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Archivio - febbraio 2008

[martedì 26 febbraio 08]

Fate caso alla forma del palco dell'Ariston: non ci sono dubbi, quello è il logone del progetto Dharma!
Va a finire che Jacob altri non è che Pippo Baudo.
Brividi.


[Ardesia, 26/02/2008][p.link][]



Immagine di Stella avvelenataCronaca sui generis, narrata con linearità e accompagnata da una sottile vena di ironia e fatalismo. Un viaggio in una terra ancora da scoprire, ma soprattutto un viaggio all'interno dell'animo umano, che porta a una riflessione sulla ciclicità degli orrori che l'umanità si ostina - o forse è ostinata - a ripetere. La "Stella Maris", ovvero la nave che conduce i personaggi del romanzo nella loro immaginaria Atlantide, diventa così la stella avvelenata del titolo, che invece di far rotta verso una terra nuova e incontaminata, trasporta i suoi passeggeri verso un orizzonte fuori dal tempo in cui ognuno è costretto a rivedere i propri ideali e a fare i conti con le circostanze. Suggestivo pensare che nella folla possa aggirarsi qualcuno che se solo fosse ascoltato e creduto potrebbe iniziare a raccontare: "Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..."

The Passenger


"I am the passenger and I ride and I ride
I ride through the city's backsides
I see the stars come out of the sky
Yeah, the bright and hollow sky
You know it looks so good tonight..."

(The Passenger, Iggy Pop)





[Ardesia, 26/02/2008][p.link][]



[sabato 23 febbraio 08]

Se una gentil donzella si presentasse alla biglietteria della mostra sfoggiando un'esuberanza pilifera sopraccigliare pari a quella della signorina nel filmato la farebbero entrare agratiss? No, perché Frida Kahlo, col suo magnetismo, poteva tranquillamente permettersi cotanta esplosione di vello facciale, ma se noi comune mortali ci azzardassimo a coltivare in viso una roba del genere non verremmo certamente carezzate da sguardi colmi di ardente desio e ammirazione, quindi che almeno ci fosse un qualche tipo di tornaconto monetario.


*"Fanno delle cose, le donne, alle volte, che c'è da rimanerci secchi. Potresti passare una vita a provarci: ma non saresti capace di avere quella leggerezza che hanno loro, alle volte. Sono leggere dentro. Dentro." (Alessandro Baricco, Oceano Mare)


[Ardesia, 23/02/2008][p.link][]



[venerdì 22 febbraio 08]


ARTEMISIA - Alexandra Lapierre
Immagine di ArtemisiaImponente e dettagliato affresco della vita e dell'arte di Artemisia Gentileschi che si pone a metà strada tra il saggio e il romanzo. Alcuni temi vengono ripresi e ripetuti in modo quasi ossessivo nell'arco di tutta la narrazione e alla lunga questo soffermarsi nell'analisi degli stessi argomenti appesantisce un po' la lettura, ma dinnanzi a una tale opera d'immedesimazione, ricerca e ricostruzione storica qualche eco di ridondanza è facile da perdonare. Di grande pregio l'appendice finale di oltre cento pagine in cui, tra l'altro, per ogni capitolo, vengono indicate in modo estremamente dettagliato le fonti relative ai fatti narrati ed è operata una chiara distinzione tra le parti inventate da quelle storicamente accertate. Utilissimo anche l’inserto centrale che riporta le riproduzioni dei quadri citati nel romanzo.

LA PASSIONE DI ARTEMISIA - Susan Vreeland
Immagine di La passione di ArtemisiaRomanzo avvolgente e scorrevole che penso possa piacere più che altro a chi è totalmente digiuno della vita di Artemisia Gentileschi, visto che essenzialmente, per quanto riguarda le questioni biografiche, la sensazione è che si sia proceduto a smontarle, modificarle e rimontarle lasciandone indietro più della metà e stravolgendo le rimanenti. Il racconto in prima persona è molto suggestivo, proprio come suggestivi sono i ragionamenti e le riflessioni che nascono nella mente dell'artista riguardo all'ideazione delle composizioni dei suoi quadri, ma c'è troppa invenzione e anche irriverenza. Nella storia è stato inserito solamente quello che faceva comodo per realizzare un romanzo di successo e questa scelta viene spiegata/giustificata in una Nota dell'Autrice che tra le altre cose asserisce: "Un romanzo storico o che riguardi un personaggio storico è e deve essere un'opera dell'immaginazione, fedele al tempo e al personaggio, certo, ma fedele ai fatti solo nella misura in cui i fatti possano fornire un intreccio credibile." Ecco, quel "fedele ai fatti solo nella misura in cui i fatti possano fornire un intreccio credibile", come presa di posizione a priori, non mi trova molto d'accordo. In definitiva una lettura piacevole e ben giostrata, ma da fare tenendo assolutamente conto del fatto che non si sta leggendo la vera storia di Artemisia Gentileschi.


[Ardesia, 22/02/2008][p.link][]



Into the wild. Ci sarebbe da scrivere un post densissimo su questo film di cui una settimana fa ignoravo completamente l'esistenza e che ora continua a insinuarsi prepotentemente nelle mie giornate, ma alla fin fine la cosa essenziale credo di averla appena detta.
Non si tratta soltanto di andare a vedere un film; si tratta di fare un'esperienza guardando un film.

Guaranteed


Il trailer:


[Ardesia, 22/02/2008][p.link][]



[giovedì 21 febbraio 08]

Sembra proprio una di quelle notti in cui basta aguzzare un po' la vista per scorgere aggirarsi fra lampioni e ripetitori streghe ghignanti a cavallo di scope di saggina, vampiri a caccia di svenevoli fanciulle ottocentesche da spiumare e licantropi col muso sporco di marmellata ai lamponi. Chissà quanti rituali propiziatori hanno avuto luogo nel corso dei secoli durante le eclissi lunari. Chissà quante vittime sacrificali, quante guerre e quante nefandezze si son contate in seguito a notti come questa, a causa della nostra presunzione di essere il centro di tutto.


"È tutta colpa della luna, quando si avvicina troppo alla terra fa impazzire tutti."
[William Shakespeare]


[Ardesia, 21/02/2008][p.link][]



[sabato 09 febbraio 08]

Leggere Moll Flanders è un'esperienza psichedelica: girata l'ultima pagina si ha la sensazione di aver assistito alla proiezione sovrapposta/incrociata/intrallazzata di almeno una decina di film in cui tutti i ruoli femminili venivano ricoperti dalla stessa persona.
Moll usa diversi nomi e diversi modi di essere; all'occorrenza recita la parte dell'oca giuliva, un miscuglio insondabili tra Marilyn Monroe e la Julie Andrews di Tutti insieme appassionatamente, ma è talmente furba e determinata da inventarsi realtà alternative che riuscirebbero a far impallidire l'Agente Smith di Matrix (che peraltro probabilmente troverebbe il modo di impalmare, assieme a tutti i suoi cloni e ad una manciata di parenti) e allo stesso tempo è anche la Holly fragile e un po' svitata di Colazione da Tiffany e la Kim Basinger assatanata di 9 settimane e mezzo.
È un mistero di quelli tosti: leggi un libro di fine '600 ed ecco che ci trovi dentro dei pezzetti di Basic Instinct, Moulin Rouge, Proposta indecente, Pretty Woman.
Ma la cosa più curiosa non è nemmeno essere risucchiati dal vortice delle coreografie di un Sette spose per sette fratelli in cui una sola protagonista riesce a recitare simultaneamente le parti di tutte le sette sorelle e anche quelle di qualche loro amica, tenendo fronte a tutti i fratelli, anzi, spolpandoli, e senza che nessuno dei diretti interessati sospetti di non essere l'unico oggetto delle sue attenzioni; quel che lascia veramente interdetti è il mistero dei figli di questa donna multitasking. Sì perché tra i vari mariti e amanti ci scappano anche una dozzina di figli sulla cui sorte però il signor Defoe, forse interamente occupato a carpire attraverso la divinazione col pendolino spunti per l'intreccio dalla produzione cinematografica futuribile, si degna di darci soltanto qualche becera informazione che il più delle volte, diciamocelo, ha la consistenza emotiva di una lista della spesa.
Moll procrea dodici figli. Di questi, quattro moriranno in tenera età e dei restanti nove si verrà a sapere soltanto la fine di uno, di quello la cui storia riuscirà a gettare l'ombra dell'oblio sull'esistenza di tutti gli altri. Cos'avrà mai fatto questo figlio di buona donna - letteralmente e letterariamente - per meritarsi la luce della ribalta? Come minimo avrà salvato una cheerleader, direte voi. No, l'arcano è molto più elementare, Watson: il baldo giovine è l'unico in potere di far entrare la rediviva madre in possesso di un lascito ereditario. Cuore di mamma!
Ma non voglio addossare tutte le colpe a 'sta povera donna che per comprarsi la pagnotta se n'è dovuta inventare di tutti i colori; in realtà a muovere i fili è Defoe, a cui una notte in sogno deve essere apparso la miopìa di Christopher Lambert a svelargli che alla fine ne sarebbe rimasto soltanto uno, e figurarsi se quello non si attaccava come una cozza allo spunto e non infilava nel romanzo anche una spruzzata di Highlander. Tanto era ai figli di quella là che toccava far la fine di un mucchietto di mosche schiacciate tra le pagine di un libro, mica a lui.
Comunque bisogna dare a Defoe quel che è di Defoe: avrà anche anacronisticamente svaligiato metà della produzione cinematografica del ventesimo secolo, ma è anche grazie al suo Robinson Crusoe che ora ci pappiamo Lost, quindi suvvìa, niente recriminazioni... e tanti saluti ai figli scomparsi di Moll, che se tanto mi da tanto prima o poi si imbatteranno in John Locke e compagnia bella, anche se da parte mia gli auguro di essere andati a finire non coi sopravvissuti del volo Oceanic 815, ma assieme ai bambini perduti dell'altra isola, quella che non c'è.



[Ardesia, 09/02/2008][p.link][]



[giovedì 07 febbraio 08]

Dato che il tempo strige, tiranno capriccioso e impenitente, appiccico veloce veloce un file audio di un paio di minuti in cui Baricco parla di Pennac e propone un quizzone relativo al personaggio dell'ispettore Pastor.
Ora, io la soluzione la so - pappappero - ma ho la bocca cucita e sono quasi incorruttibile.
Comunque per scoprire l'arcano è sufficiente leggere La Fata Carabina. In realtà di metodi ne esisterebbero anche altri, ma - e qui incrocio le dita dietro la schiena e continuo a digitare con la punta del naso che sta crescendo a dismisura - me li son scordati.


[Ardesia, 07/02/2008][p.link][]



[martedì 05 febbraio 08]

Ho sognato che mi veniva chiesto di modificare il titolo dell'Harry Potter che mi andava meno a genio. Alla fine sceglievo di trasformare "Harry Potter e la pietra filosofale" in "Harry Potter e lo specchio delle brame", che anche da sveglia - mettendo per un attimo da parte la componente affettiva - mi pare meglio perché preserva un po' di più la suspense della storia. Gli altri, grazie al cielo, li lasciavo in pace, anche se mi restavano dei dubbi sulla traduzione di "Harry Potter e il principe mezzosangue" perché in italiano si perde il doppio significato di prince, ma non venendone a capo, dopo aver sudato sette camicie, ho gettato la spugna.
Poi capita che uno si svegli con un mal di testa che lo costringe a stare le seguenti 24 ore sospeso in un limbo di dolore e disperazione; e lo credo, con 'sti sforzi intellettuali pazzeschi in quella che dovrebbe essere una rigenerante parentesi onirica!


[Ardesia, 05/02/2008][p.link][]



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