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Archivio - gennaio 2008

[25 gennaio 08]

ATTO PRIMO

Una rappresentazione a Palazzo Borgogna

La sala di Palazzo Borgogna nel 1640. Una specie di capannone per il gioco della palla adattato ad uso teatrale.
Vari manifesti rossi sui quali si legge La Cloreste.
La sala è ancora semibuia.


SCENA I. Il pubblico, che comincia a entrare a poco a poco. Cavalieri, borghesi, servi, paggi, un ladro, il portinaio, ecc.
(Si sente dietro la porta un vociare, poi un cavaliere entra bruscamente.)


IL PORTINAIO (inseguendolo): Ehi, Voi! Quindici soldi!
IL CAVALIERE: Io entro gratis!
IL PORTINAIO: E perché?
IL CAVALIERE: Sono cavalleggero del re!
IL PORTINAIO (a un altro cavaliere che entra): E voi?
SECONDO CAVALIERE: Non pago!
IL PORTINAIO: Ma...
SECONDO CAVALIERE: Sono moschettiere!
PRIMO CAVALIERE (al secondo): Non comincia che alle due. La sala è vuote. Tiriamo di fioretto. (Tirano di scherma.)
UN SERVO (entrando): Ehi, Flanquin...
UN ALTRO (già arrivato): Champagne?
IL PRIMO (mostrandogli dei giochi che tira fuori dalla giubba): Carte. Dadi (Si siede per terra) Giochiamo.
IL SECONDO (si siede anche lui): Sì caro.
IL PRIMO (tirando di tasca un mozzicone di candela che accende e fissa per terra): Ho preso un po' di luce al mio padrone.
UNA GUARDIA (a una fioraia che viene avanti): Carino da parte tua venire prima che accendano le luci!... (la stringe in vita).
UNO DEGLI SCHERMIDORI (ricevendo un colpo): Toccato!
UN GIOCATORE: Fiori!
LA GUARDIA (inseguendo la ragazza): Un bacio!
LA FIORAIA (divincolandosi): Ci vedono!...
LA GUARDIA (trascinandola in un angolo buio): Qui no!
UN UOMO (sedendo a terra con altri, che hanno portato da mangiare): Quando si arriva prima, si ha pure il tempo di mangiare!
UN BORGHESE (col figlio): Vieni, sistemiamoci là.
UN GIOCATORE: Tris d'assi!


Titolo originale: Cyrano de Bergerac (1897)
(Edizioni Newton - traduzione di Franco Cuomo)


[Trascritto da Ardesia | 25/01/2008 | p.link | segnala un errore | ]


[15 gennaio 08]

Prologo
Nell'aprile del 1953, un anno prima di morire all'età di quarantasette anni, Frida Kahlo ebbe la prima importante retrospettiva messicana delle sue opere pittoriche. La sua salute si era ormai talmente deteriorata che nessuno si aspettava di vederla all'inaugurazione. Ma alle otto di sera, un attimo dopo che le porte della Galleria d'arte contemporanea di Città del Messico si furono aperte al pubblico, arrivò un'ambulanza. L'artista, vestita del suo prediletto costume messicano, venne portata in barella fino al grande letto che già dal pomeriggio era stato installano nella galleria. Il letto era decorato come piaceva a lei, con fotografie del marito, il grande muralista Diego Rivera, e dei suoi eroi politici, Malenkov e Stalin. Scheletri di cartapesta pendevano dal baldacchino alla cui volta era stato fissato uno specchio che rifletteva il suo volto devastato eppure splendente di gioia. A uno a uno, duecento tra amici e ammiratori andarono a congratularsi con Frida, quindi formarono un circolo intorno al suo letto e si misero a intonare con lei ballate messicane che durarono fino a notte inoltrata.

Titolo originale: Frida, A life of Frida Kahlo (1983)
(Edizioni La Tartaruga - traduzione di Maria Nadotti)


[Trascritto da Ardesia | 15/01/2008 | p.link | segnala un errore | ]







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