[venerdì 12 dicembre 2003]
DA TUBO NASCE TUBO
"Metafisica dei tubi" è una stramba descrizione autobiografica di un anno della prima infanzia dell'autrice, Amelie Nothomb. In verità la storia parte dal momento della sua nascita, ed anche un po' prima, ma considerato che, dal momento in cui è uscita dal ventre materno, per circa 30 mesi tutto quello che questa bizzarra scrittrice afferma di aver fatto è stare immobile nella culla, il ricordo effettivo, e con esso quindi anche la parte focale del libro, parte dai suoi due anni e mezzo d'età e si prolunga fino all'agosto del 1970 con l'immagine di una bambina belga di tre anni che sta annegando in giappone, sul fondo di una vasca abitata da tre carpe che si chiamano Gesù, Giuseppe e Maria.
Fortunatamente è stata una lettura breve e veloce perché questa autobiografia romanzata mi ha stranito molto.
Il modo di scrivere della Nothomb ha una componente anomala che non riesco ad individuare; inizio un suo libro, non mi entusiasma, ma non riesco a smettere di leggerlo. La sua scrittura irriverente, piena di metafore e di esplosioni rivelatorie riesce a farmi sentire partecipe e crea in me quella sana curiosità di voltare pagina che ogni storia ben raccontata dovrebbe riuscire a suscitare nel lettore.
In molti passaggi di questa sua metafisica ho intravisto l'ombra di una forte genialità creativa e ciò mi affascina enormemente, ma allo stesso tempo evidentemente trovo che questo non sia abbastanza per riuscire ad abbandonare ogni mia titubanza in merito.
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