Cronaca sui generis, narrata con linearità e accompagnata da una sottile vena di ironia e fatalismo. Un viaggio in una terra ancora da scoprire, ma soprattutto un viaggio all'interno dell'animo umano, che porta a una riflessione sulla ciclicità degli orrori che l'umanità si ostina - o forse è ostinata - a ripetere. La "Stella Maris", ovvero la nave che conduce i personaggi del romanzo nella loro immaginaria Atlantide, diventa così la stella avvelenata del titolo, che invece di far rotta verso una terra nuova e incontaminata, trasporta i suoi passeggeri verso un orizzonte fuori dal tempo in cui ognuno è costretto a rivedere i propri ideali e a fare i conti con le circostanze. Suggestivo pensare che nella folla possa aggirarsi qualcuno che se solo fosse ascoltato e creduto potrebbe iniziare a raccontare: "
Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi..."
"I am the passenger and I ride and I ride
I ride through the city's backsides
I see the stars come out of the sky
Yeah, the bright and hollow sky
You know it looks so good tonight..."
(The Passenger, Iggy Pop)