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[martedì 20 gennaio 2004]
QUATTRO PORTE
Quattro porte: una nera, una azzurra, una bianca e una rosa. V'invito a comporre una storia che le comprenda tutte e quattro, nell'ordine che preferite...

Invito accettato di getto:

"Improvvisamente mi trovo innanzi 3 porte.
Quella davanti a me è azzurra e ampia; alla mia destra ce n'è una rosa, più piccina; infine alla mia sinistra, speculare sia per quanto riguarda la posizione, sia per la grandezza, ce n'è una bianca.

La mia attenzione però viene immediatamente rapita dalla grande porta azzurra. E' veramente enorme; avvicinandomi mi accorgo che è tutto ricoperta da un intarsio di cristalli che riflettono la luce in modo quasi magico. E' spettacolare! Starei ore a guardare tale splendore, ma tanta è la voglia di aprirla ed attraversarne la soglia. Quando provo a spingere una delle grandi ante mi accorgo che è leggerissima e fredda, quasi non fosse di cristallo, ma di ghiaccio, anche se evidentemente ghiaccio non è. Al di là della porta c'è una stanza luminosissima, molto vasta, tutta ricoperta da specchi (che però non riflettono la mia immagine) tranne che per una parete sulla quale c'è un affresco che rappresenta un mare in tempesta e delle sirene che spuntano dalle acque mosse con grande calma e noncuranza.

Dopo un tempo indefinito sento un rumore fuori dalla stanza ed incuriosita torno al punto iniziale. Il rumore sembra porvenire da dietro la porta bianca. Entro di getto: la porta è bianca, completamente liscia e non molto grande: ci passo di misura. Dentro non c'è assolutamente nulla. E' tutto bianco e asettico. Tutto quel candore mi obbliga a chiudere gli occhi. Sto in attesa. Dopo qualche secondo di nuovo quel rumore... Sembra un violino su cui viene suonata un'unica brevissima nota. Non capisco e mi agito. Non si sente più nulla. Esco a tentoni dalla stanza.

La porta rosa è identica alla bianca, tranne che per il colore. Liscia e grande abbastanza per riuscirci ad entrare. E' come se fosse fatta per me, su misura. La oltrepasso e non capisco... E' un posto allo stesso tempo indecifrabile e tanto familiare... Alla fine mi accorgo che sono dentro il mondo, ma che allo stesso tempo se mi concentro il mondo riesco anche a vederlo laggiù in fondo, da lontano. Sono dentro e fuori allo stesso tempo. Intorno a me scorre una linfa profumata e tutto è in continuo mutamento. Vorrei restare qui dentro per sempre perché mi rendo conto che in questo luogo tutto cambia a seconda delle mie esigenze ed io sento di non essere mai esistita in modo tanto reale, ma sento una voce che mi chiama da fuori. Subito fingo di non sentire, ma qualcuno continua ad invocare il mio nome incessantemente ed alla fine cedo ed esco a vedere, ma naturalmente l'intenzione è quella di rientrare subito nella stanza dalla porta rosa.

Fuori non c'è nessuno, ma la voce continua a chiamarmi. Mi rendo conto che proviene dall'alto ed è solo a quel punto che noto una piccola botola nera sul soffitto. E' di un bel legno pregiato... Peccato per il colore... Urlo in risposta alla voce che mi reclama che ci sono, ma che non so come raggiungere l'apertura. A quel punto la botola si apre e scende una di quelle classiche scale da soffitta che si ripiegano su se stesse. Salgo agitata. Di sopra sembrerebbe esserci per l'appunto una normalissima soffitta, vuota e piena di polvere e ragnatele. La voce non mi chiama più. La mia attenzione ora è attratta da un lucernaio. Fuori il cielo è terso, volano le rondini. Tolgo il vetro e salgo sul tetto. E' una giornata bellissima e decido di restare lì seduta sul tetto a godermi prima le nuvole, poi il tramonto ed infine il luccicchio delle stelle."

Ora resta da vedere cosa rappresentano in realtà queste porte misteriose!


[Ardesia | 13]

Commenti
Commento lasciato da silvy il 20/01/2004 alle 16:19 :
ciao! ho preso al volo l'invito. non ho letto il tuo racconto (non volevo farmi influenzare!) e confesso neppure il mio! l'ho scritto di getto! :-) lo pubblico di là ;-) ciao!


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