Francesca, della nobile famiglia dei Da Polenta di Ravenna, quando sposa Paolo Malatesta, non sa che in realtà si tratta di un matrimonio "per procura" e che quindi l'unione che si sta celebrando è quella fra lei ed il fratello di lui, ovvero Giangiotto Malatesta. Lei resta comunque innamora del cognato Paolo che continua a frequentare segretamente.
Un giorno suo marito li scopre mentre, abbandonati al trasporto a cui li ha spinti la lettura della storia di Lancillotto e Ginevra, si stanno baciando ed in preda ad uno scatto d'ira e gelosia uccide il fratello... nella colluttazione però resta uccisa anche Francesca che viene trafitta della spada del consorte mentre tenta di proteggere il suo amato Paolo.
Posizionati da Dante nell'inferno dei lussuriosi, i due amanti, che hanno preferito passare l'eternità insieme da dannati, piuttosto che rinunciare alla loro passione terrena, sono destinati ad essere tormentati perennemente da una violenta bufera, simbolo dei travolgenti sentimenti d'amore a cui han ceduto da vivi.
Personalmente, nel caso in cui dovesse veramente esistere un qualche inferno, preferisco pensare che nella realtà ci siano precipitati dentro Giangiotto e tutti gli artefici del "finto" matrimonio.
Un giretto a
Gradara me lo farei volentieri.
Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.
Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer si forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona.
Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense."
Queste parole da lor ci fuor porte.