Ci sono fiorellini gialli ovunque. Viene voglia di tuffarcisi in mezzo, di rotolarsi giù per i pendii e di strillare con tutto il fiato di cui si è capaci, mentre il mondo vortica tutto intorno e la discesa prende sempre più velocità.
Fiorellini gialli di cui non so il nome.
Sono allegri.
In toscana ce ne sono ovunque distese infinite; in romagna sembrerebbero un po' più timidi, ma anche qui ogni tanto è impossibile non notare una macchia gialla che fa capolino da un fossato o da un prato in collina.
Chissà come si chiamano... ma in fin dei conti poco importa; lo splendore che irradiano esula da quello che non sarebbe altro che un mero ed inodore appellativo.
Cos'è un nome? Ciò che chiamiamo rosa,
con qualsiasi altro nome avrebbe lo stesso profumo,
così Romeo, se non si chiamasse più Romeo,
conserverebbe quella cara perfezione che possiede
anche senza quel nome. Romeo, getta via il tuo nome,
e al suo posto, che non è parte di te, prendi tutta me stessa.
(W. Shakerspeare)
Una cosa di cui invece sarei proprio curiosa di scoprire il nome è l'aggeggio della foto qui a fianco, anche perché così forse riuscirei a comprenderne la funzione e la mia curiosità sarebbe placata. Si dovrebbe trattare di un utensile usato in cucina o in "lavanderia" nei secoli scorsi. Al momento si trova esposto in una vetrinetta, in una stanza attigua a quella che un tempo è stata la cucina della Rocca Sforzesca di
Dozza, che tra l'altro oggi è anche sede dell'
Enoteca Regionale EmiliaRomagna, gnik. Io ho sempre mal tollerato le visite guidate, preferendo al rigido percorso prestabilito quella che potrebbe essere definita una forma di bighellonaggio più libero ed istintivo, ma in questo caso devo ammettere che una guida a cui chiedere lumi riguardo al misterioso oggetto mi avrebbe fatto comodo.