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[domenica 27 aprile 2003]
CASTELVECCHIO PASCOLI
Non si sa bene come e non si sa bene il perché, fatto sta che ieri mi son ritrovata in garfagnana, in mezzo alle alpi apuane, a visitare la casa che Giovanni Pascoli scelse come sua ultima dimora.
Io inizialmente sarei voluta andare a Firenze, ma dato che passando sotto la torre di Giotto ci sarebbe stato il rischio di beccarsi lo sputazzo di qualche turista giapponese giocherellone, onde evitar schifezze salivose varie con eventuali contaminazioni influenzali/letali annesse e connesse, si è pensato che tanto valeva far i turisti alternativi e recarsi in culo al mondo, fra cave di gesso e filari di cipressi, lanciandosi in un ardito pellegrinaggio letterario/culturale.
Bisogna dire che Pascoli il posticino se lo era scelto con gusto: anche se appartato non resta totalmente isolato ed inoltre dal loggiato/terrazzo e dal giardino si domina con lo sguardo tutta la vallata sottostante.
La visita agli interni costa 3€ che non sarebbero nemmeno tanti se soltanto fosse lasciato il tempo di osservare con calma tutti i cimeli che son esposti; purtroppo invece il tutto assume l'aspetto di una sgradevole staffetta fra una stanza e l'altra, incalzata dalla guida che presumo abbia, giustamente, il compito di assicurarsi che a nessuno scivoli involontariamente (!) in tasca un qualche 'ricordino'. Di certo l'unico modo per permettere al pubblico di entrare in un posto del genere, in cui tutto il mobilio e gli oggetti sono a portata di mano, è quello di condurre il gruppetto di turisti da una camera all'altra sotto il vigile controllo di un responsabile, però bisognerebbe anche considerare che mettendo 10 persone non avvezze a spintonarsi e a pestarsi i piedi a vicenda in una stanza di media grandezza, per guardarsi un po' attorno servirebbero almeno una decina di minuti. Invece no, tutti dentro, sosta di uno o due minuti, e poi di nuovo fuori e via in un'altra stanza! Dato che si tratta di ambienti stacolmi di foto, libri, quadri, oggetti di varia natura, senza un po' di tempo e calma si riesce a malapena ad avere una percezione indicativa di tutto ciò che si riesce a cogliere soltanto di sfuggita.
L'unico posto in cui si può entrare liberamente e sostare a piacimento è la piccola cappella in cui si trova la tomba di Pascoli e della sorella Maria, che ha abitato assieme a lui in quella casa e che, dopo la morte del fratello, vi ha conservate intatte tutte le sue cose e vi ha fatto portare anche i mobili della sua camera da letto di Bologna, dove si trovava al momento della morte.
L'attaccamento di Maria per il fratello quasi commuove quando ci si ritrova dinnanzi al calendario che smise di sfogliare il giorno della morte di Pascoli.
Non mi è piaciuto molto rendermi conto che in una cartolina che ho acquistato in loco si vede il muro di una stanza con appese molte meno foto di quelle che sembra di ricordare a me, quando la guida aveva assicurato che tutto era rimasto come lo aveva lasciato la sorella Maria, morta una quarantina d'anni dopo Giovanni. O io ricordo male oppure dal momento in un cui è stata fatta la foto rappresentata sulla cartolina son state appese al muro altre cose; dato che il fascino di un posto del genere è soprattutto dovuto al fatto di visitare un luogo rimasto fermo nel tempo sarebbe davvero imperdonabile un intervento del genere... seppur in fin dei conti si tratti di qualche chiodo, probabilmente sostenuto dalla buona intenzione di mostrare al pubblico più cimeli possibili.
Devo comunque ammettere che tutto sommato è stata un'esperienza emozionante; quando la letteratura prende forma e mi si concretizza davanti non riesco di certo a restare impassibile.
Un'emozione che le comprende tutte: ritrovare la propria immagine riflessa nello specchio di uno dei più grandi poeti italiani.


[Ardesia | 1]

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