicità,
e poi aborrito dal governo
e dimenticato per sempre


I
Come erano i miei compagni morti in mare

Il 22 febbraio ci fu comunicato che saremmo ritornati in Colombia. Avevamo trascorso otto mesi a Mobile, Alabama, Stati Uniti, dove l'A.R.C. "Caldas" era stato sottoposto a riparazioni elettroniche e alle attrezzature. Mentre riparavano la nave, noi membri dell'equipaggio frequentavamo un corso di specializzazione. Nei giorni di franchigia facevamo quel che fanno tutti i marinai a terra: andavamo al cinema con la ragazza e poi ci riunivamo da "Joe Palooka", una bettola del porto, dove bevevamo whisky e di tanto in tanto facevamo cagnara.

Titolo originale: Relato de un náufrago (1970)
(Edizioni Mondadori - traduzione di Cesare Acutis)


[Trascritto da Ardesia | 19/04/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[12 aprile 08]

Ad Antoine era sempre sembrato di avere l'età dei cani. Quando aveva sette anni, si sentiva logorato come un uomo di quarantanove; a undici, aveva il disincanto di un vecchio di settantasette. Ora, a venticinque anni, sperando in una vita un po' più dolce, Antoine decise di coprire il proprio cervello con il sudario della stupidità. Troppo spesso aveva osservato che l'intelligenza è parola che designa sciocchezze ben costruite e graziosamente enunciate, ed è talmente traviata che sovente è più vantaggioso essere stupidi che intellettuali doc. L'intelligenza rende infelici, solitari, poveri, mentre mascherarla permette un'immortalità da rotocalco e l'ammirazione di quelli che credono in ciò che leggono.

Titolo originale: Comment je suis devenu stupide (2001)
(Edizioni Garzanti - traduzione di Roberto Rossi)


[Trascritto da Ardesia | 12/04/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[05 aprile 08]

Il numero uno dell'Avenue de Marigny a Parigi è una casa grande e quadrata di aspetto scuro e venerando. L'edificio sorge all'incrocio dell'Avenue de Marigny con l'Avenue Gabriel, a un breve isolato di distanza dagli Champs-Elysées e di fronte al palazzo dell'Eliseo, residenza del Presidente della Repubblica Francese. Il numero uno confina con una corte dal tetto a vetri; sull'altro lato di questa sorge un edificio alto e stretto, un tempo destinato alle scuderie e agli alloggi dei cocchieri. Al pianterreno ci sono sempre le scuderie, abbellite da mangiatoie e abbeveratoi di marmo scolpito, mentre sopra di esse si alzano tre ameni piani, una piccola ma bella casa nel cuore di Parigi. Al secondo piano grandi porte a vetri si aprono sulla parte scoperta del cortile che unisce i due stabili.

Titolo originale: The Short Reign of Pippin IV (1957)
(Edizioni Rizzoli - traduzione di Giulio De Angelis)


[Trascritto da Ardesia | 05/04/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[02 aprile 08]

Quando suonò il telefono, Gill era fuori a rastrellare le foglie in mucchi ramati, mentre suo marito le spalava in un falò. Era una domenica pomeriggio di fine autunno. Gill corse in cucina non appena udì gli squilli, e immediatamente si sentì avviluppare dal calore dell'interno, non essendosi resa conto, fino a quel momento, di come l'aria s'era fatta gelida. Con ogni probabilità, nella notte ci sarebbe stata una gelata.
Dopo tornò sul vialetto verso il piccolo falò, da cui si levavano volute di fumo grigio-azzurre, in un ciclo che stava già cominciando a scurire.
Stephen si girò sentendola arrivare. Nei suoi occhi lesse cattive notizie e il pensiero andò subito alle figlie: ai paventati pericoli del centro di Londra, alle bombe, ai tragitti in metro e in autobus che da comune routine si erano trasformati in scommesse con la vita e con la morte.
"Che succede?"

Titolo originale: The Rain Before It Falls (2007)
(Edizioni Feltrinelli - traduzione di Delfina Vezzoli)


[Trascritto da Ardesia | 02/04/2008 | p.link | segnala un errore | ]







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