E' la seconda volta che capita che qualcuno prenda
questo mio post e che senza chiedermi nulla si senta autorizzato a pubblicarlo sul suo blog senza segnalare in nessun modo che sono parole mie e non sue.
La prima volta ho lasciato un commento risentito a cui sono seguite scuse e spiegazioni.
Questa volta invece a quanto pare non ho nemmeno modo di far valere i miei diritti perché per lasciare una qualsiasi forma di messaggio all'autore del blog che mi ha copiato il post devo essere iscritta a
Digiland.
Be', io a Digiland non mi ci voglio iscrivere, però vorrei fosse chiaro che non mi piace per nulla essere plagiata.
Sì, perché un conto è essere citati, ma il plagio è un altro paio di maniche.
Io
qui non vedo da nessuna parte il link al mio post, all'originale, non vedo nessuna indicazione al mio blog o al mio nick.
Vedo soltanto parole mie, parole che descrivono un mio pezzo di vita, delle mie sensazioni anche piuttosto intime, prese e buttate lì.
E i miei diritti dove sono?
Sotto i piedi dell'autore di quel blog presumo.
Non si può andare in giro per internet ed appropriarsi dei contenuti altrui.
E' eticamente scorretto ed illegale.
Il solo fatto che esistano le funzioni copia/incolla, non dà a nessuno il diritto di copiare ed incollare a vanvera.
Tutto il materiale pubblicato on-line è coperto da copyright, anche laddove non fosse chiaramente indicato.
Quindi per utilizzare qualcosa scritto da altri bisognerebbe, di norma, chiederne l'autorizzazione all legittimo proprietario.
Per quanto mi riguarda non c'è bisogno di una mia autorizzazione: basta citare la fonte, ovvero mettere una frasetta e un link che indichino questo blog, e non modificarne i contenuti.
Non mi sembra di chiedere troppo.
Ma evidentemente...