[lunedì 10 novembre 2003]
DOGVILLE
Strepitoso.
Dogville è una cittadina tutta da immaginare poiché viene rappresentata sul palco di un teatro soltanto grazie a dei segni tracciati in terra, come se si trattasse di una gigantesca piantina, ed essendo tutta caraterizzata da muri invisibili, le azioni ed i comportamenti dei suoi 15 abitanti sono sempre tutti visibili, messi totalmente a nudo... inoltre quello che potrebbe sfuggire è puntualmente sottolineato dalla voce fuoricampo di un narratore onniscente che introduce i nove capitoli in cui è suddivisa la vicenda.
Tolte quasi tutte le scenografie, quello che resta è la recitazione, allo stato puro, e la scelta delle inquadrature.
Dogville è teatro portato al cinema e reso superbamente film.
Una violenza inaudita percorre tutta la seconda parte della vicenda.
Sconcerto.
Le bassezze mentali degli esseri umani possono raggiungere livelli impensabili e condurli, con un candore disarmante, a comportamenti di una malvagità assoluta.
Niente effetti speciali d'avanguardia, nessun artificio scenico, nessun aiuto esterno.
Tutto Dogville è creato dalla bravura degli attori e dalle scelte del regista, così tutto quello che non c'è, ma dovrebbe esserci, viene elaborato e prende vita direttamente nella mente dello spettatore.
Credo che film di questo genere possano o entusiasmare totalmente o non piacere in modo assoluto.
Non esistono vie di mezzo... a Dogville - se non si considera Elm Street.
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