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[lunedì 24 marzo 2003]
"Morty l'apprendista" di Terry Pratchett
{Mort - 1987}
Giorno 1 (27.I.2003)
Ieri ho iniziato "Morty l'apprendista". Questo libro è considerato da molti il miglior capitolo della Saga del Mondo Disco - un mondo piatto che vaga nello spazio, sorretto da 4 elefanti giganti che poggiano sul guscio della Grande A'Tuin, la grande tartaruga . Lo scanzonato universo di Pratchett non rientra negli schemi di nessun altra opera di genere fantasy che io conosca: è un continuo susseguirsi di situazioni impossibili, di avventure rocambolesche e di personaggi che si comportano in modo delirante. Le premesse sono ottime, ma il primo libro della serie ("Il colore della magia") non mi ha entusiasmata granché; con "Stregoneria" son andata leggermente meglio, ma niente d'esaltante. Il problema pare stia nella traduzione, che non riesce a suggerire nemmeno in minima parte gli innumerevoli giochi di parole ed i richiami irriverenti ad altre opere fantasy di cui è pieno l'originale. Insomma, un po' quello che succede con "Alice nel Paese delle Meraviglie"; è davvero un peccato per chi, come me, non è tanto ardito da cimentarsi nella lettura del testo inglese (finirei con l'aver più a che fare col dizionario che col Mondo Disco), anche perché le potenzialità di queste storie son percepibili. Forse è proprio la consapevolezza delle sue latenti potenzialità che mi spinge ad iniziare un'altro libro di questa saga. Trovo profondamente ingiusto che non mi sia data la possibilità di cogliere appieno l'opera di Pratchett, attraverso ad una traduzione più azzeccata... ma testarda persevero nella lettura, confidando in un'illuminazione letteraria che so già che probabilmente non arriverà...

Venendo al libro in questione: è un'edizione della TEA del 2002, 210 pagine, € 7.50. La copertina mi piace; trovo accattivante sia il disegno stilizzato della morte incapucciata con la falce in bella vista, che la dinamicità dei caratteri del titolo, in stile fumettistico.
Per ora son ferma a pagina 20. Morty, un ragazzino un po' svampito, è stato scelto dalla Morte come suo apprendista (situazione facilmente intuibile anche soltanto fermandosi al titolo del romanzo!)

Giorno 2 (28.I.2003)
Non riesco a leggere più di qualche pagina alla volta. Mi capita con tutti i libri di Pratchett: ad un certo punto divento disattenta e mi accorgo di procedere per inerzia, così dopo un po' perdo la successione logica degli eventi. Forse mi succede perché è tutto molto condensato e nel giro di poche righe le situazioni si evolvono rapide. Non credo si tratti di noia... uhm...

Giorno 3 (29.I.2003)
Stanotte ho letto imponendomi una certa lentezza che non m'appartiene, ma devo riconoscere che ha funzionato. Evidentemente Pratchett va gustato con calma; sembrerebbe tutto l'opposto di una lettura impegnativa, ma leggendolo di fretta si perdono dei gustosi dettagli, un umorismo tanto sottile, quanto tagliente.

Qualche tempo dopo... (24.III.2003)
Si è trattato certamente del miglior libro di Pratchett che abbia mai letto fino ad ora. Ho particolarmente apprezzato l'apparizione, purtroppo breve, di Scuotivento; è un personaggio che riesce a farsi amare ed anche se in questo romanzo ha dovuto cedere la parte da protagonista a Morty mi ha fatto veramente piacere ritrovarlo comunque, almeno per qualche pagina; senza di lui il mondo disco sarebbe certamente un luogo peggiore!
Per il resto; tutto è bene quel che finisce bene... anche se ora la clessidretta dello "scarabeo" mi metto un po' d'angoscia.



[Ardesia | 10]

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