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Archivio - gennaio 2003

[giovedì 30 gennaio 03]

Sono felice di abitare in una casa che ha una finestra orientata ad ovest; ogni sera, al tramonto, mi basta scostare un po' la tenda per ammirare estasiata un nuovo, unico ed inimitabile quadro impressionsta. Oggi era d'un azzurro intenso, attraversato orizzontalmente da quattro pennelate di rosa carico, date con immensa maestria. Il pittore deve proprio essere uno che sa il fatto suo.


[Ardesia, 30/01/2003][p.link][]



[mercoledì 29 gennaio 03]

Non so se l'avete notato anche voi, ma in ogni blog si finisce sempre ed inevitabilmente col parlare di... blog! Del proprio o di quelli altrui. Ma che originali siamo, eh! Sarà la novità, l'entusiasmo iniziale, ma ci cascano un po' tutti. C'è chi ci filosofeggia sopra, facendo riferimenti ai vari articoli apparsi ultimamente sui vari mezzi d'informazione; c'è chi si inventa motti, inni, storie, sonetti (o forse il sonetto ancora manca... ma non importa, son certa che non tarderà ad arrivare... magari scritto in caratteri svolazzanti su di un blog un po' barocco); c'è poi chi si limita a informare gli ignari passanti internauti sui propri cambiamenti grafici in corso d'opera - un'aggiustatina a quella colonna, una riverniciatina allo sfondo... col blu ci sta meglio il panna... humm, no forse quel verdino spicca di più [forse tolgo i commenti... ah, no li ho già tolti... cosa?? era la mail quella? ah, no io non li sopporto più quelli che appena aprono un blog mandano messaggi a tutti... spammoni... insomma, cosa lascio? cosa tolgo?? ...ma dopo che ho sistemato tutto devo mettermi a trattare in modo aulico della fenomenologia blogghesca anch'io?!....uhm, quasi quasi ricambio i colori......] ; poi ci son quelli che, come me, queste cose le fanno un po' tutte... finché non scrivono un post come questo e finalmente decidono di smetterla una buona volta. :))
Così come non trovo sensato passare la vita a porsi quotidianamente quesiti esistenziali, allo stesso modo, alla lunga, non trovo stimolante un'ammasso di bloggers che non fa altro che parlare di blog.


[Ardesia, 29/01/2003][p.link][]



[martedì 28 gennaio 03]

Premessa
Ho preparato le melanzane ai due fari una sola volta in vita mia e penso che non le cucinerò mai più. Questo non perché non abbiano un buon sapore o il procedimento da seguire sia particolarmente difficile, bensì perché ho scoperto che quello che dovrebbe essere il loro ripieno è molto più buono come condimento per il riso basmati! ...sempre che qualcosa non decida di andare storto...


Le ricette im-perfette

Pasticcio di riso intortato.

- Bollire per una decina di minuti un paio di tazze di riso basmati in una pentola d’abbondante acqua salata

- Preparare il ripieno per le melanzane ai due fari: schiacciare con la forchetta due melanzane precedentemente sbucciate e fatte bollire fino ad assumere un aspetto inerte e molliccio, mischiare alla poltiglia ottenuta dei pezzettini di prosciutto crudo, delle sottili fette di fontina, sale pepe

-Unire il composto ottenuto al riso, mescolare per qualche minuto tenendo la fiamma bassa, ed accertarsi, assaggiandolo, che non sia affatto venuto buono come speravate.....anzi....accorgersi che fa schifo

- Interrogarsi sul perché seguendo gli stessi procedimenti si ottengano di volta in volta cose dal sapore assolutamente diverso

- Soffriggere 2 cipolle tagliate a rondelle, insaporirle con sale, pepe ed una spruzzata di vino rosso, ed aggiungerle al risotto, insieme a una manciata di paprica forte ed a un paio di cucchiai di besciamella. Mescolare per qualche minuto sempre tenendo la fiamma bassa

- Assaggiare e accorgersi che c’è sempre qualcosa che non va....

- Riflettere sui propri limiti

- Avere la brillante idea di salvare la situazione usando il composto per fare delle straordinarie ed innovative polpette di riso

- Fare delle piccole palline di riso appiattite , tuffarle nel pan grattato e friggerle in olio bollente. E’ necessario premurarsi preventivamente del fatto che il composto ottenuto non sia adatto ad essere fritto in padella, in quanto troppo molle..... soltanto in tal modo le pseudo polpette si disgregheranno e sarà possibile ripescare, al posto di succulente ed invitanti polpettine dorate, una strana poltiglia, di colore e consistenza indefinibile, mezza incazzata per il trattamento appena ricevuto

- Togliersi arrabbiati e frustrati il grembiule, estrarre dal freezer un rotolo di pasta sfoglia surgelata e andarsene in un’altra stanza a leggere un libro per un’ora e mezza circa

- Tornare sereni e rilassati in cucina, stendere la pasta sfoglia fingendo competenza in una teglia da forno di medie dimensioni che prima, però, ci si sarà premurati di imburrare ad arte. A questo punto aggiungere al composto di riso che dopo il fallito tentativo di frittura era stato lasciato a riposare in un contenitore foderato di scottex, un paio di uova sbattute, del pan grattato, un’altro po’ di besciamella e l’ingrediente segreto (nel mio caso l’ingrediente segreto è qualche cucchiaio di un paciugo di verdure cotte+passata di pomodoro.....voi metteteci i segreti vostri :)))

- Rovesciare il tutto nella teglia foderata di pasta sfoglia, lasciar in forno per circa mezz'ora a 180 gradi, tenere le dita incrociate...e buonappetito


[Ardesia, 28/01/2003][p.link][]



[lunedì 27 gennaio 03]

Perché questo blog con explorer si vede in un modo e con Mozilla invece i caratteri diventano maleficamente mastodontici, quando invece il nuovo blog si vede perfettamente con entrambi i browser????? E perché ora che sto scrivendo queste parole usando Mozilla non mi appaiono le opzioni per modificare il testo?? Tutto sparito -colori, size, grassetto, link, immagini- insomma l'intera barra della formattazione del testo si è volatilizzata......
Sono arrabbiata!!! Non furiosa, ma leggermente incacchiosa sì!


[Ardesia, 27/01/2003][p.link][]





[Ardesia, 27/01/2003][p.link][]



Uff, speriamo non ricominci la storia delle sciame sismico di tre anni fa perché io mi ricordo ancora molto bene quell'esperienza e non ho di certo bisogno che arrivino altre scosse come quelle di stasera a rammentarmi lo stress di quei giorni traballanti, passati in giro, temendo che potesse crollare tutto da un momento all'altro... L'imprevedibilità è spossante.


[Ardesia, 27/01/2003][p.link][]



[domenica 26 gennaio 03]

Non riesco a trovare un sito che riporti le scosse sismiche in tempo reale. Volevo sapere se ero già arrivata alla centifuga o se era terremoto quello che ha fatto traballare tutto poco fa...


[Ardesia, 26/01/2003][p.link][]



Ho bucato...
Ma ho anche lavatrice!
Io fortunato!!
Però io macchina, no nave...
Ahiahiahi, cosa fare io di oblò?
Partiròòòò, parti-ròòòòòòòòòòòòòòò


[Ardesia, 26/01/2003][p.link][]



[sabato 25 gennaio 03]

Son drogata! Ebbene sì, mi faccio... di blog!!! Ne ho appena iniziato un'altro... Dato che qui finivo sempre per parlare delle mie letture ho deciso che valeva la pena riservare all'argomento un blog a sé stante... e così è nato "84 Charing Cross Road". Parlerò dei libri che leggerò, ma non scrivendo pseudo-recensioni postume (postume nel senso che vengono create solo una volta terminato un determinato romanzo!!), bensì annotando pagina dopo pagina, giorno per giorno, le mie sensazioni. Saranno i miei appunti di viaggio letterari... che si evolveranno attraverso le letture che intraprenderò. La visione che si ha di una determinata storia cambia mano a mano che ci si addentra in essa; inizialmente se ne conosce l'esistenza tramite terzi (un amico, internet, un'elenco di titoli su di una quarta di copertina), poi c'è la libreria, l'acquisto dell'oggetto "libro", e finalmente di arriva alla lettura... le aspettative, l'impatto iniziale, la graduale confidenza..... e molto altro...


[Ardesia, 25/01/2003][p.link][]



Mi è capitato di vedere il mio blog da un computer con una risoluzione diversa da quella che uso io.... e con mio grande rammarico mi son accorta che alcune righe di testo andavano a sovrapporsi alla colonnina di destra, quella coi link per intenderci, rendendo così alcuni testi illeggibili. Evidentemente ho smanettato troppo col codice sorgente del template... Così facendo ho ottimizzato la visione della pagina per me, ma forse allo stesso tempo l'ho resa impossibile ad altri...
Voi come la vedete????


[Ardesia, 25/01/2003][p.link][]



[venerdì 24 gennaio 03]

Ok, il mio piano della scorsa settimana riguardo alla lettura del romanzo di Cunningham si è andato a far benedire! La falla? Semplice; non avrei dovuto comprare "Le ore" insieme a "Mrs Dalloway", bensì in un secondo momento... Infatti non ho saputo resistere alla tentazione e vedere la copertina di "Le ore" che mi spiava di sottecchi dalla cima della pila di libri sul comodino è stata una tentazione troppo forte - Libro... m'hai provocato e io te leggo adesso libro. Io me te magno! Ahmm! - ....quindi la signora Dalloway è stata abbandonata dopo alcuni capitoli... Ma è un vero peccato! Infatti poi, anche dal poco che ho letto, mi son resa conto che Cunningham non solo trae ampia ispirazione dal romanzo della Woolf per quanto riguarda le atmosfere; in alcuni punti ne ripropone addirittura le situazioni, la struttura narrativa e lo stile. Insomma è un rimando continuo, una fitta tela di sottintesi ed emozioni condivise.


[Ardesia, 24/01/2003][p.link][]



[sabato 18 gennaio 03]

Oggi ragiono per associazioni mentali e non mi è semplice formulare un pensiero sensato; passo dappertutto, ma non arrivo da nessuna parte... e mi pare ovvio che se nessuna parte poi non c'è certo da sperare che qualcuna arrivi... Capita sempre così quando mi impongo una tabella di marcia, quando decido tempi e modi; i modi si ribellan ai tempi, ma non lo fan abbastanza in tempo da darmi il modo di evitare ritardi... e non se ne esce. Sia che decida di accanirmi con plurali, sia che tenga particolarmente d'occhio i singolari, il discorso non cambia e mi faccio fregare. Così arriva l'una di notte e io non ho fatto nulla di quello che mi ero prefissata...
Tutto rimandato a domani.

- Parto?
- Sì!
- Tu parti?
- No.
- Come non parti?
- Non ho modo...
- Il modo se si vuole si trova!
- A parte che se ti dico che non parto, non parto... Eppoi non sarà mica questo il modo di chiedere le cose.
- Vabbé, io parto.
- E io invece no; non ho modo.
- Ok.
- Ok.


[Ardesia, 18/01/2003][p.link][]



[venerdì 17 gennaio 03]

- finire i libri che sto leggendo (2);
- acquistare "Mrs Dalloway" di Virginia Woolf e "Le ore" di Cunningham;
- leggerli (in ordine cronologico);
- godere per aver trovato 2 capolavori, collegati fra loro, in un sol colpo (ed il tutto grazie all'acquisto puramente casuale di un libricino ammiccante, dalla copertina arancione, intitolato "Mr Brother");
- vedere il film tratto dal romanzo di Cunningham;
-rigodere perché dev'essere proprio una gran bella pellicola (ho trovato il link al trailer nel blog di Ariosto e gli Arabi, ed oggi me lo sarò riguardato una decina di volte!!)

Questo è il mio piano. Poi magari in corso d'opera subirà delle modifiche dettate dal contenuto dei romanzi citati.... Si vedrà.
Per ora mi piace così com'è strutturato. Mi sento molto stratega :D


[Ardesia, 17/01/2003][p.link][]



[giovedì 16 gennaio 03]

"...Zia Len mi incantava sempre con ogni sorta di meraviglie botaniche e matematiche. Mi mostrò i motivi a spirale sui capolini dei girasoli in giardino, e mi suggerì di contare i flosculi al loro interno. Quando lo ebbi fatto, mi mostrò che erano disposti secondo una serie - 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, ... - in cui ogni numero era la somma dei due che lo precedevano. E se si divideva ogni numero per quello che lo seguiva (1/2, 2/3, 3/5, 5/8, ... ) ci si avvicinava sempre più al numero 0,618. Questa serie, mi spiegò, era chiamata «serie di Fibonacci», dal nome di un matematico italiano vissuto alcuni secoli fa. Il rapporto 0,618, aggiunse zia Len, era noto come divina proporzione, o sezione aurea: una proporzione geometrica ideale spesso usata da architetti e artisti...."
(Oliver Sacks - Zio tungsteno)


[Ardesia, 16/01/2003][p.link][]



[mercoledì 15 gennaio 03]

Immagine di K-Pax Sistema solare -> pianeta TERRA -> USA -> ospedale psichiatrico -> trob sostiene di esser un viaggiatore interstellare e per questo viene considerato pazzo -> un medico cerca di curarlo, ma trob deve tornar al suo pianeta -> e ci tornerà, cavalcando un raggio di luce...
Non un mondo immaginario palesemente inverosimile, ma un pianeta concreto, con un nome, un sole, anzi 2, che gli danno energia, forme di vita che lo popolano vivendo in armonia e pace totali; un'intero pianeta su cui rifugiarsi con la propria coscienza e con il proprio dolore... e se alzi gli occhi, lontano un puntino blu sospeso nel nulla: la TERRA, coi suoi drammi, le nefandezze, la disperazione degli umani.
La TERRA; un posto pieno di contraddizioni in cui molti si perdono e non riuscendo a ritrovarsi vengon presi per pazzi.
E se non lo fossero? Se fossero solamente anime di passaggio? O se invece la vera pazzia consistesse nel non fermarsi ad ascoltare gli altri ed a non capire che si può realmente cavalcare un raggio di luce se soltanto lo si desideri?



[Ardesia, 15/01/2003][p.link][]



"...Ho scritto Mr Brother in una fitta rabbia e frustrazione mentre stavo lavorando a Le ore. L'ho scritto perché non ero sicuro di come sarebbe venuto il romanzo, e neanche se sarebbe venuto, perché avevo bisogno di finire al più presto qualcosa - qualunque cosa. Una delle maggiori difficoltà dello scrivere romanzi, almeno per me, è che ci vogliono anni - quasi quattro per Le ore - e alla fine di un periodo così lungo in cui non hai fatto nient'altro che abbia una qualche importanza, scopri magari che il romanzo è un errore, una presunzione che non ha preso vita. Ho scritto Mr Brother perché non ero più sicuro di me pur con due romanzi alle spalle, e l'ho scritto piuttosto in fretta, come se fosse uno stratagemma per salvarmi la vita..."
(Michael Cunningham)


[Ardesia, 15/01/2003][p.link][]



"Tre volte Randolph Carter sognò la meravigliosa città, e tre volte venne portato via mentre si trovava ancora sull’alta terrazza che la dominava.
Riluceva, dorata e splendida nel tramonto, con le sue mura, i templi, i colonnati e i ponti ad arco di marmo venato, mentre fontane d’argento zampillavano con un effetto prismatico su ampi piazzali e giardini odorosi, e larghe strade passavano tra alberi delicati, urne ornate di boccioli e statue d’avorio disposte in file lucenti. Su vertiginosi strapiombi, rivolte verso nord, si arrampicava invece una lunga serie di tetti rossi, e antichi frontoni aguzzi si susseguivano lungo stradine erbose coperte da ciottoli.
Era un vero delirio degli dèi, una fanfara di trombe soprannaturali, e un risuonare di cimbali ultraterreni. La circondava il mistero, così come le nuvole si raccolgono intorno ad una favolosa montagna inviolata.
Mentre Carter rimaneva senza fiato e in trepidante attesa su quel parapetto circondato da una balaustra, fu sopraffatto dalla pienezza e dall’ansia di un ricordo quasi svanito, dal dolore di cose perdute, e dal bisogno ossessionante di ricordare di nuovo quello che una volta era stato un luogo veramente terribile."
(H.P.Lovecraft - incipit di The Dream-Quest of Unknown Kadath)


[Ardesia, 15/01/2003][p.link][]



"Esseri umani, gente di qui e di ogni luogo, voi che siete trasportati nel grande movimento della deterritorializzazione, voi che siete innestati sull'ipercorpo dell'umanità alle cui gigantesche pulsazioni il vostro polso fa eco, voi che pensate uniti e dislocati nelle maglie dell'ipercorteccia delle nazioni, voi che vivete assorbiti, dilaniati, in questo immenso accadimento del mondo che torna incessantemente a sé e nuovamente si crea, voi che, bruscamente, venite proiettati nel virtuale, voi che partecipate all'enorme salto che la nostra specie sta compiendo verso la sorgente del flusso dell'essere, sì, al cuore stesso di questo straordinario turbinio, voi siete a casa. Benvenuti nella nuova dimora del genere umano. Benvenuti sulle strade del virtuale!".
(Pierre Lèvy)


[Ardesia, 15/01/2003][p.link][]



[martedì 14 gennaio 03]

Inizialmente era timido e restio; non voleva mostrare troppo di sé... Temeva che se si fosse lasciato andare si sarebbe sentito ancora più nudo ed indifeso di quanto già non gli sembrasse d'essere. Ma poi scoprì che gli altri non erano poi molto diversi da lui, se non in apparenza, e si sentì più tranquillo. Il timore di mostrarsi per quello che era piano piano svanì ed arrivò così al punto di nascondere agli altri soltanto ciò che non ammetteva nemmeno a sé stesso.
A volte gli capitava di sentirsi inutile, e si chiedeva a cosa potesse mai servire la sua esistenza, ma sapeva bene che quella era una domanda che si erano posti anche altre migliaia di blog, ogni giorni, dall'inizio dei tempi, e che nessuno aveva mai saputo trovare una risposta soddisfacente, quindi tanto valeva interrogarsi per un po', ma poi lasciar perdere e continuare la propria vita come sempre, giorno dopo giorno, post dopo post.
Sono strani esseri i blog; non appartengono a nessun luogo, a nessun tempo... messaggi in bottiglia senza mare, palloni aerostatici senza cielo...
Io ne ho sognato uno che ancora non esiste...o che forse è già morto.


[Ardesia, 14/01/2003][p.link][]



[domenica 12 gennaio 03]

Dal primo di gennaio da quest'anno nel comune di Aulla è entrata in vigore un'ordinanza comunale con la quale si rende OBBLIGATORIA l'esposizione della bandiera Italiana in occasione delle feste nazionali. Il comune ha provveduto, nei mesi scorsi, a consegnare un tricolore ad ogni famiglia. I refrattari a questa forzata (e farsesca - aggiungo io) manifestazione di patriottismo non verranno multati; ci si limiterà "soltanto" ad inserire i loro nomi in un apposito elenco.

Gennaio 2003 - arrivano le "liste tricolore"... e nessuno fiata, nessuno s'indigna.


[Ardesia, 12/01/2003][p.link][]



[sabato 11 gennaio 03]

...il rovescio:

"Un gracchio, gonfio di vanagloria, raccolse le penne che erano cadute a un pavone e se ne adornò tutto. Poi, disprezzando la sua razza, si unì a una bella schiera di pavoni. Ma questi strapparono le penne all'uccello impudente e lo cacciarono via a beccate. Il gracchio, malconcio, ritornò tutto afflitto tra i suoi simili, ma fu da loro espulso con grande biasimo. Uno di quelli che lui prima aveva disprezzato, disse allora: «Se ti fossi accontentato di stare con noi e avessi voluto accettare quello che ti aveva dato la natura, non avresti subito quell'oltraggio e ora non patiresti la sventura di questa espulsione."
(Esopo)


...ed il rovescio... rovesciato:


"Se un usignolo dà via le penne della coda, può dire: mi resta il dono del canto; ma se le fate dar via a un pavone, le penne della coda, che gli resta?"
(Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal)



[Ardesia, 11/01/2003][p.link][]



Prima o poi capita a tutti di prendere coscienza di sé... e se tutto fila liscio e si è personcine a modo (infatti per i serial killer, per gli evasori fiscali e per tutte le categorie e sottocategorie di vampiri moderni il discorso cambia) è un'esperienza fantastica perché la maggior parte delle volte si riesce ad attingerne una grintosa spinta emotiva . Bhe, oggi credo sia capitato a me, ma nel bel mezzo di quella che poteva restare impressa nella mia mente come una delle più intense esperienze estatiche della mia vita interiore è successo l'impensabile; mi son inceppata! Non so di preciso come sia potuto succedere, ma la sensazione è quella; inceppata, rotta, non più funzionante. Ho persino sentito un "sscrokkk", che come tutti sanno è il tipico rumore che fa l'uccellino del cucù quando spira. Sono disorientata, ma come miagolò Zorba alla gabbianella: "Vola solo chi osa farlo"... ed i volatili di legno che nidificano negli orologi a parete di certo non se lo sognano nemmeno di spiccare il volo, quindi, a conti fatti, se si rompono poco male; l'importante è che continui a funzionare io, seppur inceppata.
Ottimista? Eccomi, son la prima della lista... dall'analista!


[Ardesia, 11/01/2003][p.link][]




POZIONE I
Le poesie non son fatte di parole.
Sono sentimenti puri e semplici, non artefatti.
Se si cerca di mettere insieme in bella maniera un cumulo di parole, non si otterrà altro che un cumulo di parole ben composto.
Il linguaggio è sì molto importante, ma è solo un mezzo e non il fine ultimo.
Prima devon venire le proprie emozioni; bisogna estrinsecare la propria interiorità!
E' necessario gettare uno sguardo profondo dentro sé stessi prima di accingersi a scrivere poesie.


***

POZIONE II
Immedesimazione.

Non si può descrivere nulla se prima non si riesce ad immedesimarsi in ciò di cui si vuol parlare poetando.

Per descrivere un albero bisogna sentirsi albero; percepire la linfa vitale che ci scorre dentro, il contatto diretto con la terra, provare cosa significa la costante eposizione alla forza degli elementi, in balia del ciclo delle stagioni... trovar il senso di un'esistenza che per perpetuarsi e rinnovarsi, ogni inverno perde un po' di sé, per poi rifiorire più rigogliosa a primavera...

Per parlare del mare bisogna carpire il tormento di un movimento incessante, bisogna calarsi nelle profondità degli abissi più profondi e risalire fino a ritrovare la luce accecante del sole...

Se si vuol raccontare il mondo, l'unico modo è invecchiare di milioni di anni ed entrar nelle viscere della terra...

Per poetare il punto di vista di altre persone bisogna cambiare identità, rubare per un momento la loro vita e mettersela addosso; un vestito scomodo che però è necessario indossare!

Fate vostri i sentimenti, le situazioni, gli oggetti, le persone di cui volete scrivere.

Sentite il vento tra i vostri rami, la nave che vi solca il petto, la terra che solidifica in voi.

Sentite la vita e troverete la vostra poesia.


***

POZIONE III
Prospettive.

Se per scrivere poesie è fondamentale un profondo intento di immedesimazione è altresì importante riuscire a porre il proprio sguardo sul mondo e sui suoi accadimenti usando il maggior numero di angolazioni possibili.

E' caratteristica peculiare dell'animo umano ritenersi peso e misura di ogni cosa.
Ogni individuo, di norma, tende pertanto a valutare e a giudicare gli accadimenti circostanti, rapportandoli alla sua particolare visione delle cose.
Ognuno di noi ha alle spalle una storia personale unica, che lo avrà inevitabilmente portato a percepire il mondo circostante con altrettanta unicità...


Ma chi volesse scrivere non può e non deve considerare sé stesso l'unico specchio in cui la vita si riflette.

Serve distacco per riuscire a spostare l'attenzione fuori dal proprio io.

Serve umiltà, per non porre le proprie percezioni al di sopra di tutto e per aver l'ardire di cambiare punto di vista ed osservare le innumerevoli sfaccettature di una medesima situazione.


***

POZIONE IV

L'attimo fugge, che altro può fare un attimo?

Non si dovrebbe cercare di fermare con parole qualcosa che preferirebbe esser lasciato andare... come una lieve sfumatura di nube all'orizzonte che tramonterà insieme ad un sole di una giornata troppo lunga... e sarà così dimenticata per sempre.

"...e passa, ma non passerà quest'attimo che cresce..." (Pino Daniele)

Sone le emozioni che passano ed allo stesso tempo restano quelle di cui ci si dovrebbe sentir autorizzati a render testimonianza nei propri versi.

Lasciar andare ciò che non vuol essere trattenuto ci rende degni di custodire ciò che non vuole essere dimenticato.


[Ardesia, 11/01/2003][p.link][]



Soffre il derelitto ad offrire delittuosità, ma, ahimè, c'è chi si diletta con la sua faziosità, a rifrangere allettamenti verso chi s'offre per povertà.
Così alletterati gaudenti frangono le onde rischiando di diventar fragaglia, mentre orde di defraudati si mischian silenti alla marmaglia.


[Ardesia, 11/01/2003][p.link][]



[venerdì 10 gennaio 03]

Ve li ricordate i puffi??? Quei cosi alti 2 mele o poco più perché quasi sicuramente gli si era bloccata la crescita a forza di mangiar funghi...
Ma io dico, vi sembra normale qualcuno che per costruirsi la casa sia costretto a ingurgitare ripieno di fungo per anni? Altro che mutuo....
Inoltre, dato che come recitava la conzoncina iniziale, si trattava di "uno strano villaggio", con tutta probabilità eran funghi allucinogeni!! Ora sì che mi spiego molte cose: questi poveri puffi erano talmente strafatti da non soffermarsi mai a domandarsi come mai ci fosse un unico esemplare di puffa femmina fra di loro. Ma vi pare credibile?! Un'orda di piccoli puffi assatanati (si sa: l'ommo più è tamugno e più....) dotati di ben 2 code (hem...ne avevan una anche dietro) e solo una puffa! Puffetta (tra l'altro anche lei munita di coda) ...brutta copia carbone di un travestito brasiliano (quindi forse aveva 2 code pure lei!!), agghindata di zoccoli pseudo-olandesi e di un parruccone biondo che avrebbe fatto arricciare il pelo dal disgusto perfino a Platinette!
Comunque, ecco con cosa siamo cresciuti: un esercito di puffi drogati, maschilisti e frustrati capeggiati dal Grande Puffo: pappone fallito per mancanza di mercanzia, che vista l'impossibilità di commerciar in puffette si è ridotto a far pozioni; come se servissero anche gli acidi per sballarli ancora un po'!
Se abitate vicino a un bosco e di notte sentite la musica a manetta, non allarmatevi; son solo quei piccoli esserini blu che stan facendo un rave-party (che in realtà è tutta una scusa per metter Puffetta sopra un cubo a dimenarsi un pochino e darle così una sbirciatina fra gli svolazzi della gonna.....per vedere finalmente una volta per tutte cosa c'è sotto!!)


[Ardesia, 10/01/2003][p.link][]



Vi è mai capitato di fermarvi ad osservare rapiti l'oblò della lavatrice durante la centrifuga, accorgendovi che quei panni sbattuti senza nessuna delicatezza da tutte le parti altro non sono che una metafora spicciola della vostra vita?
Per quanto mi riguarda credo che mi sia stato assegnato, fin dalla prima infanzia, un programma per colorati di cotone resistenti molto sporchi, nel senso che me ne capitano continuamente di tutti i colori e che se non fossi un capo resistente ormai, i frequenti lavaggi - di capa - mi avrebbero inevitabilmente scolorita! Invece, il colorito permane, insieme agli ideali ed alla testardaggine.
I tipi sintetici non mi stanno particolarmente simpatici; sarà che grazie alla loro tempra sembrano sempre trovarsi a proprio agio in qualsiasi situazione, mentre io al contrario, essendo una fibra semplice, alla buona, mi sento spesso inadatta al mondo che mi circonda ed alle sue complicazioni. I tessuti particolarmente delicati invece mi fanno tenerezza; se mi sento spiazzata io, figuriamoci loro! Certo, essendo esseri di fattura pregiata, ci sono momenti in cui emanano una seduzione tutta particolare e sanno diventare irresistibili a chiunque, ma per la maggior parte del tempo son obbligati a combattere contro paranoie ed insicurezze, perché la vita ai loro occhi appare spietatamente rude ed intransigente. I capi bianchi, resistenti e non, se la tirano un po' troppo; sono presupponenti e non si rendon conto di mancare di spessore. Infine ci sono i freddolosi, di lana, tutti chiusi in sé stessi e i cachemire, con la puzza sotto al naso, che non perdono occasione per rimarcare le proprie qualità.
C'è chi preferisce un lavaggio rapido, indolore e pertanto attraversa la vita veloce e spedito, inarrestabile ed inafferrabile.
Alcuni hanno un'esistenza agiata grazie al programma antipiega ed alla centrifuga delicata, altri invece affrontano tutte le avversità contando soltanto sulle proprie forze, dal prelavaggio fino allo scarico.
Il manuale della mia lavatrice in quarta pagina titola: "Qui comandi tu". Fosse vero... La realtà ci insegna diversamente; niente istruzioni per l'uso attendibili e niente numeri verdi d'assistenza 24 ore su 24; solo un oblò che fa 800, 900, 1000 giri al minuto e noi lì davanti che lo fissiamo coi nostri giramenti... che spesso son anche più veloci dei suoi.


[Ardesia, 10/01/2003][p.link][]



"Che la tartarughe siano grandi ammiratrici della velocità è cosa del tutto naturale.
Le speranze lo sanno, e se ne infischiano.
I famas lo sanno, e ne ridono.
I cronopios lo sanno e ogni volta che incontrano una tartaruga tirano fuori i gessetti colorati e sulla curva lavagna della tartaruga disegnano una rondine."
(Julio Cortázar, Storie di cronopios e di famas)


[Ardesia, 10/01/2003][p.link][]



"Penso che la sigaretta abbia un gusto piú intenso quand'è l'ultima. Anche le altre hanno un loro gusto speciale, ma meno intenso. L'ultima acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su sé stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute."
(Italo Svevo, La coscienza di Zeno)

Siete fumatori? Date uno sguardo al blog di Ezechiele.
Non fumate? Beh, dateci uno sguardo comunque; nel caso dovesse capitarvi, un giorno, di esser tentati dalla voglia di iniziare a fumare, forse potrebbe essersi dimostrato uno degli sguardi più utili che avrete mai dato... specialmente se sarà riuscito ad evitarvi la tentazione di accendervi una sigaretta.


[Ardesia, 10/01/2003][p.link][]



È di notte, con la tenebra, che se ci si lascia andare si aprono le porte agli incubi peggiori. Crollano le infrastrutture mentali, il raziocinio si assopisce e le ossessioni fanno capolino. Qualcosa vi tormenta? Bhe, cercate di condurre le partite a scacchi contro la vostra coscienza di giorno, immersi nella luce e non poco prima di addormentarvi, perché quello è il momento in cui ogni difficoltà sembra ingigantirsi e divenire insormontabile.
Consiglio pratico: mettetevi sotto le coperte con un libro. Meglio leggere le paturnie altrui, piuttosto che farsi metter in scacco dalle proprie.
Coniglio pragmatico: questo lo potrete trovare se come libro sceglierete "Alice nel Paese delle Meraviglie".... «Oimè! Oimè! Ho fatto tardi!»


[Ardesia, 10/01/2003][p.link][]



[giovedì 09 gennaio 03]

L'uomo dalle grandi mani raccolse dal pavimento ciò che restava dello specchio che Franz poco prima, in un impeto dira, aveva infranto contro la parete della loro roulotte. In ogni frammento vedeva riflessa l'infelicità del suo amico, esasperato da quello stato d'angoscia in cui era sprofondato da quando si era reso conto che la sua amata Emy non sarebbe mai riuscita ad accettare la loro diversità.
Franz sapeva che se non fosse stata obbligata a farlo non avrebbe voluto più nemmeno vederlo.
Ma stava per iniziare l'ultimo spettacolo; l'uomo dalle grandi mani prese in braccio il suo piccolo amico e lo portò da Emy.
Franz le salì sopra e lei, come al solito, lo lasciò fare.
Molti bambini erano già in fila, pronti a farsi fotografare abbracciati a quel buffo scimpanzé, in groppa al maestoso elefante.


[Ardesia, 09/01/2003][p.link][]



Ti distrai un attimo e scopri così che oggi è già ieri.


[Ardesia, 09/01/2003][p.link][]



[mercoledì 08 gennaio 03]

Un giorno di sole la più piccola formica mai esistita uscì per la prima volta dal più piccolo formicaio del mondo, drizzò le sue minuscole antenne verso l'alto e pensò: "Sono quasi invisibile persino agli occhi dei miei simili, tuttavia il cielo ha deciso di non escludermi; è sceso fino alla mia altezza e inizia proprio dalle mie antenne!"


[Ardesia, 08/01/2003][p.link][]



[martedì 07 gennaio 03]

Hai vinto!
Cosa?
Un calendario.
Ho vinto lo scorrere del tempo? Chiamalo premio...
Ma ti è anche data la possibilità di fermare il momento.
Allora ho vinto una scelta.
Preferivi una strada a senso unico?
No, ma nemmeno vedere intere giornate superarmi, sulla corsia di sorpasso, per dover poi scegliere scentemente di ritrovarmi davanti attimi che inchiodano... in tutti i sensi.


[Ardesia, 07/01/2003][p.link][]



Attonita anela obiettivi fugaci, ma poi fugace obietta in toni anelati.
Prima sfugge obiettando stonati anelatori e poco dopo anela intontita fogge d'abietti...


[Ardesia, 07/01/2003][p.link][]



Si osservò pensosamente la punta delle dita e per un attimo gli sembrò che fossero le mani di qualcun altro quelle che stava fissando così intensamente; quelle venature sulle unghie non le aveva mai viste e quei polpastrelli non eran di certo somiglianti ai suoi, per non parlare di quelle rughe repellenti. Di certo doveva essersi verificato un qualche errore, una svista. Probabile. Non eran cose da tutti i giorni.
L'anello all'indice però era suo, unico ed inimitabile, solo suo, come suo era il ricordo di chi glielo aveva donato.
Rinunciare a quelle mani, a quello che era, avrebbe significato anche rinunciare a quello che era stato.
Decise che non avrebbe protestato, che se le sarebbe tenute così, per non correre il rischio di dimenticare il proprio passato e ciò che era diventato.
Dopotutto non erano poi così male quelle mani e forse, in fin dei conti, erano proprio le sue.


[Ardesia, 07/01/2003][p.link][]



[lunedì 06 gennaio 03]

Mi fa male la testa.
Buon segno: vuol dire che l'hai.
*Sput.*


[Ardesia, 06/01/2003][p.link][]



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