Per questo post mi sarebbe servita una frase di Baricco che però non sono riuscita a reperire nella sua forma originaria.
Curiosa la metamorfosi che può cogliere su internet una breve citazione come quella che serviva a me; punti e virgole itineranti, parole sostituite o totalmente soppresse... E per fortuna che si tratta di un autore italiano. Non oso immaginare cosa sarebbe successo ad una traduzione.
Comunque, di riportare una citazione inesatta non se ne parla proprio e dato che al momento non ho tempo per spulciare centinaia di pagine alla ricerca della versione corretta, mi accontenterò di spremerne il significato, rielaborarlo e riportarlo a modo mio, corredandolo di tutti i ninnoli ed i fronzoli del caso.
Ogni tanto accadono delle cose che per noi non hanno senso; alcune ci appaiono stupidi inconvenienti al normale decorso delle nostre vite, altre sono macigni che mutano radicalmente le nostre esistenze.
In entrambi i casi, alla canonica tiritera di improperi di varia natura, grado e origine che segue l'infausto evento, si associa un "perché" seguito da un punto interrogativo massiccio ed incisivo come il peso dell'inevitabilità che di volta in volta ci ritroviamo a dover sostenere. Fortunatamente la vita continua, i casini si rincorrono, si rigenerano, si rinnovano e noi proseguiamo imperterriti per la nostra strada cercando di non dare troppo credito a tutti i quesiti rimasti irrisolti e seppellendo i punti interrogativi a destra e manca, che tanto terrebbero solo un grande spazio nell'armadio ed alla fine sembra non servano a nulla visto che non sono un granché nemmeno come grucce appendi-abiti.
Ma poi succede che un giorno accade un qualcosa che fa apparire tutto cristallino; improvvisamente veniamo illuminati da un occhio di bue che non riusciamo a seminare - d'altronde non credo che la coltivazione di occhi di bue sia permessa nel nostro Paese - e ci giungono risposte a cose di cui c'eravamo quasi scordati del tutto.
Allora i punti di domanda, forse per l'entusiasmo o forse in seguito ad una mutazione genetica causata dall'inquinamento del terriccio in cui li avevamo interrati, diventano esclamativi... e noi non possiamo che alzare gli occhi al cielo e prenderne atto: i piccoli e grandi quesiti esistenziali che ci poniamo continuamente prima o poi vengono sempre chiariti.
Ecco, Barricco era riuscito a dire pressappoco la stessa cosa con molte meno parole, ma che ci devo fare io se oggi mi sento parolosamente espansiva!?
Comunque, quella che avete appena letto era l'introduzione.
Ora veniamo alla questione vera e propria.
Guardate l'immagine a sinistra, sotto al titolo, poi leggete il testo del post, che è il seguente:
Ieri sera ho letto "Il trattamento ridarelli", un libro per bambini di Roddy Doyle - che per intenderci è lo stesso Doyle che ha scritto "La triologia di Barrytown" - ed ora finalmente so perché il 16 agosto scorso, di pomeriggio, ho pestato un'enorme, puzzolentissima cacca di cane: il giorno dopo sarebbe stato il compleanno di una mia cuginetta ed io, essendo a zonzo per la Bretagna, non ci sarei andata.
Bravi ridarelli, quando ce vo' ce vo'.
Ora forse qualcuno di voi penserà:
"Tutto 'sto spreco di parole per farci sapere che hai pestato una merda?"
E di seguito si domanderà:
"Ma perché poi continuo a venire a leggere questo blog??"
Tranquillo, amico smoccolante e portatore ignaro di punti interrogativi instabili, un giorno lo saprai! Non ci credi?
Eh, ma allora non hai letto bene quanto ho appena scritto!
Anche perché non ho semplicemente detto che ho pestato una merda!
Non ne sei del tutto convinto?
Perché?
No, no, non prenderti la briga di rispondermi...
Prima o poi la vita lo farà al posto tuo ed allora mi darà una risposta molto più coinvolgente e convincente di quella che mi propineresti ora tu!