"Le fantastiche avventure di Kavalier e Clay" di Micheal Chabon...
...non è riuscito a convincermi, ed anche ora sto faticando non poco a trovare il modo per descrivere in queste righe la sensazione di amletica inquietudine che mi ha lasciato.
E' una storia particolare ed alcuni aspetti sono molto ben curati, come ad esempio la caratterizzazione dei protagonisti e l'intreccio delle loro vicende, ma da un libro di 800 pagine, che tra l'altro può anche fregiarsi di essersi accaparrato un Pulitzer (2001), mi sarei aspettata emozioni più solide. Invece a 3 giorni di distanza dal momento in cui l'ho concluso, son qui, titubante, presa dallo sforzo di capire cosa non mi abbia convinto. Non credo siano state le parti "saggistiche" relative al minuzioso resoconto dello sviluppo del fumetto americano negli anni quaranta e cinquanta, come non credo sia stata la non indifferente mole del romanzo, anche perché uno dei difetti che proprio non gli si può attribuire è quello di essere poco scorrevole. Alcune trovare sono geniali, ma vengono sprecate nel giro di un paio di paragrafi. Forse è questo che non sopporto; le potenzialità non colte.
Mettiamola così; son alquanto lieta di aver fatto la conoscenza di Sam, Joe, Rosa e Tommy, anche se avrei preferito che il nostro incontro avesse avuto luogo in frangenti migliori.
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