Prendete uno che assomiglia fisicamente a Mick Jagger e mentalmente ad un incrocio tra un porco ed un'ameba e mettetelo per una settimana in auto con un professore di lettere che sembra l'incarnazione di Homer Simpson, ma più a modino del celebre personaggio giallognolo, ed avrete all'incirca un'idea di quelli che sono i protagonisti di
Sideways.
La trama del film è più o meno la seguente: si beve (parecchio), si mangia e si fa allammmore (scritto proprio così).
A me è piaciuto. Si ride e si pensa a ritmi godibilmente inusuali.
Topica la scena in cui il protagonista si incavola, sale in auto, e fissando il vuoto davanti a sé inizia a dire: "Portami a casa. Subito. Voglio andare a casa mia. Portami a casa.", e la sottoscritta esclama: "Ma sono io!", accendendo in tal modo l'ilarità dell'Aitante Accompagnatore che ci ha messo circa cinque minuti a riprendersi dalla sghignazzata. Io invece non ci ho trovato proprio nulla di divertente: qualcuno avrebbe potuto avvertirmi di quanto ero ridicola ogni volta che me ne uscivo con la tiritera del "voglio andare a casa adesso subito ora!".