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[lunedì 16 dicembre 2002]
Il venditore di storie
Ecco, siamo alle solite; mi son innamorata della quarta di copertina di un libro! Per qualche giorno son stata arsa dal desiderio di correre in libreria ad acquistarlo per immergermi fra le sue pagine trattenendo il fiato, in un'apnea di divagazione mentale totale di qualche ora, ma poi ho preso tempo, frenata da da un prezzo che mi appare talmente proibitivo... (*vocetta della coscienza*: «Ma che fai?? Sei impazzita??? Con quei soldi te ne compri 3 di libri!!! Non puoi spenderli tutti per uno soltanto!» Ok, ok, ma come devo fare?? Io non mi son innamorata della terza di copertina di altri 3 libri; io ora vorrei proprio quello! Quello soltanto!). Siamo alle solite dicevo; sì, perché come al solito poi, al richiamo di un libro non riesco a resistere ed allora decido di comprarlo.........ma è proprio a questo punto che avviene l'inevitabile! Una volta presa la decisione mi vien spontaneo cercare critiche e commenti on-line e succede quello che è successo giusto qualche minuto fa: leggo un qualcosa relativo al romanzo in questione che mi fa venir voglia di tornare sui miei passi, di lasciare il volume dove sta, sullo scaffale in libreria ed i miei soldi nel portafogli! Questa volta il testo incriminato è "Il venditore di storie" di Jostein Gaarder (il papà di Sofia e del suo splendido "mondo", ndr); così, a naso, mi "puzza" di storia bellissima. A cosa è dovuto il mio ripensamento? Ad un brano del libro che recita: "Mi veniva facile produrre nuove idee e creare associazioni mentali. Lo stesso non valeva per quelli che volevano 'scrivere'. Molti si sforzavano per mesi, o addirittura anni, senza che venisse loro in mente qualcosa di originale. Così, davanti a me, si spalancò un mercato quasi senza limiti. Ovviamente i prezzi variavano. Una semplice ispirazione o un discorsetto costavano meno della trama dettagliata per un romanzo o del trattamento per un film. Se ritenevo poi che uno scrittore fosse dotato di sufficiente perseveranza per scrivere un’opera monumentale, magari di sette-ottocento pagine, gli fornivo una traccia dettagliata che poteva anche arrivare a una trentina di pagine...". Il motivo dell'irritazione che mi suscitano queste parole? Per rispondere prima avrei bisogno di metabolizzarle, ma detta in soldoni, presumo sia perché le miei ispirazioni più che altro si risolvono in una serie di inspirazione ed espirazioni, nel senso che alla fine mi rendo conto che lo schermo del pc è rimasto immacolato e che l'unica cosa che ho fatto in realtà, invece di scriver qualcosa di decente, è stato respirare... Ecco, ho capito; è tutta colpa del naso!!! Se non lo avessi non potrei percepire la "puzza" delle belle storie e non mi sentirei inadeguata d'innanzi alla mia incapacità creativa! Forse allora ho un senso di troppo! Strano, credevo che il mio problema consistesse proprio in un' ostinata necessità di trovar sempre il senso nelle cose ed ora scopro che è tutto il contrario!!!


[Ardesia | 10]

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