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NON HO MAI BEVUTO UN MARTINI - IN COMPENSO HO MANGIATO UN SACCO D'OLIVE
Spesso accade che le detonazioni umorali più significative siano anche quelle meno evidenti.
Tutto appare come al solito, nulla di più e nulla di meno del giorno prima e di quello prima ancora, ma poi ci si ritrova a dire ed a fare cose totalmente imprevedibili ed immotivate, così, dal nulla.
C'è chi apparentemente di punto in bianco stermina la propria famiglia e chi preferisce accanirsi su passanti sconosciuti; c'è chi ha un'illuminazione nel bel mezzo della corsia dei detersivi e dopo dieci anni di assoluta fedeltà a Coccolino lo abbandona per Vernel; c'è chi sente l'impulso di partire e chi invece non riesce più a fare a meno di tornare in un luogo dal quale non si era mai nemmeno reso conto di essere fuggito...
Di stramberie del genere ne succedono continuamente.
E' un po' come la faccenda del chiodo di "Novecento" ( <-vediamo questa chi la capisce).
Ad esempio io oggi ho riordinato l'armadio - oddio, "riordinato" è una parola grossa, meglio dire "ordinato", togliendo di mezzo quell'ingombrante e ingannevole prefisso.
Ogni componente della mia famiglia si è ritrovato ad elaborare il trauma che gli ha procuraro la sorpresa scatenata da questo evento totalmente inaspettato: il gatto ha fatto le ove anche se non piove, il pesce rosso scolorito ha pianto commosse lacrime di coccodrillo e mia nonna si è precipitata a raccontare tutto alla vicina, cercando di farla passare per una di quelle barzellette che non fanno nemmeno tanto ridere.
Ci sono tre Martino ad un comizio. Il primo prende la parola ed intona subito un sonoro "dinnnnnnnn". Dopo qualche istante il secondo si avvicina anch'esso al microfono, mette in moto l'ugola e fa uscire un "donnnnnnnn" cristallino. Allora anche il terzo Martino vorrebbe contribuire al dibattito e cerca farsi largo tra gli altri due per riuscire a far sentire la sua campana, ma non c'è nulla da fare; il primo e il secondo Martino son talmente presi dai loro din-don che il terzo non riesce a mettercisi fra.
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Commenti
Commento lasciato da Mauron il 04/03/2004 alle 09:44
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"A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'é una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran" - uno dei libri più bbbelli che abbia mai letto :)
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