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[lunedì 15 novembre 2004]
I favolosi deliri della ghira postatatrice
C'era un tempo in cui prima di addormentarmi, se non ero talmente stanca da piombare per direttissima dentro alle mie manifestazioni oniriche, pensavo.
A volte erano riflessioni sensate, altre una serie inconcludente di grovigli di elucubrazioni intermittenti, di invenzioni, di realtà parallele ed estraneazioni, ma erano pur sempre pensieri.
Ultimamente è cambiato qualcosa: per una cosa o per l'altra succede che non vengo più spesso qui a scrivere ed allora la notte stesa al buio nel letto, con la testa stropicciata fra i cuscini, scrivo mentalmente dei post.
E sono post bellissimi, molto più interessanti, introspettivi, ironici, divertenti e poetici di qualsiasi post abbia mai messo qui.
Poi mi addormento e sogno.
Sono sogni molto realistici ed articolati e spesso sono collegati fra loro.
Se c'è una cosa di cui sono sempre stata grata al mio essere più profondo è il modo in cui sogno.
C'è chi mi prende in giro per tutte le ore di sonno di cui mi beo quotidianamente, ma se solo potessero immaginare quello che succede nella mia testa quando sono in quello stadio di apparente inerzia, allora terrebbero la bocca chiusa!
Comunque è questo che mi succede da qualche settimana a questa parte: posto invece di pensare, poi mi addormento e la mattina mi ricordo perfettamente la trama e le sensazioni provate durante i sogni, ma ho totalmente dimenticato i post che mi erano nati in testa poco prima di perdere contatto con la realtà dei sensi.


[Ardesia | 1]

Commenti
Commento lasciato da chiara il 16/11/2004 alle 11:58 :
Allora, potresti postarci i tuoi sogni ;)

Commento lasciato da Diavoletto il 17/11/2004 alle 11:03 :
Bè un blog non è (dopotutto) la lavagna dei nostri pensieri?

sognare, pensare, postare ...è tutto nella nostra testa... che si faccia l'uno o l'altro è solo dare un nome diverso alla stessa attività :)

Commento lasciato da Ametista il 18/11/2004 alle 02:23 :
Ho visto una stella cadente, una sera di primo autunno, tra gli alberi scossi dal vento di settembre, scintillante e stridente, di una luce intensa marchiare a fuoco un tramonto. Ma la sua fugacità, la sua bramosia di consumarsi nell'ardente passione con l'infinito l'hanno resa saetta, folgore ai miei occhi. Era troppo veloce e fu così che ella svanì e loro non riuscirono ad esprimere alcun desiderio. Così è dei nostri sogni, delle poesie e delle canzoni più belle che ci vengono in mente, così per gli arpeggi più arditi e per le sensazioni che ci danno un fremito. Anche loro come quel bolide, sfuggenti ti rapiscono i sensi durante il loro passaggio, animati dall'urgenza della necessità nell'esasperata frenesia di abbandonarsi, di disperdersi e fondersi con l'universo.


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