Qualcuno se lo ricorda com'era quando si scopriva l'esistenza di certi libri soltanto grazie al passaparola, agli articoli delle riviste o ai cataloghi annuali degli editori?
E la musica? C'erano i nastri fatti in casa, magari senza l'elenco dei titoli dietro, oppure coi titoli, sì, ma scritti in modo incomprensibile e con l'inchiostro tutto sbavato, che alla fine trovare informazioni riguardo a un brano era un'odissea.
E così era per quasi tutto il resto.
Ora se faxo il mio indirizzo di casa a un koala australiano, quello si connette alla rete wireless del parco nazionale e, senza nemmeno scendere dal suo ramo d'eucalipto, attraverso googlearth, nel giro di dieci secondi mi sa dire di che colore è la mia auto, immortalata dallo scatto satellitare mentre se ne stava parcheggiata sul retro, ignara.
Una volta era più difficile scoprire cosa ci piaceva del mondo.
Ora è più facile, c'è più scelta, le informazioni sono a portata di mouse, però...
Però così è più facile trovare anche quello che non ci piace.
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