[giovedì 23 ottobre 2008]
Di post postati a pizzichi e bocconi
Oggi ho iniziato ben sei post, ma poi, tra un allagamento e uno spurgo (condominiale, non personale) non ne ho portato a termine nemmeno mezzo. A pensarci bene però potrebbe essere un'idea: quando si scrive qualcosa di compiuto spesso resta poco spazio per le elucubrazioni altrui, invece, mettendo solo una traccia, uno spunto, praticamente uno sputo, si lascia più libertà interpretativa al prossimo e, chi lo sa, magari si dà a qualcuno quell'input, magari un po' zoppicante, ma che era proprio quel quid che gli serviva per metter su una teoria rivoluzionaria. Mi sa che l'andazzo qui potrebbe diventare quello.
Il primo degli odierni post mancati parlava di critici e di criticoni, di come una critica dovrebbe spiegare e dare motivazioni, e non parlare soltanto di fallimento in tono assoluto e finirla lì. Che pareri del tipo 'bello' o 'brutto' a me li segnavano con la biro rossa anche alle elementari.
Il secondo post era dedicato a mia madre che lascia a tutti il mio numero di cellulare spacciandolo per suo. "Lo sai, il mio o è spento o non lo sento." Bella scusa. Così io passo le giornate a parlare con la sua estetista, il medico e la banca. Nel momento in cui quella squinternata (uè, che è "squinternata" però posso dirlo solo io!) capirà che "navigare" non è più soltanto un verbo connesso a grandi spazi d'acqua temo che mi toccherà cambiare mail, telefono e probabilmente Paese.
Il terzo post riguardava la figura degli scrittori, di come sia facile cadere nel tranello di mitizzare l'autore dei propri libri preferiti e non si riesca a distinguere tra la persona nella sua totalità e il suo lato di raccontastorie.
Il quarto post era identico al terzo, ma ribaltato: spesso - quando va bene - non si apprezza un libro, un buon libro, perché si nutrono dei preconcetti nei confronti di chi lo ha scritto; quando va male invece il libro in questione nemmeno si mette in conto di poterlo prendere in considerazione. E' un peccato perché in questo modo si vanno a ghettizzare più che altro gli "antipatici" contemporanei ché diciamocelo: del carattere di merda di scrittori ormai morti e sepolti, ai potenziali lettori non frega un bel niente.
Il quinto post diceva che ho scaricato un film di un regista esordiente distribuito legalmente (legalmente?! Sicura?! Sì, sì, legalmente! Si può fare!) su internet, che ne avrò visti sì e no quindici minuti e che fino a lì la questione era che un tipo viene contattato dalla sorella di un suo amico perché il di lei fratello (e quindi il di lui amico) ha iniziato a fare la scimmia. Cristallino, no? Io comunque titubo.
Il sesto e ultimo post era incentrato sulla mia nuova piantina di salvia. Molto sensibile, lei. Troppo. Io meno: questa sera la immolerò alla causa degli orecchioni burro e salvia. Se volete autoinvitarvi a cena potete sempre telefonare al numero della mia genitrice, che tanto rispondo io.
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