Ieri sera sono stata a un concerto rimandato a data da destinarsi. Esperienza introspettiva di una velocità sorprendente. Gli artisti twittano di "problemi organizzativi", gli organizzatori vociferano di "contrattempi artistici".
Questa mattina invece sono stata in una merceria che sembrava una bolgia infernale. Era piena di agguerritissime vecchine che si azzuffavano per accaparrarsi tutone extralarge di pile e boxer enormi per figli e nipoti di taglia non ben definita. A un certo punto è arrivata una a chiedere se facevano l'antifluenzale. Quando le hanno detto che doveva esserci un malinteso si è agitata molto e per calmarla le hanno regalato un tappetino con su scritto ENJOY.
Camminando in centro sono stata avvicinata per svariate volte dallo stesso vucumprà. Al quinto approccio mi è scappato da ridere, "guarda che son sempre io", lui mi ha risposto "allora adesso siamo amici!", ma la sua logica schiacciante non mi ha convinta del tutto, così mi sono presa un po' di tempo per pensarci e gliel'ho proprio detto, parola per parola. Lui ha riso e ha concordato con me "pausa di riflessione, ognuno per la sua strada, abbiamo i ricordi". Abbiamo i ricordi, finché tiene botta il neurone quelli ci sono, basta dargli una bella spolverata ogni tanto.
Nel frattempo è arrivato l'inverno. Me ne sono accorta perché se non è inverno quando cadono anche le foglie di plastica della siepe di finta edera, allora non è inverno mai.
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