[ HOME ! BLOG ! MAIL ]

Archivio
.Oggi
:: 08/2014
:: 07/2014
:: 02/2013
:: 12/2012
:: 11/2012
:: 08/2012
:: 02/2012
:: 06/2011
:: 02/2011
:: 01/2011
:: 06/2010
:: 05/2010
:: 04/2010
:: 03/2010
:: 02/2010
:: 01/2010
:: 12/2009
:: 11/2009
:: 10/2009
:: 09/2009
:: 08/2009
:: 07/2009
:: 06/2009
:: 05/2009
:: 04/2009
:: 03/2009
:: 01/2009
:: 12/2008
:: 11/2008
:: 10/2008
:: 09/2008
:: 08/2008
:: 07/2008
:: 06/2008
:: 05/2008
:: 04/2008
:: 03/2008
:: 02/2008
:: 01/2008
:: 12/2007
:: 11/2007
:: 10/2007
:: 09/2007
:: 08/2007
:: 07/2007
:: 06/2007
:: 05/2007
:: 04/2007
:: 03/2007
:: 02/2007
:: 01/2007
:: 12/2006
:: 07/2006
:: 05/2006
:: 03/2006
:: 01/2006
:: 12/2005
:: 11/2005
:: 10/2005
:: 08/2005
:: 05/2005
:: 01/2005
:: 12/2004
:: 09/2004
:: 08/2004
:: 07/2004
:: 06/2004
:: 05/2004
:: 04/2004
:: 03/2004
:: 02/2004
:: 01/2004
:: 12/2003
:: 11/2003
:: 10/2003
:: 09/2003

feed rss


Cerca nel blog:




<< indietro - pagina principale - avanti >>

Archivio - marzo 2007

[30 marzo 07]

Sofia Amundsen stava tornando da scuola. Aveva percorso il primo tratto di strada insieme con Jorunn e avevano parlato di robot. Secondo Jorunn, il cervello degli esseri umani era paragonabile a un computer assai sofisticato: Sofia però non era molto d'accordo. Un uomo deve essere qualcosa di più di una semplice macchina.
Si erano separate davanti al grande centro commerciale. Sofia abitava ai margini di un'ampia zona residenziale formata da villette e la strada che doveva fare per andare a scuola era due volte quella di Jorunn. La sua casa pareva trovarsi ai confini del mondo perché dietro il giardino non ce n'erano altre. In quel punto cominciava un fitto bosco.

Titolo originale: Sofiest verden (1991)
(Edizioni Longanesi - traduzione di Margherita Podestà Heir)


[Trascritto da Ardesia | 30/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[28 marzo 07]

Appena giunto in paradiso Pictor si trovò dinnanzi ad un albero che era insieme uomo e donna. Pictor salutò l'albero con riverenza e chiese: "Sei tu l'albero della vita?". Ma quando, invece dell'albero, volle rispondergli il serpente, egli si voltò e andò oltre. Era tutt'occhi, ogni cosa gli piaceva moltissimo. Sentiva chiaramente di trovarsi nella patria e alla fonte della vita.
E di nuovo vide un albero, che era insieme sole e luna.
Pictor chiese: "Sei tu l'albero della vita?".
Il sole annuì e rise, la luna annuì e sorrise. Fiori meravigliosi lo guardavano, con una moltitudine di colori e di luminosi sorrisi, con una moltitudine di occhi e di visi. Alcuni annuivano e ridevano, altri annuivano e sorridevano: ebbri tacevano, in se stessi si perdevano, nel loro profumo si fondevano. Un fiore cantò la canzone del lillà, un fiore cantò la profonda ninna nanna azzurra. Uno dei fiori aveva grandi occhi blu, un altro gli ricordava il primo amore. Uno aveva il profumo del giardino dell'infanzia, il suo dolce profumo risuonava come la voce della mamma. Un altro, ridendo, allungò verso di lui la sua rossa lingua curva. Egli vi leccò, aveva un sapore forte e selvaggio, come di resina e di miele, ma anche come di un bacio di donna.
Tra tutti questi fiori stava Pictor, pieno di struggimento e di gioia inquieta. Il suo cuore, quasi fosse una campana, batteva forte, batteva tanto; il suo desiderio ardeva verso l'ignoto, verso il magicamente prefigurato.

Titolo originale:
(Edizioni Stampa Alternativa - traduzione di Katja Tenenbaum)


[Trascritto da Ardesia | 28/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[26 marzo 07]

Josef K. doveva essere stato oggetto di una calunnia, perché una mattina, senza aver fatto nulla di male, fu arrestato. La cuoca della signora Grunbach, l'affittacamere, che tutti i giorni verso le otto gli portava la colazione, quella mattina non si era fatta viva. Non era mai successo prima d'allora. K. aspettò ancora un momento; senza alzarsi dal letto poté vedere l'anziana signora che abitava di fronte che lo osservava con una curiosità in lei insolita; poi però, stupito e insieme affamato, suonò il campanello. Subito qualcuno bussò alla porta e un uomo, che egli non aveva mai visto prima in quella casa, entrò nella stanza.

Titolo originale: Der Prozess (1925)
(Edizioni Acquarelli - traduzione di Danila Moro)


[Trascritto da Ardesia | 26/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[23 marzo 07]

I
GENNAIO
Focaccine di Natale


INGREDIENTI

1 scatola di sardine
1/2 salsiccia
1 cipolla
origano
1 scatola di peperoncini "serranos"
10 focaccine


PREPARAZIONE

   La cipolla deve essere tritata fine fine. Suggerisco di mettersene un pezzetto in testa per evitare la fastidiosa lacrimazione che si produce quando la si taglia. Il brutto di piangere tritando la cipolla non è il semplice fatto di piangere, ma è che, quando cominci, poi ti bruciano gli occhi e non smetti più. Non so se è già capitato anche a voi, ma a me certamente sì. Una infinità di volte. La mamma diceva che era perché sono sensibile alla cipolla proprio come Tita, la mia prozia.
   Raccontano che Tita era così sensibile che, già quando stava nella pancia della mia bisnonna, quando lei tritava cipolle non smetteva più di piangere; il suo pianto era così forte che Nacha, la cuoca di casa, che era mezza sorda, lo udiva senza sforzo. Un giorno i singhiozzi furono talmente forti da anticipare il parto. E senza che la mia bisnonna potesse dire bah, Tita venne al mondo prematuramente, sul tavolo della cucina, fra gli odori del minestrone che stava cuocendo, del timo, del lauro, del coriandolo, del latte bollito, dell'aglio e, naturalmente, della cipolla.

Titolo originale: Como agua para chocolate (1989)
(Edizioni SuperPoket - traduzione di Silvia Benso)


[Trascritto da Ardesia | 23/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[21 marzo 07]

Il primo giorno di sole fece evaporare l'umidità accumulata sulla terra dai mesi invernali e riscaldò le fragili ossa degli anziani, cui fu possibile passeggiare lungo i sentieri ortopedici del giardino. Solo il melanconico se ne rimase a letto, perché era inutile portarlo all'aria aperta se i suoi occhi vedevano solo i propri incubi e le sue orecchie erano sorde allo schiamazzo degli uccelli. Josefina Bianchi, l'attrice, vestita col lungo abito di seta che mezzo secolo prima aveva indossato per declamare Checov, reggendo un parasole per proteggersi l'epidermide di porcellana screpolata, avanzava lentamente fra i cespugli che ben presto si sarebbero ricoperti di fiori e di api.

Titolo originale: DE AMOR Y DE SOMBRA (1984)
(Edizioni Feltrinelli - traduzione di Angelo Morino)


[Trascritto da Ardesia | 21/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[19 marzo 07]

L'immortale

a Cecilia Ingenieros

Salomon saith: There is no new thing
upon the carth. So that as Plato had an
imagination
, that all knowledge was but
remembrance; so Salomon giveth his
sentence
, that all novelty is but oblivion.

Francis Bacon, Essays, LVIII


   A Londra, all'inizio del mese di giugno del 1929, l'antiquario Joseph Cartaphilus, di Smirne, offrì alla principessa di Lucinge i sei volumi in quarto minore (1715-1720) dell'Iliade di Pope. La principessa li acquistò; e in quell'occasione scambiò qualche parola con lui. Era, ci dice, un uomo consunto e terroso, grigio d'occhi e di barba, dai tratti singolarmente vaghi. Si destreggiava con scioltezza e ignoranza in diverse lingue; in pochi minuti passò dal francese all'inglese e dall'inglese a una misteriosa mescolanza di spagnolo di Salonicco e portoghese di Macao. Nell'ottobre, la principessa seppe da un passeggero dello Zeus che Cartaphilus era morto in mare, nel tornare a Smime, e che l'avevano seppellito nell'isola di Ios. Nell'ultimo tomo dell'Iliade trovò questo manoscritto.
   L'originale è redatto in inglese e abbonda di latinismi. La versione che offriamo è letterale.

Titolo originale: EL ALEPH (1949)
(Edizioni Feltrinelli - traduzione di Francesco Tentori Montalto)


[Trascritto da Ardesia | 19/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[16 marzo 07]

C'era un gran rumore negli universi. Generazioni di stelle nascevano e morivano sotto lo sguardo di telescopi assuefatti, fortune elettromagnetiche venivano dissipate in un attimo, sorgevano imperi d'elio e svanivano civiltà molecolari, gang di gas sovreccitati seminavano il panico, le galassie fuggivano rombando dal loro luogo d'origine, i buchi neri tracannavano energia e da bolle frattali nascevano universi dissidenti, ognuno con legislazione fisica autonoma.

(Edizioni Feltrinelli, 1996)


[Trascritto da Ardesia | 16/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[14 marzo 07]

   Avevo visto una povera capinera chiusa in gabbia: era timida, triste, malaticcia; ci guardava con occhio spaventato; si rifugiava nell'angolo più lontano della sua gabbia, e allorché udiva il canto allegro degli altri uccelletti, che cinguettavano sul verde del prato o nell'azzurro del cielo, li seguiva con uno sguardo che avrebbe potuto dirsi che piangesse. Ma non osava ribellarsi , non osava tentare di rompre col suo becco il fil di ferro che la teneva carcerata, la povera prigioniera.

(1969)


[Trascritto da Ardesia | 14/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[12 marzo 07]

   Il vento, venendo in città da lontano, le porta doni inconsueti, di cui s'accorgono solo poche anime sensibili, come i raffreddati del fieno, che starnutano per pollini di fiori d'altre terre.
   Un giorno, sulla striscia d'aiola d'un corso cittadino, capitò chissà donde una ventata di spore, e ci germinarono dei funghi. Nessuno se ne accorse tranne il manovale Marcovaldo che proprio lì prendeva ogni mattina il tram.

Titolo originale: Marcovaldo ovvero Le stagioni in città (1963)


[Trascritto da Ardesia | 12/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[09 marzo 07]

Per più di quindici anni ho ingannato me stesso. Ebbro di fedeltà e propenso a dare lezioni di vita, talvolta sbagliavo. Patito d'iniziative romantiche, ero un pantofolaio borghese. Come ho potuto barare tanto? I protagonisti dei miei romanzi realizzavano le mie chimere, mentre io capitolavo di fronte al quotidiano. Costernato per il mio essere soltanto un modesto pedone, sognavo di venire spinto dalla loro fede monogamica. Impostore fino in fondo, arrivai persino a fare dell'amore una sorta di religione frenetica, un integralismo coniugale di cui i miei libri sarebbero stati i messali. Quanti volumi per nascondere pubblicamente la mia condizione di fallito dell'assoluto...

Titolo originale: Le Roman des Jardin (2005)
(Edizioni Bompiani - traduzione di Fabrizio Ascari)


[Trascritto da Ardesia | 09/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[05 marzo 07]

C'era un uomo che aveva avuto otto figli. A parte questo, non rappresentava nulla di più di una virgola su una pagina della Storia. È triste, ma a volte è tutto quello che si può dire di determinate persone.
   Tuttavia il suo ottavo figlio crebbe, si sposò ed ebbe otto figli e, visto che esiste un'unica professione adeguata per l'ottavo figlio di un ottavo figlio, divenne mago. Si fece anche saggio e potente, o almeno decisamente potente, indossava un cappello a punta e tutto sarebbe finito lì...
   Sarebbe dovuto finire lì...

Titolo originale: Sourcery (1988)
(Edizioni TEA - traduzione di Antonella Pieretti)


[Trascritto da Ardesia | 05/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]


[02 marzo 07]

   "Non dire sciocchezze, cara, no che non ci sarà una guerra atomica."
   ...
   "Sono quasi all'uscita 21. Dovrei essere a Coventry tra una ventina di minuti. Devo fare un salto all'università."
   ...
   "Quello che dice lui, scòrdatelo. Parla a vanvera. Il mondo è governato da persone equilibrate e ragionevoli, proprio come me e te."
   ...
   "Anche tu mi manchi. Baciami Peter. Digli che..."
   ...
   "Cosa? No, un pazzo m'ha tagliato la strada. E 'sti altri che vanno minimo a 160. Fatemi capire perché la polizia non li ferma."
   ...
   "Non so se ho tempo di andarlo a trovare. Non se voglio tornare a casa stasera."
   ...
   "E poi, cosa ho da dirgli? Sono anni che non ci vediamo. Sì e no mi ricordo com'è fatto."
   ...
   "No. Non capisco perché dovremmo lasciargli usare il nostro cottage. Ce lo siamo comprato per noi, non per darlo in mano a estranei."
   ...
   "In che senso, t'è sembrato strano?"
   ...

Titolo originale: A Touch of Love (1989)
(Edizioni Feltrinelli - traduzione di Domenico Scarpa)


[Trascritto da Ardesia | 02/03/2007 | p.link | segnala un errore | ]







BlogItalia.it - La directory italiana dei blog