Fahrenheit 9/11 è un atto di coraggio non indifferente.
Michael Moore, il suo realizzatore, è da ammirare davvero.
Il film/documentario dovrebbe essere visto da tutti e questo non perché i ragionamenti che fa Moore debbano per forza essere condivisi in toto e non essere messi in discussione, ma semplicemente perché viene delineato un punto di vista critico, che si propone di informare e di dare modo alle persone di trarre le proprie conclusioni.
Non posso credere che ci sia ancora qualcuno che non si renda conto che le informazioni che ci passano quotidianamente i mass-media sono manipolate, come non posso credere che la maggioranza degli individui che circolano su questo pianeta possa continuare a fare finta di nulla quando c'è qualcuno che ha la forza per alzarsi in piedi e mettersi a gridare apertamente quello che è sotto gli occhi di tutti, ma che nessuno vuole affrontare.
Non si può non andare a vedere Fahrenheit 9/11.
Mettetevi una mano sulla coscienza e la prossima volta che vi troverete con una scheda elettorale in mano pensate bene alle testimonianze che ha proposto Moore in questa sua pellicola. Badate bene, non sto facendo riferimento alle tesi che sostiene, ma semplicemente alle parole delle persone a cui il suo documentario dà voce. Sì, lo so che noi siamo di un altro paese... ma mi sembra che la nostra situazione, in fin dei conti, non sia poi tanto diversa. E poi il mondo è il medesimo... e se si continua così qualcuno che manderà - nuovamente - a quel paese pure noi, prima o poi lo troviamo di certo.
Se non lo avete ancora visto vi rimando anche allo spettacolo "Ubu Bas va alla guerra" realizzato da Dario Fo e Franca Rame nel marzo del 2003. (Trovate post di riferimento qui, in data "25 marzo 2003".)