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[giovedì 04 novembre 2004]
Vita
Obiettivo primario: raggiungimento della felicità.
Definizione di felicità (?!?): permanente condizione di benessere frastagliata da una miriade di fugaci istanti di estasi di diverso genere, durata e fattezze.
Mettersi nelle condizioni di poter provare gioia estatica ogni giorno.
Progetti a breve termine: piccoli dettagli che rallegrano le giornate.
Progetti a lungo termine: netta divisione fra i sogni che procurerrebbero più felicità una volta realizzati e quelli da cui invece si trae maggior forza lasciandoli chiusi in fondo ad un cassetto per poter così continuare a fantasticarci sopra all'occorrenza.
Non sempre un desiderio realizzato è meglio di un desiderio soltanto desiderato.
Necessità di dare un senso alla propria esistenza: non esiste. Il senso è nell'esistenza stessa.
Troppa fretta di arrivare non fa gustare il viaggio; troppo affanno nel volersi ritagliare ad ogni costo un pezzetto riconosciuto di mondo distoglie l'attenzione dalla bellezza del quotidiano.
Pensavo:
sono cresciuta
ho imparato
se solo potessi avere un'altra possibilità,
questa volta non mi farei fregare.
E invece...
Se non mi fermo un attimo a pensare, ad apprezzare, a respirare, scivolerò nella pozzanghera, di nuovo.
Trovare sempre qualcosa per cui gioire incondizionatamente.
Inizialmente ci si dovrà sforzare un po', ma poi tutto verrà da sé, basta entrare nell'ottica giusta.
E per quanto riguarda la sofferenza...
C'è anche quella, certo, ma fortunatamente esistono i "ma" i "però" ed i "domani".
Vita.
Spesso scrivo a vanvera.
Picchiettio irregolare dei polpastrelli sui tasti. Cose scritte senza pensare.
Felicità.
Basta poco.
Sto imparando.
E comunque una pozzanghera non è poi il posto più brutto in cui può capitare di cadere.


"Felicità, improvvisa vertigine / illusione antica /occasione da prendere"
(Samuele Bersani, Chiedimi se sono felice)


[Ardesia | 11]

Commenti
Commento lasciato da AleRoots il 06/11/2004 alle 12:36 :
Sono contento di rileggerti.
;-)

Commento lasciato da Dario de Judicibus il 06/11/2004 alle 21:53 :
Nel mio prossimo libro, che sarà pubblicato a gennaio 2005, affermo che il nostro obiettivo primario NON dovrebbe essere la ricerca della felicità MA della serenità.

La felicità è uno stato intrinsecamente effimero e proprio perché tale ci colpisce così profondamente, ma non si può vivere una vita di felicità, non più di quanto si possa vivere una vita continua di sensazioni piacevoli.

La serenità è un modus vivendi, una continua ricerca che ci fa crescere lungo il cammino della vita.
IMHO

Commento lasciato da Ardesia il 07/11/2004 alle 11:21 :
Ciao Ale :)

Dario, credo che tutto dipenda da cosa si intende per "felicità"...
Di base nel post l'ho definita, in parte, "una permanenente condizione di benessere" che in pratica potrebbe anche essere per l'appunto la "serenità".
Quindi la penso anch'io un pochetto come te... Ma solo un pochetto, perché la serenità per come la vedo io è soltanto la base: senza qualche scossa adrenalinica temo si finirebbe con precipitare in un abisso di noia!
Poi logicamente ognuno "l'adrenalina" la coglie dove più gli garba ;)
Per quanto mi riguarda propendo per gustarmi cose che comunemente non verrebbero classificate come meravigliose, ma che ai miei occhi -fortunatamente per me- lo sono :))
Ciao :)

Commento lasciato da AleRoots il 07/11/2004 alle 16:32 :
In un libro di Pynchom, "L'incanto del lotto 49", esiste un gruppo di auto-aiuto, stile Alcolisti Anonimi, per aiutare gli appartenenti a non innamorarsi mai, segando sul nascere ogni possibile chance, perché, citando il manifesto del gruppo, cedendo all'amore si apre la strada all'infelicità, e il bilancio è sempre in passivo.

Commento lasciato da Ardesia il 08/11/2004 alle 13:18 :
Ale, che tristezza!
Però ci casca a fagiolo col post successivo! ;)

Commento lasciato da AleRoots il 10/11/2004 alle 12:28 :
Non pensare male di me, è tutta colpa di Pynchon!! :-)


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