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[mercoledì 28 gennaio 2004]
CAPPUCCETTO ROSSO - facciamo un po' d'ordine in quel bosco!
Cercando on-line la versione originale della famosa fiaba ho trovato soltanto una grande confusione e indicazioni piene di errori, quindi tanto vale fare un po' di chiarezza.

Il papà di Capuccetto Rosso è Charles Perrault, letterato e Accademico di Francia, che nel 1697, attingendo da un vasto patrimonio orale di tradizione popolare, mette per la prima volta per iscritto una serie di storie che pubblica in una raccolta intitolata "I racconti di mia madre l'Oca ".
Storie come "La bella addormentata nel bosco", "Barba blù", "Il gatto con gli stivali", "Cenerentola", "Pelle d'asino", "Pollicino", "Capuccetto Rosso", anche se può sembrarci strano, inizialmente sono stare scritte per allietare letterati e dame di corte.
Nel 1800 i fratelli Grimm rielaborano e modificano alcune di queste fiabe, rendendole più vicine al gusto letterario della loro epoca e più adatte ad un pubblico di bambini.

Ma torniamo a Capuccetto Rosso.
Qui di seguito potete trovare la versione originale, quella dei fratelli Grimm e qualche altra curiosa rielaborazione.


CAPPUCCETTO ROSSO di Charles Perrault
C'era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere. La sua mamma n'era matta, e la sua nonna anche di pìù.
Quella buona donna di sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto rosso, il quale le tornava così bene a viso, che la chiamavano dappertutto Cappuccetto Rosso.
Un giorno sua madre, avendo cavate di forno alcune stiacciate, le disse:
"Va' un po' a vedere come sta la tua nonna, perché mi hanno detto che era un po' incomodata: e intanto portale questa stiacciata e questo vasetto di burro".
Cappuccetto Rosso, senza farselo dire due volte, partì per andare dalla sua nonna, la quale stava in un altro villaggio. E passando per un bosco s'imbatté in quella buona lana del Lupo, il quale avrebbe avuto una gran voglia di mangiarsela; ma poi non ebbe il coraggio di farlo, a motivo di certi taglialegna che erano lì nella foresta.
Egli le domandò dove andava.
La povera bambina, che non sapeva quanto sia pericoloso fermarsi per dar retta al Lupo, gli disse:
"Vo a vedere la mia nonna e a portarle una stiacciata, con questo vasetto di burro, che le manda la mamma mia".
"Sta molto lontana di qui?", disse il Lupo.
"Oh, altro!", disse Cappuccetto Rosso. "La sta laggiù, passato quel mulino, che si vede di qui, nella prima casa, al principio del villaggio."
"Benissimo", disse il Lupo, "voglio venire a vederla anch'io. Io piglierò da questa parte, e tu da quell'altra, e faremo a chi arriva più presto."
Il Lupo si messe a correre per la sua strada, che era una scorciatoia, con quanta forza avea nelle gambe: e la bambina se ne andò per la sua strada, che era la più lunga, baloccandosi a cogliere le nocciuole, a dar dietro alle farfalle, e a fare dei mazzetti con tutti i fiorellini, che incontrava lungo la via.
Il Lupo in due salti arrivò a casa della nonna e bussò.
"Toc, toc."
"Chi è?"
"Sono la vostra bambina, son Cappuccetto Rosso", disse il Lupo, contraffacendone la voce, "e vengo a portarvi una stiacciata e un vasetto di burro, che vi manda la mamma mia."
La buona nonna, che era a letto perché non si sentiva troppo bene, gli gridò:
"Tira la stanghetta, e la porta si aprirà".
Il Lupo tirò la stanghetta, e la porta si aprì. Appena dentro, si gettò sulla buona donna e la divorò in men che non si dice, perché erano tre giorni che non s'era sdigiunato. Quindi rinchiuse la porta e andò a mettersi nel letto della nonna, aspettando che arrivasse Cappuccetto Rosso, che, di lì a poco, venne a picchiare alla porta.
"Toc, toc."
"Chi è?"
Cappuccetto Rosso, che sentì il vocione grosso del Lupo, ebbe dapprincipio un po' di paura; ma credendo che la sua nonna fosse infreddata rispose:
"Sono la vostra bambina, son Cappuccetto Rosso, che vengo a portarvi una stiacciata e un vasetto di burro, che vi manda la mamma mia".
Il Lupo gridò di dentro, assottigliando un po' la voce:
"Tira la stanghetta e la porta si aprirà."
Cappuccetto Rosso tirò la stanghetta e la porta si aprì.
Il Lupo, vistala entrare, le disse, nascondendosi sotto le coperte:
"Posa la stiacciata e il vasetto di burro sulla madia e vieni a letto con me".
Cappuccetto Rosso si spogliò ed entrò nel letto, dove ebbe una gran sorpresa nel vedere com'era fatta la sua nonna, quando era tutta spogliata. E cominciò a dire:
"O nonna mia, che braccia grandi che avete!".
"Gli è per abbracciarti meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che gambe grandi che avete!"
"Gli è per correr meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che orecchie grandi che avete!"
"Gli è per sentirci meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che occhioni grandi che avete!"
"Gli è per vederci meglio, bambina mia."
"O nonna mia, che denti grandi che avete!"
"Gli è per mangiarti meglio."
E nel dir così, quel malanno di Lupo si gettò sul povero Cappuccetto Rosso, e ne fece un boccone.

La storia di Cappuccetto Rosso fa vedere ai giovinetti e alle giovinette, e segnatamente alle giovinette, che non bisogna mai fermarsi a discorrere per la strada con gente che non si conosce: perché dei lupi ce n'è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto quelli che hanno faccia di persone garbate e piene di complimenti e di belle maniere.


*****


CAPPUCCETTO ROSSO di Jakob e Wilhelm Grimm, nella traduzione di Carlo Collodi
C'era una volta una bambina tanto carina e dolce, che era amata da tutti.
Ella amava molto la sua mammina e la vecchia nonna che abitava nel bosco vicino.
L'anziana donna si dedicava ai lavori di cucito per sbarcare il lunario. Con un bel taglio di stoffa rossa, aveva confezionato una mantellina, con cappuccio, per l'adorata nipotina.
- Mettiti questa mantella. - Disse la nonna alla bimba. - Ti riparerà dalla pioggia e dall'umidità del bosco, così verrai a trovarmi più volentieri.
La bambina, felicissima per il regalo, ringraziò la nonna e da quel giorno andò a trovarla tutti i giorni, con la mantellina rossa indosso.
Fu così, che la gente cominciò a chiamarla << Cappuccetto Rosso>> e quel nomignolo le rimase.
La mamma della piccina preparava una bella torta tutti i giorni e mandava Cappuccetto Rosso dalla nonna con un cestino colmo di provviste.
Così, un giorno, come di consueto la donna disse:
- Prendi il cestino, cara. Ho preparato un pranzetto davvero speciale per la nonna. Portalo con questa torta di mele. Stai attenta e non ti fermare con nessuno, sembra che nel bosco sia stato avvistato un pericoloso lupo.
Cappuccetto Rosso annuì e andò.
Durante la strada canticchiava a mezza voce perché era particolarmente felice; la primavera stava annunciandosi e il bosco era pieno di fiori e di leggiadre farfalle. Dimentica delle raccomandazioni della madre, la piccola si fermò a giocare con le farfalle e gli animaletti del bosco. Fece a gara con dei passerotti nel cantare melodie dolcissime.
La voce della bimba risuonava cristallina per tutto il bosco. Nell'udirla, molti animali uscirono dalle loro tane; era arrivata la primavera! mentre si addentrava nel bosco, Cappuccetto Rosso incominciò ad avere un po' di timore.
La voce della mamma le risuonava nella mente e capiva di aver fatto tardi, le ombre della sera si allungavano già sugli alberi.
Improvvisamente, un lupo le si parò davanti.
- Salve, Cappuccetto Rosso! - La salutò amabilmente la fiera.
- Buon giorno, signor lupo.
- Dove vai così di corsa?
- Vado dalla mia nonnina.
- E cosa c'è in quel grazioso cestino?
- Ci sono i cibi che la mia mamma ha cucinato per la nonna.
- E dimmi, viva da sola la tua nonna?
- Si. - Rispose Cappuccetto Rosso. - La mamma le ha chiesto molte volte di venire a vivere con noi nel villaggio ma lei preferisco restare nella sua vecchia casa, dove è sempre vissuta.
Mentre Cappuccetto rosso le parlava, il lupo pensava:
<< Questa bambina deve essere molto tenera. Me la mangerei subito. E' meglio che aspetti il momento più propizio� Non vorrei che ci fosse qualche taglialegna nei dintorni. Oltretutto potrei mangiarmi anche sua nonna e il cestino delle provviste. Mi farò dire dov'è la casa della vecchia.>>
- Posso accompagnarti? - Chiese il lupo.
- Non vorrei che la nonna si spaventasse...
- Hai paura di me?
- Io no! Come potresti farmi del male? Sono solo una piccola bambina.
Il lupo pensò ancora:
<< Che sciocca! Non sa che noi lupi preferiamo le bimbe come lei. Le tenderò un tranello e la precederò alla casa di sua nonna. Poi, le mangerò tutte e due.>>
- A tua nonna non piacciono i fiori? - Domandò il lupo.
- Moltissimo! - Rispose la piccola. - Ne tiene sempre un vaso sul tavolo.
- Ti consiglio di portarle un mazzolino di fiori che potrai raccogliere nei prati qui vicino. Adesso me ne vado, ho un sacco di cose da fare!
- Addio signor lupo.
Rimasta sola, Cappuccetto si pose a raccogliere i fiori per comporre un mazzolino e portarlo alla nonna.
<< Il lupo ha ragione. Questi fiori sono molto belli e la nonna sarà felice.>>
Ignorava che il lupo si dirigeva alla casa della vecchietta e che, in quel momento, bussava dolcemente alla porta.
- Chi è? - Domandò la nonna.
- Sono la tua nipotina, sono Cappuccetto rosso.
Il lupo cercò di addolcire la voce.
Sperava che attraverso la porta fosse semplice ingannare la vecchia.
- E' aperto. Gira la maniglia ed entra.
Il lupo entrò.
La nonna era a letto con un brutto raffreddore.
Quando vide il lupo reagì immediatamente; in un balzo scese dal letto e si rifugiò in cantina, raggiungibile da una botola.
Il lupo si contrariò parecchio poi, decise di attendere l'arrivo di Cappuccetto e mangiarsela con calma.
Si travestì come la nonna e si infilò sotto le coperte.
Intanto, la piccola aveva formato un magnifico mazzo si fiori e si era avvicinata alla casa della nonna.
Nel vedere la porta aperta, entrò senza timore ma una volta entrata non si avvicinò alla nonna
- Buona sera, nonnina.
Il lupo non replicò e la bimba si avvicinò un poco.
- C'è molto buio, nonnina. Vuoi che apra un po' le finestre?
Il lupo tacque ancora, nel timore di tradirsi. La piccola si avvicinò di più.
- Ma... nonna, che orecchie grandi che hai!
- E' per udirti meglio. - Disse il lupo in falsetto.
- E che occhi grandi che hai!
- E' per vederti meglio!
- E che bocca grande che hai...
- E' per mangiarti meglio! - Esclamò il lupo e cercò di gettarsi sulla piccola.
Lo slancio fu così forte che il lupo cadde contro la parete.
Cappuccetto rosso urlò per il terrore e corse fuori dalla casetta, inseguita del lupo.
Le grida della piccola avevano attirato l'attenzione di un cacciatore che passava nelle vicinanze.
Il lupo aveva raggiunto la povera Cappuccetto che, terrorizzata, non riusciva più a scappare.
Quando pareva non ci fossero più speranze, apparve il cacciatore che, con un grande calcio, scacciò il lupo.
Il fiero animale se ne andò, ululando per il dolore e la bimba ringraziò il cacciatore.
Senza perdere altro tempo, i due si diressero verso la casa della nonnina.
- Chissà che paura, povera vecchina! - Diceva Cappuccetto Rosso.
Presto arrivarono davanti alla casetta e la bimba chiamò a gran voce:
- Nonnina, nonnina!
L'anziana signora uscì dalla casa e abbracciò la nipotina, e quindi disse:
- Povera piccina, devi aver avuto una gran paura!
- E' vero! Per mia fortuna questo cacciatore passava nelle vicinanze...
- E' un lupo molto pericoloso. - Intervenne il cacciatore. - Sono molte settimane che tento di catturarlo. Sono sicuro che non tarderà a ripresentarsi e allora per lui sarà finita.
Dopo quella disavventura, la nonna decise di trasferirsi al villaggio nella casa di sua figlia e sua nipote.
In questo modo Cappuccetto Rosso non avrebbe più dovuto avventurarsi tutta sola nel bosco.
L'accaduto destò molto scalpore fra la gente del villaggio e il commento unanime era che Cappuccetto Rosso fosse stata una bimba molto coraggiosa.



*****


CAPPUCCETTO ROSSO di iuma & Piccola Canaglia
"Ti racconto la storia...Cera una volta ..."
"Che bello, mi racconti una fiaba? e che fiaba mi racconti?"
"Quella del bosco! Allora, c'era una volta un bosco che usciva un lupo..."
"Che paura, un lupo!"
"Ma quel lupo c'aveva i denti grossi! (roarrr!!)"
"Aiutooo!! E poi, chi c'era ancora nel bosco?"
"Nel bosco...c'era... Cappuccetto Rosso!"
"No, mamma, non era Poccoccetto Rosso!"
"Ah, scusa, e chi c'era allora?"
"Io nel bosco ... ho visto... Santa Lucia!"
"Santa Lucia??? Nel bosco??? e che ci faceva Santa Lucia, nel bosco col lupo?"
"Faceva le pernacchie!"



*****

CAPPUCCETTO ROSSO - barzelletta
Cappuccetto rosso va dalla nonna e le dice:
"Nonna, che occhi grandi che hai!"
"Per guardarti meglio."
"Nonna, che orecchie grandi che hai!"
"Per sentirti meglio."
"Nonna, che bocca grande che hai!"
"Cappuccetto, ma sei venuta a farmi visita o a prendermi per il culo?"


*****

CAPPUCCETTO ROSSO - V.M. 18
Questa ve la cercate da soli!
Vi anticipo soltando che "...la nonna di Cappuccetto Rosso era una ninfomane di 94 anni, ex-prostituta in un bordello di Tripoli; il lupo passò momenti terribili, e riusci` a sottrarsi alle sue voglie solo sfasciandole sul cranio un pesante posacenere in marmo con la scritta "Ricordo di Riccione..."




[Ardesia | 814]

Commenti
Commento lasciato da Marzia Francesconi il 17/02/2005 alle 17:23 :
Allora secondo lei cosa porta alla nonna, una torta di mele o una focaccia?
Puoi rispondermi al mio indirizzo e-mail? grazie

Commento lasciato da Ilenia il 01/03/2005 alle 10:59 :
Grazie x le informazioni, ma su che sito si possono trovare tutte le favole dei fratelli Grimm originali? Puoi rispondere al mio indirizzo?
grazie.

Commento lasciato da Ardesia il 01/03/2005 alle 11:23 :
Ilenia, non ne ho idea...
Marzia, non lo so: bisognerebbe guardare la versione originale della favola per sapere realmente cosa vien portato alla nonna. Secondo me la torta di mele e la focaccia sono soltanto adattamenti.

Commento lasciato da cedesco il 24/01/2006 alle 13:40 :
va bene tutto ma come era il mantello rosso di cappuccetto rosso? da disegnare non raccontare


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