Giusto per vedere cosa salta fuori da questa tastiera con la L tutta consumata (chissà poi perché proprio la L) quando chi ci ticchetta sopra è agli sgoccioli - nel senso che si sta liquefacendo dalla stanchezza proprio qui, ora, nelle fessure segrete fra un tasto e l'altro – che poi tanto segrete non sono: una volta i tasti li ho tolti tutti e sotto c'era solo un bel mucchio di banalissima sporcizia -, alle quattro di una notte nebbiosa andata tutta storta perché l'entusiasmo è stato disilluso e l'impegno si è dimostrato vano, con la musica alta negli auricolari a tappo (tecnicamente
a isolamento acustico, ma in pratica tappano, quindi son a tappo) così da tener fuori anche il silenzio oltre che il rumore, ma alla fine se quella che si sente fuori sono io, sono utili anche per tenere fuori la me stessa esausta e afflitta. Grazie al cielo mi trovo a tre passi, o due balzi, o un salto in lungo (non da record) dal letto. Piroetta, inchino, sipario.