[mercoledì 04 febbraio 2004]
YAWPPPPPPPPPPPPPPPPPP
Ieri notte, complice un'antenna della tv bizzosa, son salita sul tetto del palazzo insieme al mio amore.
Io reggevo una piccola fiammella dentro ad un portacandele di vetro azzurro e lui svitava, sistemava, riavvitava.
Il panorama: qualcosa di incredibile.
Le strade, i tetti del caseggiato circostante, e poi l'oscurità rotta dai neon delle cucine, dai colori flebili che gli schermi televisivi rimandavano sulle tende dei salotti e delle camere da letto... e sempre più lontano le insegne dei negozi, quella blu e rossa del centro commerciale (domenica aperti); alle pendici dei monti, il castello, e più su i fari di qualche auto intenta ad inerpicarsi sui pendii alpini. Dall'altra parte invece il lampo di un faro e la distesa inquieta e tenebrosa del mare, svelata a tratti da una pallida luna.
Qualche minuto e l'antenna è riparata.
Si scende.
Si torna ad essere una di quelle piccole lucette che rimbalzano sulle tende.
Si torna a calcare la scena.
"I sound my barbaric
YAWP over the roofs of the world"
(Walt Whitman)
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