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[martedì 08 luglio 2003]
Good Bye Lenin!
Cinema vuoto - 7 spettatori in tutto - aria condizionata a palla. Il film mi piace. E' tutto un gioco di prospettive ribaltate ed idealismi perpetrati all'inverosimile, di cetriolini estinti e di Storie segnate dalla Storia - entrambe scritte con la maiuscola. L'ironia pungente, ma spassionata, con cui è narrata la vicenda mi ha piacevolmente rapita.
Sono quindi completamente presa dal film quando il mio aitante accompagnatore mi sgomita leggermente, blaterandomi qualcosa di incomprensibile. Io abbozzo fingendo di aver inteso le sue parole e di condividerle, ma lui ormai non ci casca più, mi conosce troppo bene, quindi torna alla carica. Seconda raffica - prolungata - di sgomitate; agitandosi sulla poltrona mi avvicina la bocca all'orecchio e mi svela, scandendo le parole lentamente, ma con l'ansia di chi ha appena scoperto qualcosa di sensazionale ed arde dal desiderio di condividere la straordinarietà dell'evento con qualcuno che possa poi testimoniarlo di fronte alle generazioni future: "Il tipo ha la maglietta di Matrix!"
Ah! Tutto qua? Probabilmente si tratta soltanto di una somiglianza. Non possono di certo essere di certo incorsi nel grossolano errore di fare indossare ad un personaggio della Berlino del 1989 la t-shirt di Matrix Reloaded!
Però a guardarla bene, è davvero molto simile.
I casi sono due: o si tratta di una svista colossale, oppure il merchandising di Matrix è in giro da parecchio.
Tra l'altro nella scena "incriminata" viene citato "2001, odissea nello Spazio": che si tratti di un messaggio subliminale?? Forse in realtà l'Architetto è una scimmia ed il seguito di "Matrix II" è "Good Bye Lenin"?!? Tutti gli elementi del film porterebbero a crederlo. C'è la perdita di conoscenza seguita dalla conquista della consapevolezza che le cose non sono come sembravano; si combatte una quotidiana lotta per la sopravvivenza e si deve subire la dipendenza dalle macchine; ci sono continui scoinvolgimenti, corse in moto, realtà parallele e corse contro il tempo. Anche in "Good Bye Lenin!" il protagonista incontra il suo "creatore", lotta per la propria libertà e si dà un gran da fare a salvare tutti.
Insomma, va a finire che "Matrix III" sta di casa a Berlino e che quella sua maglietta fina altro non era che il segnale per rendersi conto che anche questa volta tutto era diverso da come avrebbero voluto farcelo apparire.
Anche il doppio "smile" (allegro+triste), disegnato sulla tazza sapientemente posizionata sulla scrivania del medico che si occupa della madre di Alex, deve essere una sorta di messaggio in codice. Forse vuole stare ad indicare il fatto che il più delle volte è tutta una questione di punti di vista.
Ho visto un film, ma forse erano due.
Me ne sarebbe bastato anche solo uno, dato che era già di per sé molto gradevole, ma le sgomitate quando arrivano arrivano e se poi diventano la causa di strane interpretazioni cinematografiche notturne, non ci si può di certo lamentare.


[Ardesia | 5]

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